A rischio il futuro dei lavoratori Arif

Cera: "Salvaguardare la dignità delle persone"

sabato 19 novembre 2016
Napoleone Cera, presidente del Gruppo Popolari Regione Puglia, ha rivolto una interrogazione all'assessore regionale all'agricoltura sulla situazione dei lavoratori Arif.

Si legge nella interrogazione: Da qualche tempo 75 lavoratori interinali Arif, impegnati nella campagna antincendio boschivi, attendono risposte sul loro futuro lavorativo. Infatti, nonostante gli accordi previsti, sono stati impiegati per solo 44 giorni lavorativi, impendendo così il raggiungimento dei requisiti minimi per fruire della disoccupazione agricola.

«I dati statistici parlano di un calo dell'occupazione in Puglia e di una impennata dei contratti a termine e dei cosiddetti lavori di apprendistato, quelli che favoriscono la precarietà e gli abusi contrattuali. Si è voluto affrontare il tema dell'occupazione facendo leva sugli incentivi e sgravi fiscali che hanno adulterato il mercato, senza preoccuparsi troppo di creare le condizioni di competitività per le imprese e la giusta collocazione professionale per migliaia di lavoratori», è la premessa di Cera che sollecita anche un intervento del presidente Michele Emiliano «per non lasciare nella terra di nessuno 75 lavoratori che già vivono una condizione di precariato lavorativo e che rischiano ora anche di ritrovarsi senza mezzi di sostentamento per se stessi e per le loro famiglie.»

Per Cera la soluzione della questione dei lavoratori ARIF, pur tenendo conto di un contesto più ampio della lotta agli incendi boschivi e alla salvaguardia del patrimonio naturalistico pugliese, è sintomatica di una scelta politica del governo regionale attento alle necessità dei pugliesi che chiedono «di vivere non in condizione di precarietà ma in maniera dignitosa».

«Più saremo in grado di venire incontro alle esigenze dei lavoratori, evitando le false promesse del governo nazionale, più avremo contribuito a creare condizioni di sviluppo della nostra regione. Non è in gioco il bilancio regionale, ma la dignità di tanti lavoratori», conclude Cera.