Abbattimento barriere architettoniche: pratiche ferme al 2014
La denuncia della V commissione consiliare
martedì 27 ottobre 2020
09.00
Le ultime pratiche evase dagli uffici comunali per l'accesso ai finanziamenti per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati, risalgono al 2014. Questo quanto scoperto dalla V commissione consiliare, che si era attivata dopo le proteste di numerosi cittadini che avevano avviato le pratiche per ottenere la concessione dei contributi regionali per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche ed erano ancora in attesa di risposte. Infatti – spiegano dalla V commissione- "se da un lato "la Regione stanzia fondi a favore dei Comuni che redigono di conseguenza bandi per accedervi", dall'altro "ricevere il rimborso delle spese effettuate dal Comune di Gravina è un'odissea".
Interventi che interessano le persone disabili che affrontano le spese per l'eliminazione delle barriere architettoniche; tutti coloro che hanno a carico soggetti disabili, come genitori e tutori; ma anche le persone che sostengono le spese in qualità di proprietari dell'immobile oppure i parenti del disabile, che hanno la necessità di adattare gli spazi in cui risiede la persona disabile; i condomini ove risiedano soggetti disabili, per le spese di adeguamento relative a parti comuni.
Spese che possono riguardare la realizzazione di scivoli, montascale e ascensori; oppure –spiegano dalla V commissione- "gli adeguamenti per sostenere l'autonomia e facilitare la cura e l'igiene delle persone anziane e diversamente abili". Un intervento fondamentale per dei contributi a fondo perduto che servono a "migliorare la vita dei soggetti affetti da limitazioni e quella dei loro care giver".
Solo che a Gravina il rimborso di questi interventi e fermo da lungo tempo e spesso non si è proceduto neppure al sopralluogo per verificare la realizzazione delle opere. "Non abbiamo personale sufficiente negli uffici e di concerto con l'ufficio tecnico occorre organizzare i sopraluoghi"- è stata la risposta che i consiglieri comunali si sono visti recapitare dal funzionario addetto. Una risposta irricevibile, se si pensi che dopo sei anni di ritardi, alcune delle persone destinatarie del contributo sono venute a mancare e i familiari non potranno neppure più accedere ai finanziamenti stanziati.
"Questo lo riteniamo inammissibile! Sei anni di pratiche ferme e soldi nel cassetto!?"- hanno denunciato con forza i membri della V commissione, che si sono rivolti all'assessore alle politiche sociali e al sindaco, in qualità di responsabile della delega all'eliminazione delle barriere architettoniche, affinchè sollecitino gli interventi degli uffici competenti. Non contenti, dalla quinta commissione rincarano la dose ricordando che "non si hanno notizie della redazione del Piano per la eliminazione delle barriere architettoniche e che anche i lavori più banali richiesti dalla V Commissione (come la eliminazione delle barriere nella sala consiliare) sono fermi o mai progettati"– concludono i consiglieri della commissione, che si occupa di Politiche per l'inclusione, integrazione ed equità sociale.
Interventi che interessano le persone disabili che affrontano le spese per l'eliminazione delle barriere architettoniche; tutti coloro che hanno a carico soggetti disabili, come genitori e tutori; ma anche le persone che sostengono le spese in qualità di proprietari dell'immobile oppure i parenti del disabile, che hanno la necessità di adattare gli spazi in cui risiede la persona disabile; i condomini ove risiedano soggetti disabili, per le spese di adeguamento relative a parti comuni.
Spese che possono riguardare la realizzazione di scivoli, montascale e ascensori; oppure –spiegano dalla V commissione- "gli adeguamenti per sostenere l'autonomia e facilitare la cura e l'igiene delle persone anziane e diversamente abili". Un intervento fondamentale per dei contributi a fondo perduto che servono a "migliorare la vita dei soggetti affetti da limitazioni e quella dei loro care giver".
Solo che a Gravina il rimborso di questi interventi e fermo da lungo tempo e spesso non si è proceduto neppure al sopralluogo per verificare la realizzazione delle opere. "Non abbiamo personale sufficiente negli uffici e di concerto con l'ufficio tecnico occorre organizzare i sopraluoghi"- è stata la risposta che i consiglieri comunali si sono visti recapitare dal funzionario addetto. Una risposta irricevibile, se si pensi che dopo sei anni di ritardi, alcune delle persone destinatarie del contributo sono venute a mancare e i familiari non potranno neppure più accedere ai finanziamenti stanziati.
"Questo lo riteniamo inammissibile! Sei anni di pratiche ferme e soldi nel cassetto!?"- hanno denunciato con forza i membri della V commissione, che si sono rivolti all'assessore alle politiche sociali e al sindaco, in qualità di responsabile della delega all'eliminazione delle barriere architettoniche, affinchè sollecitino gli interventi degli uffici competenti. Non contenti, dalla quinta commissione rincarano la dose ricordando che "non si hanno notizie della redazione del Piano per la eliminazione delle barriere architettoniche e che anche i lavori più banali richiesti dalla V Commissione (come la eliminazione delle barriere nella sala consiliare) sono fermi o mai progettati"– concludono i consiglieri della commissione, che si occupa di Politiche per l'inclusione, integrazione ed equità sociale.