Affitti d'oro, i grillini scrivono a Valente

"Riallocare gli uffici nelle proprietà inutilizzate"

giovedì 17 luglio 2014 8.46
A cura di Francesco Mastromatteo
Disdire in toto gli affitti passivi onerosi e riallocare, ove possibile, gli uffici pubblici nelle tante proprietà comunali inutilizzate o quantomeno cercare locali di privati a prezzi più vantaggiosi.

E' quanto richiesto dal Movimento 5 stelle di Gravina in una lettera al sindaco Alesio Valente, invitando l'amministrazione ad operare una severa analisi delle locazioni in corso, al fine di sfruttare al meglio la legge 137 del 2013, il cosiddetto provvedimento sugli "affitti d'oro", per ottenere un radicale taglio della spesa improduttiva.

"Le attuali condizioni di fortissima crisi economica e sociale del Paese – scrivono gli attivisti - impongono in via necessaria la riduzione della spesa pubblica. La gestione rigorosa delle risorse è condizione prioritaria affinché si possa realizzare la ripresa di un solido processo di crescita. A tal fine, si rendono necessari interventi di risanamento strutturale dei conti pubblici mediante l'adozione di politiche miranti alla riduzione dell'indebitamento dello Stato e alla contrazione della spesa improduttiva". Un obbiettivo, quello del contenimento della spesa pubblica corrente, ottenibile secondo i grillini proprio attraverso la normativa richiamata, che consente alle amministrazioni di recedere dai contratti di locazione di immobili eccessivamente onerosi.

Il Movimento 5 stelle ricorda anche la lettera, protocollata nel giugno dello scorso anno, con la quale richiedevano l'accesso agli atti relativi al censimento del patrimonio pubblico immobiliare e ai contratti di locazione attivi e passivi. Una denuncia alla quale, scrivono i militanti a 5 stelle, "non è stato dato adempimento e che ci ha costretti a ricorrere, in data 30 Agosto 2013, alla Procura della Repubblica".

In via alternativa, nell' ipotesi in cui non fosse possibile disdire i contratti di locazione onerosi, i grillini suggeriscono di rinegoziare i canoni di locazione in virtù del potere contrattuale derivante dal diritto di recesso.