Abolizione delle province, quale futuro per Gravina?
La nostra città è fuori dall’area metropolitana di Bari. Tra le ipotesi l'adesione a Taranto, Foggia o alla Basilicata
giovedì 19 luglio 2012
11.36
Benvenuti a Gravina, provincia di Foggia. Pardon, di Taranto, o forse, addirittura, Potenza. Non è il frutto di un impazzimento dovuto al torrido caldo estivo, ma quello che potrebbe succedere in seguito all'abolizione della provincia di Bari, trasformata in area metropolitana con il capoluogo a guida di 31 comuni baresi. Mai come in questo periodo le province sono percepite come l'emblema degli sprechi statali, e il governo Monti, dopo tanti annunci del passato mai tradotti in fatti concreti, sembra davvero intenzionato a dare il colpo di scure a questi enti locali, ritenuti una spesso inutile via intermedia tra i comuni e le regioni. Nel progetto governativo rimarrebbero in piedi in Puglia le province di Foggia, Lecce e Taranto, che dovrebbe accorpare quella di Brindisi.
Di Bari si è già detto, se non fosse per il non poco trascurabile dettaglio che ben dieci comuni, tra cui Gravina, Altamura e Poggiorsini, resterebbero fuori, con un'incognita sulla loro destinazione. L'ipotesi ritenuta più probabile parla di un'adesione alla provincia di Taranto, con il paradosso che in futuro potremmo dover fare capo a una città più lontana di Bari, sempre che non si voglia optare per Foggia, ancora più distante. O forse, tagliando la testa al toro, potrebbe essere il momento buono per riesumare un vecchio progetto che ogni tanto torna ad animare le discussioni di piazza o da bar a Gravina, ovvero la "secessione" dalla Puglia per aderire alla Basilicata, geograficamente e storicamente più vicina a noi, caratterizzata da meno oneri e che forse darebbe a Gravina quella considerazione che spesso è mancata da parte di Bari. Se non fosse che anche la provincia di Matera è sulla "lista nera" e quindi finiremmo a dover fare riferimento a Potenza.
Nel frattempo, mentre gli esponenti politici provinciali, forse per scaramanzia e confidando nell'ennesimo dietro front del governo centrale, forse perché già proiettati verso altri scranni preservati da tagli e abolizioni, si dicono favorevoli alla soppressione della Provincia, sempre più svuotata di competenze, risorse e utilità, i Gravinesi si chiedono a chi, in un futuro forse non lontano, dovranno chiedere "un po' d'acqua": quella delle fonti lucane, notoriamente, è buona.
Di Bari si è già detto, se non fosse per il non poco trascurabile dettaglio che ben dieci comuni, tra cui Gravina, Altamura e Poggiorsini, resterebbero fuori, con un'incognita sulla loro destinazione. L'ipotesi ritenuta più probabile parla di un'adesione alla provincia di Taranto, con il paradosso che in futuro potremmo dover fare capo a una città più lontana di Bari, sempre che non si voglia optare per Foggia, ancora più distante. O forse, tagliando la testa al toro, potrebbe essere il momento buono per riesumare un vecchio progetto che ogni tanto torna ad animare le discussioni di piazza o da bar a Gravina, ovvero la "secessione" dalla Puglia per aderire alla Basilicata, geograficamente e storicamente più vicina a noi, caratterizzata da meno oneri e che forse darebbe a Gravina quella considerazione che spesso è mancata da parte di Bari. Se non fosse che anche la provincia di Matera è sulla "lista nera" e quindi finiremmo a dover fare riferimento a Potenza.
Nel frattempo, mentre gli esponenti politici provinciali, forse per scaramanzia e confidando nell'ennesimo dietro front del governo centrale, forse perché già proiettati verso altri scranni preservati da tagli e abolizioni, si dicono favorevoli alla soppressione della Provincia, sempre più svuotata di competenze, risorse e utilità, i Gravinesi si chiedono a chi, in un futuro forse non lontano, dovranno chiedere "un po' d'acqua": quella delle fonti lucane, notoriamente, è buona.