Addio buste di plastica
Col 2011 bandite le non biodegradabili. Presto controlli sul rispetto delle nuove norme
lunedì 3 gennaio 2011
È in vigore dal 1˚ gennaio il divieto di produrre, commercializzare ed utilizzare le buste in plastica per la spesa non biodegradabili. A ricordarlo è la Confesercenti dell'area murgiana. Si tratta di una norma nazionale armonizzata, ossia di conformità alla Direttiva Europea 2004/12/CE sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggio. Definisce le caratteristiche che un materiale deve possedere per poter essere definito "compostabile", ovvero biodegradabilità e disintegrabilità.
Dal primo giorno del nuovo anno le aziende commerciali, artigiane e di distribuzione dovranno disporre di sacchetti con queste caratteristiche, chiedendo ai propri fornitori l'assicurazione scritta che i prodotti ordinati siano conformi a tali norme.
La Confesercenti, con altre associazioni di categoria, ha avviato trattative con il Ministero dell'Ambiente. «Ferma restando la data del 1° gennaio stabilita dal Decreto Milleproroghe – si legge nel comunicato - lo stesso Ministero è impegnato a prevedere una sorta di "doppio regime" per smaltire le scorte ancora in carico. Allo stato attuale – continua la Confesercenti - non sono previste sanzioni per il mancato adeguamento alle nuove norme perché non vi è ancora un Regolamento che le disciplini». E conclude: «Saranno eventualmente i Comuni, con loro specifiche ordinanze, a prevedere la possibilità e l'entità delle sanzioni».
I negozianti potranno esaurire le scorte, senza far pagare i sacchetti ai clienti. Il ministero dell'Ambiente e quello dello Sviluppo economico hanno già annunciato che saranno effettuati controlli per verificare «il rigoroso rispetto della normativa».
Una norma a tutela dell'ambiente. Il polietilene, materiale con cui vengono realizzati i sacchetti della spesa, richiede tempi di degradazione che vanno dai cento ai mille anni.
Dal primo giorno del nuovo anno le aziende commerciali, artigiane e di distribuzione dovranno disporre di sacchetti con queste caratteristiche, chiedendo ai propri fornitori l'assicurazione scritta che i prodotti ordinati siano conformi a tali norme.
La Confesercenti, con altre associazioni di categoria, ha avviato trattative con il Ministero dell'Ambiente. «Ferma restando la data del 1° gennaio stabilita dal Decreto Milleproroghe – si legge nel comunicato - lo stesso Ministero è impegnato a prevedere una sorta di "doppio regime" per smaltire le scorte ancora in carico. Allo stato attuale – continua la Confesercenti - non sono previste sanzioni per il mancato adeguamento alle nuove norme perché non vi è ancora un Regolamento che le disciplini». E conclude: «Saranno eventualmente i Comuni, con loro specifiche ordinanze, a prevedere la possibilità e l'entità delle sanzioni».
I negozianti potranno esaurire le scorte, senza far pagare i sacchetti ai clienti. Il ministero dell'Ambiente e quello dello Sviluppo economico hanno già annunciato che saranno effettuati controlli per verificare «il rigoroso rispetto della normativa».
Una norma a tutela dell'ambiente. Il polietilene, materiale con cui vengono realizzati i sacchetti della spesa, richiede tempi di degradazione che vanno dai cento ai mille anni.