Aggressione di via Volta, presi mandante ed esecutore
Il mandante è un giovane parente della famiglia Lucarelli
martedì 4 febbraio 2014
14.35
Tutto per un debito. A ventiquattro ore dall'aggressione dei coniugi Lucarelli emergono particolari sconcertanti sull'autore del gesto, il suo mandante e le motivazione che hanno scatenato tanta violenza.
Nella serata di ieri il cerchio degli inquirenti si è stretto attorno a al giovane albanese di 19 anni, Tefik Xhafa detto Enea, che da ieri è rinchiuso nel carcere di Bari con l'accusa di tentata rapina pluriaggravata, porto di armi e lesioni. Spetterà al magistrato decidere se imputare al giovane incensurato anche l'accusa di tentato omicidio.
Ma l'albanese non ha agito da solo. Secondo la sua testimonianza e i riscontro effettuati dagli agenti della commissariato di Gravina coordinati dal vice questore Pietro Battipede, a muovere l'azione dell'albanese sarebbe stato un ragazzo ancora più giovane, 16 anni appena, parente delle vittime.
È lui che avrebbe messo a disposizione dell'albanese particolari importanti sulle abitudini della famiglia Lucarelli, la piantina della casa e la certezza che nell'appartamento ci fossero ingenti somme di denaro. E' lui che ha pianificato nei minimi dettagli l'azione criminosa. Un'azione di cui i due avevano bisogno per ripianare dei debiti. Il primo, il ragazzino di Gravina doveva pagare un debito di 75 euro per un danneggiamento ad un'auto, l'altro, l'albanese che materialmente ha compiuto l'azione, aveva bisogno di soldi per pagare il fitto di casa e vivere.
Così hanno studiato e organizzato il colpo in casa dei due anziani.
Stando alla ricostruzione fatta dagli agenti del commissariato di Gravina e della squadra Mobile di Bari, coordinati dal pm Bruna Manganelli, all'alba di ieri il giovane albanese sarebbe entrato in casa dei due anziani utilizzando una chiave che gli era stata precedentemente consegnata dal parente-complice. Il 19enne sarebbe quindi salito al primo piano dell'abitazione con l'obiettivo di svaligiare la cassaforte. A quel punto sarebbe stato sorpreso prima dall'anziana signora e poi dal marito. Avrebbe colpito i due facendoli cadere per poi fuggire senza portare a termine il colpo.
Nella fuga però ha incontrato la figlia dei due anziani che avrebbe tentato di fermarlo, riportando una ferita alla mano causata da un coltello di circa 20 centimetri. Il giovane dopo essersi divincolato ed è scappato facendo perdere le tracce di se.
Ma la fuga è durata poche ore perché grazie alle perquisizioni e agli indizi raccolti dagli agenti, poco dopo è stato ritrovato il coltello utilizzato dal giovane per colpire la famiglia Lucarelli, abbandonato sotto un'auto e ancora insanguinato. In un terreno poco distante, inoltre, è stato ritrovato uno zaino con all'interno un paio di scarpe ancora insanguinate, la felpa e alcuni fogli di carta sul quale era stato trascritto nei minimi dettagli il piano delittuoso che i due avevano pianificato.
Individuato, il giovane è stato sottoposto ad interrogatorio e poi condotto nel carcere di Bari. Da una successiva perquisizione nell'abitazione del ragazzo, gli agenti hanno rinvenuto del nastro isolante uguale a quello utilizzato per coprire il manico nel coltello, per renderlo più maneggevole e eliminare eventuali impronte, un quaderno da cui erano stato strappati dei fogli e un set di coltelli da cucina uguali al coltello ritrovato per strada.
Caso risolto e vicenda chiusa.
Una vicenda che lascia l'amaro in bocca vista la giovane età dei due ragazzi coinvolti. Intanto dal Policlinico di Bari giungono notizie poco rassicuranti sulle condizioni di Gina Pappalardi l'anziana signora che durante l'aggressione ha riportato numerose fratture, per cui i medici non hanno ancora sciolto la prognosi. Suo marito è ricoverato presso il Miulli di Acquaviva e anche per lui la prognosi resta riservata.
