Accusa di frode fiscale per la Tradeco
Sequestro da 3 milioni di euro
giovedì 19 maggio 2016
12.36
Beni mobili e immobili per un totale di 3 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Bari alla società Tradeco, che si occupa di smaltimento rifiuti nel territorio dell'Alta Murgia, e al suo legale rappresentante, Giuseppe Calia, sono stati sequestrati.
La vicenda ha preso il via da una verifica fiscale condotta dalle fiamme gialle al termine della quale il legale rappresentante della società è stato denunciato perché avrebbe contabilizzato fatture relative ad operazioni inesistenti per oltre 5 milioni e per aver indebitamente detratto l'imposta sul valore aggiunto per più di un milione.
Queste fatturazioni – fanno sapere dalla procura di Bari - erano essenzialmente riconducibili a fittizi contratti di sponsorizzazione con numerose associazioni sportive dilettantistiche. Le indagini avrebbero inoltre accertato che la Tradeco, quale sostituto di imposta, ha anche operato e certificato ritenute fiscali ai propri dipendenti omettendone però il relativo versamento all'Erario, per un ammontare complessivo di oltre 1,5 milioni. Quindi, 265 lavoratori avevano una posizione fiscale-contributiva sostanzialmente "irregolare".
La vicenda ha preso il via da una verifica fiscale condotta dalle fiamme gialle al termine della quale il legale rappresentante della società è stato denunciato perché avrebbe contabilizzato fatture relative ad operazioni inesistenti per oltre 5 milioni e per aver indebitamente detratto l'imposta sul valore aggiunto per più di un milione.
Queste fatturazioni – fanno sapere dalla procura di Bari - erano essenzialmente riconducibili a fittizi contratti di sponsorizzazione con numerose associazioni sportive dilettantistiche. Le indagini avrebbero inoltre accertato che la Tradeco, quale sostituto di imposta, ha anche operato e certificato ritenute fiscali ai propri dipendenti omettendone però il relativo versamento all'Erario, per un ammontare complessivo di oltre 1,5 milioni. Quindi, 265 lavoratori avevano una posizione fiscale-contributiva sostanzialmente "irregolare".