Eventi e cultura

“Stupidità-Intelligenza” e comunicazione alla prima dei Dialoghi nella Murgia

Armando Massarenti e Enzo Magistà protagonisti nel prologo della rassegna

E’ il caso di dire: inizio con il botto per i “Dialoghi nella Murgia”. Nella prima giornata della rassegna culturale organizzata dalla Fondazione Santomasi, una folta platea ha inaugurato degnamente il primo appuntamento con la manifestazione, riempiendo i locali dell’ex monastero di santa Sofia che hanno ospitato due incontri.

Nel primo dei due dibattiti, a dialogare con il presidente della Fondazione Filippo Tarantino e con i docenti Beppe Foglio e Rosalba Pappalardi c’era Armando Massarenti. Filosofo, giornalista e scrittore Massarenti ha spiegato il senso del suo volume “come siamo diventati stupidi-una immodesta proposta per tornare intelligenti”, puntando il dito sulla moderna società del “Politicamente corretto” che limita il pensiero autonomo e ci rende “stupidi”.

Nel suo dire il caporedattore del sole 24 ore, ha toccato diversi punti, spaziando tra scuola e intelligenza artificiale fino all’illuminismo, pungolato nella esposizione del suo pensiero dalle domande provenienti da un pubblico attento e partecipe.

Massarenti ha tentato di fornire una medicina per “tornare intelligenti”. Perché se la stupidità coinvolge tutti noi, è vero anche che c’è un rimedio. Massarenti cerca di individuare le cause che hanno portato all’abbassamento del livello del quoziente di intelligenza negli ultimi vent’anni, che- dice Massarenti- si è abbassato, guarda caso proprio con la comparsa di internet: maggior indiziato di questo processo, insieme al politicamente corretto. Il suo volume allora si presenta come un esercizio filosofico che porta per mano il lettore per evitare le trappole della stupidità, del pregiudizio e dei luoghi comuni.

E’ allora importante esaminare la stupidità che rappresenta una forza storica, con una serie di innumerevoli esempi. Ma anche l’intelligenza è una forza storica importantissima- ha voluto sottolineare in chiusura Massarenti, che si è appellato a quel sano liberalismo che ti consente di avere un pensiero non condizionato.

Un argomento che in qualche modo si ricollega al successivo incontro con il direttore delle testate giornalistiche di Telenorba Enzo Magistà, che ha interloquito con Cocco Cornacchia, Michele Laddaga e Gino Laroccia.

Un dibattito nel quale si è parlato di informazione e comunicazione. Un tema centrale perché l’informazione è fondamentale per la crescita di una comunità- ha detto Cornacchia nell’introdurre l’ospite d’onore, e lamentando una “aridità culturale” nel territorio.

Un concetto che lo stesso Magistà ha ripreso, sottolineando come un’area così ricca di fermento economico ed imprenditoriale non può rinunciare ad avere degli organi di informazione locale.

“Questo è un territorio fertile di idee e che non ci sia una voce che lo racconti è un fatto molto grave, perché in questo momento la comunicazione è un elemento essenziale per la crescita della zona”- ha affermato Magistà, ricordando gli inizi della sua avventura giornalistica, fin dal 1976, in una regione, la Puglia, che non leggeva molto. “Il nostro merito è stato quello di raccontare la Puglia ai Pugliesi” – ha continuato il direttore di Telenorba, sottolineando l’importanza della stampa locale in un territorio di riferimento, perché “siamo la cerniera tra i cittadini e i propri territori”.

Altro importante compito dell’informazione è quello di garantire la libertà. “Perché non c’è libertà dove non c’è la possibilità di comunicare”, senza dimenticare il ruolo fondamentale di controllo che l’informazione è chiamata a svolgere senza il quale non ci sarebbe la democrazia.

E allora bisogna rispondere alla domanda che è anche il tema dell’incontro: Comunicazione è libertà?

Per Magistà la risposta è un sì condizionato da una serie di distinguo. A partire dall’eccessiva libertà che spesso si trova nella comunicazione. Esempio lampante ne sono i social e l’uso distorto che se ne fa.

“Questa comunicazione non ci porta alla libertà. Dobbiamo metterci un freno” – ha concluso Magistà, che vedrebbe di buon occhio una specifica formazione per l’uso corretto dei mezzi di comunicazione. Altro importante passaggio il direttore di Telenorba lo fa sull’emittenza locale e sulla mancanza di una TV a Gravina che potrebbe contribuire a valorizzare al meglio le realtà locali.

Su questo tema, chiamato in causa, Gino Laroccia ha voluto ricostruire un po’ la storia dell’emittente TRG (Teleradiogravina) “nata dall’entusiasmo di creare uno strumento di comunicazione per fare cultura ed informazione”, che non ha avuto un seguito per la mancanza di lungimiranza della classe imprenditoriale dell’epoca.

Tutto questo in una città come Gravina che tra la fine dell’800 e l’inizio del 900 contava 30 giornali, ha evidenziato Michele Laddaga, che ha raccontato alcune di queste storie. In un contesto tale non si può dunque rinunciare all’informazione che – ha chiosato Laddaga- rende liberi poiché consente di esprimere le proprie idee.

Insomma, una serata ricca di spunti e di riflessioni che si è conclusa con la consegna di alcuni attestati di riconoscimento per i giornalisti locali.