Alessandra Ricciardelli parla al femminile
"Dobbiamo ricominciare a pensare al nostro ruolo di Donne". La responsabile Regionale Dipartimento Pari Opportunità, UDC racconta
martedì 8 marzo 2011
Ce lo aveva promesso e lo ha fatto. Alessandra Ricciardelli, responsabile Regionale Dipartimento Pari Opportunità, Unione di Centro, ha cominciato seriamente a parlare di donne. E ha cominciato a farlo proprio in occasione dell'8 marzo, giornata per antonomasia dedicata al gentil sesso.
Un comunicato che ripercorre la storia del potere femminile fino ad oggi, fino al momento in cui quelle battaglie sentite e ben riuscite rappresentano solo un lontano ricordo...
"Una riflessione sul giorno della donna è più che doveroso oggi in cui l'anniversario dell'Unità d'Italia incontra le donne. Vorrei soffermarmi sul ruolo che la donna italiana ha perso proprio nei suoi 150 anni. Un'immagine di donna che si è involuta con le dinamiche sociali e politiche del nostro "Bel" Paese e che ha fatto il giro del mondo mostrando l'estrema miseria di un certo modello di virilità. Che fine ha fatto la donna emancipata, espressione di quella capacità di gestire lavoro, figli, mariti e di pensare contemporaneamente al futuro personale e a quello della comunità? Che fine ha fatto il ruolo internazionale della donna italiana e l'eco mondiale che ha fatto molto per il ruolo strategico internazionale dell'Italia?
Se agli inizi del Novecento la donna italiana ha unito l'Italia con le battaglie culturali contro l'arretratezza sociale del paese, attraverso suo il coraggio e determinazione era riuscita a trasformare una professione maschile in una possibilità concreta per migliaia di donne. Oggi, quegli esempi eccezionali di vita restano un ricordo nostalgico. E sì, perché il presente è fatto di donne "al potere" che non riflettono né la Resistenza italiana, né l'alta idea di politica e né le lotte etiche (e non moralistiche) quotidiane di molte donne italiane contro la manipolazione ma per il rispetto del proprio corpo! Bisogna riflettere su come recuperare un punto di vista femminile differente, che faccia della libertà femminile un segno distintivo di emancipazione morale. Perché in Italia la situazione è grave, sordida e affaticata da una cultura diffusa che resiste alla critica radicale dei costumi.
Dal punto di vista internazionale, invece, nel corso della storia il ruolo della donna italiana era incentrato sulla necessità di far capire alle civiltà non evolute che non ci poteva essere una democrazia compiuta senza le donne considerate non come una cosa accessoria e quando al centro non c'era l'autodeterminazione e la libertà femminile. Ma queste operazioni rivoluzionarie portate avanti dalle donne italiane impegnate nelle istituzioni nei confronti dei Paesi dittatoriali si sono ridimensionate con l'avvicendarsi delle questioni "nostrane" del Paesello. Le donne impegnate in Parlamento oggi sono più impegnate nella difesa del "Super Uomo" dalle presunte maldicenze contro di lui, anziché guidare le rivolte femminili per l'affermazione della dignità della donna in Libia o in altri paesi in rivolta civile. C'è oggi addirittura un ritorno indietro della politica femminile italiana: la dimostrazione di questo disinteresse è dato, altresì, dall'episodio "Sakineh" e dalla mancanza di una più profonda intermediazione della diplomazia italiana nella vicenda che avrebbe portato alla liberazione della donna musulmana: la donna ad oggi è ancora in attesa del suo sacrificio. L'assassinio di molte donne libiche lascia un tragico silenzio e un vuoto incolmabile nel mondo di quelle donne italiane impegnate nella causa di liberazione che in passato aiutavano a far splendere la luce sugli angoli bui e dimenticati del Mediterraneo. Mi sembra, oggi che tutto ad un tratto le donne al Governo abbiano dimenticato il peso del proprio ruolo. Perché è falso? Perché le donne al Governo se ne stanno lì acquattate? Perché non cercano di mettere in salvo la vita di altre donne? Lo si vede dalla loro apparenza "apparecchiata" che non lascia trasparire appiccicume. Appiccicume che dipende dal sudore, infatti! Perché quando ti tieni appiccicato alla vita e a quella degli altri, sudi un sacco.
L'obiettivo di questa giornata è di dover riprendere ad inculcare conoscenza e coscienza in quelle donne lontane affinché possano alzare la testa e ribellarsi al Sultano senza che ci addormentiamo sugli allori delle quote rosa. Dobbiamo ricominciare a pensare al nostro ruolo di Donne cercando di riaprire una grande stagione di rinascita che sia il più possibile unitaria, trasversale, di tutte le donne. Devono essere le donne, però, a guidarla per i nostri impatti trasformativi sulle cose e sugli eventi. Noi che facciamo sì che il paesaggio da neve si faccia primavera".
