fiera 2024 convegno prospettiva capitale
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730° Fiera San Giorgio

La candidatura di Gravina e Altamura come opportunità di sviluppo culturale di un territorio

Un incontro dedicato alla candidatura delle città come Capitale Italiana della Cultura per il 2027, durante la storica Fiera San Giorgio.

La candidatura territoriale a Capitale Italiana della Cultura per il 2027 è una sfida interessante per Gravina in Puglia e Altamura, ribadita in occasione della 730ª Fiera San Giorgio. Durante l'incontro "Prospettiva Capitale, la cultura come motore di sviluppo locale" nello spazio Agorà del padiglione istituzionale, è stata richiamata l'attenzione su questa occasione di crescita per un'intera comunità, ascoltando anche le esperienze vissute a Matera e a Procida.

Nell'occasione sono intervenuti: Fedele Lagreca, sindaco di Gravina in Puglia; Vitantonio Petronella, sindaco di Altamura; Raimondo Ambrosino, sindaco di Procida Capitale 2024; Aldo Patruno, dirigente Regione Puglia alla Cultura; Agostino Riitano, consulente del Comune di Gravina in Puglia; Raffaello De Ruggieri, sindaco di Matera Capitale Europea della Cultura 2019; Stefano Lacatena, consigliere regionale delegato per le materie "Paesaggio e Urbanistica, Pianificazione territoriale, Assetto del territorio"; Francesco Tarantini, Presidente del Parco Nazionale dell'Alta Murgia e Ignazio Lovero, consigliere delegato alla tutela e valorizzazione degli ipogei, dell'habitat rupestre e della gravina.

La candidatura è una sfida che coinvolge un territorio e non solo una singola realtà, tralasciando i vecchi campanilismi per dare spazio alle qualità della gente e alle unicità paesaggistiche e naturalistiche circostanti. Nel corso degli interventi dei sindaci delle città coinvolte, del consigliere regionale Stefano Lacatena e del presidente del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, Francesco Tarantini, è emersa una sintonia d'intenti sull'argomento. Una proposta spiegata dal consigliere delegato alla tutela e valorizzazione degli ipogei, dell'habitat rupestre e della gravina, Ignazio Lovero, all'interno di un racconto che annovera storia e ricchezza dell'ambiente.

Interessanti sono state soprattutto le testimonianze di Raffaello De Ruggieri, sindaco nel periodo in cui Matera è diventata Capitale Europea della Cultura 2019 e quella successiva del sindaco di Procida Capitale Italiana della Cultura 2022, Raimondo Ambrosino. Interventi appassionati di chi ha ammirato la realizzazione dei rispettivi sogni.

Raffaello De Ruggeri ha notato anche la rottura di schemi precedenti, grazie alla cultura, evidenziando come proprio la cultura rappresenti un potente collante sociale. Una formula da riproporre ancora in questa occasione, poiché la cultura una volta entrata nelle menti, ha ricordato ancora, crea un'adesione viscerale al destino stesso della città. Però è necessaria anche una mutazione sociale capace di esprime adesioni comuni, mettendo i evidenza i valori di un territorio, quelli della bellezza e della tensione morale e comunitaria.

Il sindaco di Procida, subito dopo, ha parlato dell'esperienza dell'isola come Capitale Italiana della Cultura, invitando a vivere intensamente anche la fase di candidatura per trarre dal percorso una maggiore sensibilità per ciò che c'è attorno. Proprio perché è un cammino che stimola i cittadini a guardarsi intorno e leggere con occhi diversi lo spazio circostante, oltre a suscitare un sentimento di riscatto. Il sindaco ha citato anche il lavoro di Agostino Riitano, presente nell'occasione tra gli ospiti. Il consulente, nel suo intervento, ha sottolineato come il suo lavoro sia più simile a quello di un calzolaio che a quello di un cappellaio, rievocando quanto fatto a Matera e a Procida e rimarcando che un progetto di candidatura necessita di soggettività diluite a favore di una comunità.
Non esiste alcuna magia per il successo, è stato evidenziato ancora, ma è necessaria la capacità di essere profetici e intravedere qualcosa che ancora non si nota. Una realtà dentro un'altra non ancora visibile, in un costante coinvolgimento dei cittadini. Il consulente ha ricordato che non è un concorso di bellezza, ma un'occasione per creare collettivamente un percorso inedito che possa proporre qualcosa al paese, narrando anche "l'autenticità tragica" dei territori, senza vestirla con "abiti della domenica". Ha fatto riferimento anche alla stagione degli "spiriti bollenti", quella di una generazione forte e intraprendente che può trovare casa in questo territorio per dare forma a una Capitale della Cultura.

Più avanti è intervenuto anche il dottor Aldo Patruno che ha evidenziato l'innesto di un processo secondo il quale la cultura è stata riposta al centro di uno sviluppo. L'invito è anche quello di concentrarsi su un dossier di "welfare culturale", cioè di una cultura legata al turismo che rappresenta il principale strumento per migliorare la qualità dei cittadini. Lavorare su qualità dei servizi, infrastrutture e competenze professionali, intravedendo un futuro dove i residenti vivono felici nel rapporto con il proprio territorio e con la propria storia e dove i turisti possano diventare "cittadini temporali", affezionandosi a un territorio.
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