Al Sidion “Quanto resta della notte”: 8 capitoli di Nichi Vendola
Ultimo atto per lo storico cinema gravinese
lunedì 25 settembre 2023
10.50
È l'associazione politico-culturale Futurà a offrire al pubblico gravinese la possibilità di poter assistere anche qui a Gravina, dello spettacolo di Nichi Vendola "Quanto resta della notte", sold out in tutta Italia.
Nelle soffuse luci della sala teatro, uno scrosciante applauso sta ad annunciare l'arrivo di Vendola, che si ferma nel corridoio centrale salutando e ringraziando il numeroso pubblico presente. Nichi non manca di esprimere il suo dispiacere nel sapere dell'imminente chiusura dell'unico cinema gravinese.
Uno spettacolo teatrale in forma di monologo, scritto, diretto e interpretato dallo stesso autore: Nichi Vendola. L'ex governatore della Puglia sale sul palco è dipana gli 8 capitoli poetici accompagnati dalle musiche prodotte da Popolous e intervallati dai video di Mario Amura. Temi come razzismo, nazionalismo, virtualizzazione delle relazioni al tempo del Covid, femminicidio, potere maschile e degli Stati: metafore di una lunga notte buia. Il monologo del poeta è ricco di citazioni, come quelle di Alda Merini, Pier Paolo Pasolini, Rocco Scotellaro, Franz Kafka, Aldo Moro, Vittorio Bodini, Camus, Brecht.
Un viaggio che porta il pubblico a diretto contatto con tematiche viste da una prospettiva diversa rispetto ad argomenti di stretta attualità, con l'autore che continua a chiedersi, quanto resta ancora della notte buia.
La citazione biblica di Isaia (Isaia 21,11) "Sentinella, quanto resta della notte?" da cui prende spunto il titolo, poema notturno che esprime senso dell'attesa e della speranza con sentimenti di angoscia del buio, "se volete domandare, domandate, convertitevi, venite!" e così come risponde la sentinella, Vendola invita il pubblico ad ascoltare ed a reagire, sottolineando il significato profondo delle parole.
Nichi Vendola ci porta in un viaggio di ritorno verso il sud natio, alle origini con la luce di una nuova vita, di un nuovo giorno. A conclusione, un lungo applauso, che accompagna l'uscita di scena dell'autore, dove non sono mancate le numerose attestazioni di stima.
Si esce dal cinema Sidion dalle porte laterali di via Ravenna, con la stessa consuetudine della fine dei numerosi film e spettacoli visti, forse non consapevoli che quella abitudine, rimarrà solo un lontano ricordo. Ultimo atto quindi, di un luogo culturale che rimarrà nella storia e nei ricordi, che potremo solo raccontare ai nostri figli.
Nelle soffuse luci della sala teatro, uno scrosciante applauso sta ad annunciare l'arrivo di Vendola, che si ferma nel corridoio centrale salutando e ringraziando il numeroso pubblico presente. Nichi non manca di esprimere il suo dispiacere nel sapere dell'imminente chiusura dell'unico cinema gravinese.
Uno spettacolo teatrale in forma di monologo, scritto, diretto e interpretato dallo stesso autore: Nichi Vendola. L'ex governatore della Puglia sale sul palco è dipana gli 8 capitoli poetici accompagnati dalle musiche prodotte da Popolous e intervallati dai video di Mario Amura. Temi come razzismo, nazionalismo, virtualizzazione delle relazioni al tempo del Covid, femminicidio, potere maschile e degli Stati: metafore di una lunga notte buia. Il monologo del poeta è ricco di citazioni, come quelle di Alda Merini, Pier Paolo Pasolini, Rocco Scotellaro, Franz Kafka, Aldo Moro, Vittorio Bodini, Camus, Brecht.
Un viaggio che porta il pubblico a diretto contatto con tematiche viste da una prospettiva diversa rispetto ad argomenti di stretta attualità, con l'autore che continua a chiedersi, quanto resta ancora della notte buia.
La citazione biblica di Isaia (Isaia 21,11) "Sentinella, quanto resta della notte?" da cui prende spunto il titolo, poema notturno che esprime senso dell'attesa e della speranza con sentimenti di angoscia del buio, "se volete domandare, domandate, convertitevi, venite!" e così come risponde la sentinella, Vendola invita il pubblico ad ascoltare ed a reagire, sottolineando il significato profondo delle parole.
Nichi Vendola ci porta in un viaggio di ritorno verso il sud natio, alle origini con la luce di una nuova vita, di un nuovo giorno. A conclusione, un lungo applauso, che accompagna l'uscita di scena dell'autore, dove non sono mancate le numerose attestazioni di stima.
Si esce dal cinema Sidion dalle porte laterali di via Ravenna, con la stessa consuetudine della fine dei numerosi film e spettacoli visti, forse non consapevoli che quella abitudine, rimarrà solo un lontano ricordo. Ultimo atto quindi, di un luogo culturale che rimarrà nella storia e nei ricordi, che potremo solo raccontare ai nostri figli.