Nella serata di ieri il cerchio degli inquirenti si è stretto attorno a al giovane albanese di 19 anni, Tefik Xhafa detto Enea, che da ieri è rinchiuso nel carcere di Bari con l'accusa di tentata rapina pluriaggravata, porto di armi e lesioni. Spetterà al magistrato decidere se imputare al giovane incensurato anche l'accusa di tentato omicidio.
Ma l'albanese non ha agito da solo. Secondo la sua testimonianza e i riscontro effettuati dagli agenti della commissariato di Gravina coordinati dal vice questore Pietro Battipede, a muovere l'azione dell'albanese sarebbe stato un ragazzo ancora più giovane, 16 anni appena, parente delle vittime.
È lui che avrebbe messo a disposizione dell'albanese particolari importanti sulle abitudini della famiglia Lucarelli, la piantina della casa e la certezza che nell'appartamento ci fossero ingenti somme di denaro. E' lui che ha pianificato nei minimi dettagli l'azione criminosa. Un'azione di cui i due avevano bisogno per ripianare dei debiti. Il primo, il ragazzino di Gravina doveva pagare un debito di 75 euro per un danneggiamento ad un'auto, l'altro, l'albanese che materialmente ha compiuto l'azione, aveva bisogno di soldi per pagare il fitto di casa e vivere.
Così hanno studiato e organizzato il colpo in casa dei due anziani.
Stando alla ricostruzione fatta dagli agenti del commissariato di Gravina e della squadra Mobile di Bari, coordinati dal pm Bruna Manganelli, all'alba di ieri il giovane albanese sarebbe entrato in casa dei due anziani utilizzando una chiave che gli era stata precedentemente consegnata dal parente-complice. Il 19enne sarebbe quindi salito al primo piano dell'abitazione con l'obiettivo di svaligiare la cassaforte. A quel punto sarebbe stato sorpreso prima dall'anziana signora e poi dal marito. Avrebbe colpito i due facendoli cadere per poi fuggire senza portare a termine il colpo.
Nella fuga però ha incontrato la figlia dei due anziani che avrebbe tentato di fermarlo, riportando una ferita alla mano causata da un coltello di circa 20 centimetri. Il giovane dopo essersi divincolato ed è scappato facendo perdere le tracce di se.
Ma la fuga è durata poche ore perché grazie alle perquisizioni e agli indizi raccolti dagli agenti, poco dopo è stato ritrovato il coltello utilizzato dal giovane per colpire la famiglia Lucarelli, abbandonato sotto un'auto e ancora insanguinato. In un terreno poco distante, inoltre, è stato ritrovato uno zaino con all'interno un paio di scarpe ancora insanguinate, la felpa e alcuni fogli di carta sul quale era stato trascritto nei minimi dettagli il piano delittuoso che i due avevano pianificato.
Individuato, il giovane è stato sottoposto ad interrogatorio e poi condotto nel carcere di Bari. Da una successiva perquisizione nell'abitazione del ragazzo, gli agenti hanno rinvenuto del nastro isolante uguale a quello utilizzato per coprire il manico nel coltello, per renderlo più maneggevole e eliminare eventuali impronte, un quaderno da cui erano stato strappati dei fogli e un set di coltelli da cucina uguali al coltello ritrovato per strada.
Caso risolto e vicenda chiusa.
Una vicenda che lascia l'amaro in bocca vista la giovane età dei due ragazzi coinvolti. Intanto dal Policlinico di Bari giungono notizie poco rassicuranti sulle condizioni di Gina Pappalardi l'anziana signora che durante l'aggressione ha riportato numerose fratture, per cui i medici non hanno ancora sciolto la prognosi. Suo marito è ricoverato presso il Miulli di Acquaviva e anche per lui la prognosi resta riservata.