A sinistra la Lista (Rino) Vendola diventa un caso
La Puglia per (Nichi) Vendola all'attacco: "A che titolo partecipa alle trattative?"
martedì 7 febbraio 2012
15.29
C'è Vendola e Vendola. Uno, grande e luminosa carriera nel Pci e poi nel Prc, di nome fa Nichi ed è oggi presidente della regione Puglia e capo di un partito, Sinistra ecologia e libertà, ramificato su tutto il territorio nazionale. L'altro, Onofrio detto Rino, stimato ed affermato penalista, è stato sindaco di Gravina ed è il punto di riferimento di una lista civica che porta il suo nome. C'è poi la "Puglia per Vendola", movimento nato per sostenere il governatore alle Regionali del 2010 e che ora, cresciuto con ambizioni di radicamento, nella città del grano e del vino fa dei vendoliani di fede riniana un caso politico.
La guerra dei Vendola: la apre Lino Viola, responsabile murgiano della "Puglia per Vendola". Parole taglienti come il vento di tramontana sulle distese gelate della Murgia, che scuotono il racconto altrimenti pacato e monocorde dell'esito di una riunione andata in scena lunedì sera, quando nella sezione cittadina di Sel si sono ritrovati anche Idv, il Pri, la Federazione della sinistra, i democrats ribelli di "Democratici sempre" e, naturalmente, "Lista Rino Vendola" e "Puglia per Vendola". La serata, che avrebbe dovuto sancire la firma del documento programmatico da porre a base di una coalizione alternativa a quella del centrodestra (quando ci sarà) ed a quella del Pd-Terzo Polo di Alesio Valente, si conclude con un nulla di fatto. "Tutto rinviato a martedì sera", spiega l'indomani qualcuno dei partecipanti, "per definire bozze ed intese ormai già pronte. Per voi giornalisti oggi non c'è trippa". Invece, qualcosa c'è. Ed è molto di più di qualcosa. "Sarei intervenuto con un comunicato stampa, ma visto che ne stiamo parlando, le anticipo qualche mia amara riflessione", fa infatti mettere a verbale Lino Viola. "Lunedì sera non ho potuto prendere parte all'incontro svoltosi a Gravina, perchè bloccato dalla neve, ma le notizie che mi giungono dai nostri referenti sul territorio non mi sembrano delle migliori". Ovvero? "Sono molto preoccupato", risponde Viola. "Quando uno fa una battaglia in piazza per la democrazia, poi la prima cosa che deve fare a casa sua è essere democratico fino in fondo". Il riferimento corre alla rottura col Pd, causata dalla mancata accettazione delle primarie da parte dei democratici e dalla loro volontà di siglare un accordo con alcune liste civiche ancor prima di avviare il dialogo con i partiti. Incalza Viola: "Abbiamo stabilito un percorso chiaro: s'è deciso che in presenza, eventualmente, di più candidati a sindaco, si debba adottare lo strumento delle primarie. Mi pare però che a qualcuno questo discorso non sia sceso giù e che si voglia deviare dalla strada tracciata". C'è quindi il nodo delle liste civiche: "S'è stabilito che in una prima fase debbano essere i partiti strutturati a discutere di programmi e valori, per poi allargare il confronto a liste e movimenti civici realmente radicati nella realtà locale. Mi chiedo, tuttavia, come sia compatibile con questa linea d'azione la presenza, al tavolo delle trattative, della Lista Rino Vendola, esperienza legata ad una campagna elettorale ormai risalente nel tempo. Al massimo, si sarebbe potuta ammetterla in un secondo momento, se e quando fosse stata confermata la sua partecipazione anche alle prossime elezioni amministrative". E per non lasciar dubbi sulla serietà delle intenzioni, l'affondo finale. Tranciante: "Questi principi li abbiamo discussi ed approvati a livello provinciale e regionale, al momento di sottoscrivere il patto federativo con Sel e Idv. Non penso che Gravina possa diventare una Repubblica autonoma, avulsa dal contesto generale".
Forse, solo un mal di pancia passeggero. Forse, il segno di un'insofferenza che potrebbe sfociare in mali ben più gravi. Con altri problemi pronti ad esplodere come mine, se non disinnescati. Uno su tutti, quello di matrice repubblicana. "Al di là della posizione occupata sullo scacchiere nazionale", si ragiona tra i progressisti, "il Pri è legittimato a prender parte alla nostra coalizione perchè come noi, in questi anni, si è coerentemente opposto alla giunta Divella". Resta da capire, però, che fine farà l'accordo che proprio i repubblicani hanno stretto, nei giorni scorsi, con forze notoriamente di centrodestra come Pli, Forza Sud e Moderati e Popolari: sceglieranno tutte insieme la via dell'autonomia o stringeranno un patto di non belligeranza con le sinistre? "Il nodo non è stato affrontato", commenta con sincerità il dipietrista Vincenzo Florio, "ma credo vi sia accordo nell'aprire anche ad altri le porte della coalizione nel caso in cui vi fosse una dichiarata e manifesta accettazione del programma". Che dovrà contenere, "beninteso, il ricorso alle primarie in caso di indicazione di più candidature a sindaco", sottolinea Florio, ribadendo la propria disponibilità a scendere in campo ed aggiungendo: "Martedì sera chiudiamo l'intesa programmatica, poi dovremo pensare al resto. E dobbiamo farlo in fretta. L'ideale sarebbe riuscirci per la fine della settimana".
Magari prima che sulla città, e forse pure sulla politica, piombi il gelo di nuove perturbazioni....