Un comunicato che ripercorre la storia del potere femminile fino ad oggi, fino al momento in cui quelle battaglie sentite e ben riuscite rappresentano solo un lontano ricordo...
"Una riflessione sul giorno della donna è più che doveroso oggi in cui l'anniversario dell'Unità d'Italia incontra le donne. Vorrei soffermarmi sul ruolo che la donna italiana ha perso proprio nei suoi 150 anni. Un'immagine di donna che si è involuta con le dinamiche sociali e politiche del nostro "Bel" Paese e che ha fatto il giro del mondo mostrando l'estrema miseria di un certo modello di virilità. Che fine ha fatto la donna emancipata, espressione di quella capacità di gestire lavoro, figli, mariti e di pensare contemporaneamente al futuro personale e a quello della comunità? Che fine ha fatto il ruolo internazionale della donna italiana e l'eco mondiale che ha fatto molto per il ruolo strategico internazionale dell'Italia?
Se agli inizi del Novecento la donna italiana ha unito l'Italia con le battaglie culturali contro l'arretratezza sociale del paese, attraverso suo il coraggio e determinazione era riuscita a trasformare una professione maschile in una possibilità concreta per migliaia di donne. Oggi, quegli esempi eccezionali di vita restano un ricordo nostalgico. E sì, perché il presente è fatto di donne "al potere" che non riflettono né la Resistenza italiana, né l'alta idea di politica e né le lotte etiche (e non moralistiche) quotidiane di molte donne italiane contro la manipolazione ma per il rispetto del proprio corpo! Bisogna riflettere su come recuperare un punto di vista femminile differente, che faccia della libertà femminile un segno distintivo di emancipazione morale. Perché in Italia la situazione è grave, sordida e affaticata da una cultura diffusa che resiste alla critica radicale dei costumi.
Dal punto di vista internazionale, invece, nel corso della storia il ruolo della donna italiana era incentrato sulla necessità di far capire alle civiltà non evolute che non ci poteva essere una democrazia compiuta senza le donne considerate non come una cosa accessoria e quando al centro non c'era l'autodeterminazione e la libertà femminile. Ma queste operazioni rivoluzionarie portate avanti dalle donne italiane impegnate nelle istituzioni nei confronti dei Paesi dittatoriali si sono ridimensionate con l'avvicendarsi delle questioni "nostrane" del Paesello. Le donne impegnate in Parlamento oggi sono più impegnate nella difesa del "Super Uomo" dalle presunte maldicenze contro di lui, anziché guidare le rivolte femminili per l'affermazione della dignità della donna in Libia o in altri paesi in rivolta civile. C'è oggi addirittura un ritorno indietro della politica femminile italiana: la dimostrazione di questo disinteresse è dato, altresì, dall'episodio "Sakineh" e dalla mancanza di una più profonda intermediazione della diplomazia italiana nella vicenda che avrebbe portato alla liberazione della donna musulmana: la donna ad oggi è ancora in attesa del suo sacrificio. L'assassinio di molte donne libiche lascia un tragico silenzio e un vuoto incolmabile nel mondo di quelle donne italiane impegnate nella causa di liberazione che in passato aiutavano a far splendere la luce sugli angoli bui e dimenticati del Mediterraneo. Mi sembra, oggi che tutto ad un tratto le donne al Governo abbiano dimenticato il peso del proprio ruolo. Perché è falso? Perché le donne al Governo se ne stanno lì acquattate? Perché non cercano di mettere in salvo la vita di altre donne? Lo si vede dalla loro apparenza "apparecchiata" che non lascia trasparire appiccicume. Appiccicume che dipende dal sudore, infatti! Perché quando ti tieni appiccicato alla vita e a quella degli altri, sudi un sacco.
L'obiettivo di questa giornata è di dover riprendere ad inculcare conoscenza e coscienza in quelle donne lontane affinché possano alzare la testa e ribellarsi al Sultano senza che ci addormentiamo sugli allori delle quote rosa. Dobbiamo ricominciare a pensare al nostro ruolo di Donne cercando di riaprire una grande stagione di rinascita che sia il più possibile unitaria, trasversale, di tutte le donne. Devono essere le donne, però, a guidarla per i nostri impatti trasformativi sulle cose e sugli eventi. Noi che facciamo sì che il paesaggio da neve si faccia primavera".