A Gravina un finanziamento per chiesa di Santa Lucia

A Poggiorsini fondi per l'Addolorata

venerdì 10 luglio 2020 18.01
Due interventi di restauro del patrimonio storico saranno finanziati dalla Regione Puglia a Gravina e Poggiorsini con l'avviso pubblico dedicato al recupero, alla valorizzazione e alla fruizione di beni culturali, di istituti e luoghi di cultura nella disponibilità di enti appartenenti a una delle confessioni religiose che abbiano sottoscritto intese con lo Stato Italiano.

A Gravina è prevista la valorizzazione e fruizione dei terrazzamenti annessi alla Chiesa di Santa Lucia (Parrocchia San Giovanni Evangelista), nel Rione Piaggio di Gravina in Puglia, a ridosso della gravina, uno spazio di incontro, confronto e interazione. Saranno realizzati spazi interattivi, punti di accoglienza e sosta, aree di lavoro, spazi flessibili attrezzati per l'organizzazione di seminari, convegni, laboratori e attività con bambini; inoltre sono previsti l'allestimento di percorsi rupestri legati al culto di Santa Lucia, lungo il cammino dell'acqua e della pietra, laboratori sull'orto e sulle erbe officinali, videomapping serali su absidi, sculture in ferro e installazioni di arte contemporanea, laboratori partecipati di restauro. Tale progetto è stato dichiarato ammissibile a un finanziamento di 575.435 euro.

A Poggiorsini è finanziato il restauro della Chiesa di Maria SS. Addolorata (ex Santa Maria dei Sette Dolori) al fine di realizzare un contenitore culturale multifunzionale. Il progetto prevede che diventi un polo cittadino per la cultura, la promozione e la valorizzazione del territorio, per la didattica e le arti. Si prevede in particolare la realizzazione nella chiesa di un laboratorio multimediale scientifico e tecnologico, oltre a attività laboratoriali, didattiche ed esperienziali finalizzate a valorizzare il bene culturale. Questo progetto è stato dichiarato ammissibile a un finanziamento di 999.727 euro.

La notizia è stata comunicata con grande soddisfazione dal consigliere regionale Enzo Colonna. "Non si tratta di interventi fini a se stessi, incentrati esclusivamente su specifici beni - spiega - si tratta invece di veri e propri laboratori di comunità, con servizi e attività rivolti ai quartieri di riferimento, che passano attraverso una ritrovata consapevolezza di beni simbolo del nostro patrimonio storico, artistico e culturale".