Alla S. Giovanni Bosco una tavola rotonda sull’autismo
Tra strategie operative e sostegno alle famiglie
sabato 2 aprile 2022
20.10
Alla fine sono apparsi tutti d'accordo: solo attraverso l'unità tra istituzioni, associazioni e famiglie si riescono a raggiungere i risultati sperati relativi alla ricerca, alle necessarie informazioni ed ai supporti che riguardano le persone con spettro autistico.
E alla tavola rotonda organizzata preso la scuola San Giovanni Bosco vi erano tutti i rappresentanti dei soggetti che a vari titolo sono coinvolti. Una iniziativa promossa dalla consulta comunale della Disabilità, nata- ha ricordato il suo presidente Urbano Lazzari- per raggruppare le varie associazioni che si occupano di disabilità, ma anche per interloquire con le famiglie.
Famiglie anche al centro del pensiero di Cinzia Carrieri, sub-commissario prefettizio presso il Comune di Gravina che ha voluto ricordare proprio come il compito delle istituzioni sia propria quello di accompagnare e sostenere le famiglie degli autistici. L'esortazione di Carrieri è anche alle scuole che non devono esonerarsi dal ruolo di comunità educante attenta all'inclusione anche per i portatori di disabilità.
Compito che- ha sostenuto la dirigente scolastica Tonia Masserio- alla San Giovanni Bosco viene preso con estrema serietà, tentando di assicurare gli strumenti necessari per una didattica adeguata, attrezzando spazi e luoghi per supportare gli alunni che presentano difficoltà. Anche se, nel caso degli autistici in particolar modo, ci sono numerosi punti di forza, "tanti talenti spesso superiori anche ai bambini a sviluppo tipico- ha ricordato Lucia Pallucca, moderatrice del dibattito- che portano di fatto l'autismo a poter diventare una risorsa.
Insomma, la parola d'ordine è sempre la stessa: uniti si vince, ovvero insieme si riesce a crescere per eliminare la diversità e considerarla un valore aggiunto da cui attingere- come sottolineato dalla Ds Masserio.
In questo contesto un ruolo non di secondo piano lo hanno le associazioni come l'Anffas, che fungono da raccordo tra le famiglie in cui ci sono persone con disabilità, i servizi a loro disposizione e gli enti. Un ruolo importante anche per quel lavoro di informazione che spesso manca alle famiglie -ha affermato Angelo Riccardi, presidente regionale dell'Anfass. "Ci battiamo per migliorare la vita delle persone con disabilità e per aiutare quelle famiglie a non sentirsi più sole". Un ruolo che l'associazione svolge, anche pungolando le istituzioni per l'ottenimento di diritti e servizi. "Perchè solo quando le istituzioni ascoltano si ottengono dei risultati concreti" -ha continuato Riccardi, che ha lanciato sul tavolo della discussione il tema del "dopo scuola". "All'uscita dalla scuola questi ragazzi diventano invisibili"- ha detto Riccardi, sollecitando le istituzioni a creare delle condizioni per rendere questi soggetti autonomi e capaci di inserirsi a pieno titolo nella società.
Sulla stessa lunghezza d'onda Maria Dina Losappio, dei Lions Club "La Puglia Scambi giovanili" che ha raccontato la propria esperienza e il volontariato come servizio per il sostegno alla ricerca, alle famiglie e agli stessi individui con disabilità.
Altro tema importante emerso è quello di una adeguata formazione (che spesso manca) per affrontare l'autismo. A partire dai medici di base per riuscire ad avere una diagnosi precoce, molto importante per affrontare l'autismo.
Su una problematica così complessa, anche l'ente provinciale può fare la sua parte, anche se le competenze in materia sono abbastanza ridotte. A dirlo è stato Dario De Robertis, delegato ai servizi sociali della Città Metropolitana di Bari che ha reso note alcune delle iniziative realizzate, soprattutto a supporto delle scuole, ma anche sostenendo progetti di autonomizzazione di soggetti con disabilità. "Perché autonomia vuol dire dignità" -ha detto De Robertis.
Uno dei tanti argomenti che girano intorno al mondo dell'autismo. Un mondo che le istituzioni conoscono, soprattutto grazie al lavoro delle associazioni. "Associazioni che sono le sentinelle del territorio, che ci hanno portato a mettere l'accento sulla questione" -ha commentato il consigliere regionale Lucia Parchitelli. "Perché lavorare in sinergia è la chiave di tutto".
Ci sono problemi su cui dover lavorare -ha ammesso Parchitelli, facendo rifermento, ad esempio, alle lunghe liste d'attesa per le visite neuropsichiatriche, fondamentali per una diagnosi precoce.
"Come Regione abbiamo condiviso le necessità espresse dalle associazioni- ha continuato Parchitelli, che ha preannunciato la decisione di riattivare il tavolo sull'autismo da parte dell'ente regionale, che metta insieme diversi soggetti con varie competenze, dal welfare alla sanità, dall'istruzione al lavoro, per una interazione necessaria che consenta di dare risposte concrete alle istanze che provengono dalle famiglie, per migliorarne la qualità della vita.
Anche perché non va dimenticato che l'autistico è portatore di numerosi talenti, ma purtroppo spesso la società identifica le persone con le loro patologie- ha detto Salvatore Albano, insegnante di sostegno che ha voluto testimoniare la propria esperienza. "Dobbiamo superare il muro della diagnosi e metterci all'ascolto del paziente e della famiglia" -ha ricordato Albano.
"Anche perché dobbiamo riflettere su quanto loro riescono a darci"- gli ha fatto eco Maria Teresa Capuzzi, insegnante che ha voluto dare il proprio contributo al dibattito.
Insomma una giornata di dialogo proficua per mettere l'accento su un tema troppo spesso dimenticato e creare le condizioni di sinergie che possano portare a risultati e a soluzioni efficaci per il benessere degli autistici e delle loro famiglie.
E alla tavola rotonda organizzata preso la scuola San Giovanni Bosco vi erano tutti i rappresentanti dei soggetti che a vari titolo sono coinvolti. Una iniziativa promossa dalla consulta comunale della Disabilità, nata- ha ricordato il suo presidente Urbano Lazzari- per raggruppare le varie associazioni che si occupano di disabilità, ma anche per interloquire con le famiglie.
Famiglie anche al centro del pensiero di Cinzia Carrieri, sub-commissario prefettizio presso il Comune di Gravina che ha voluto ricordare proprio come il compito delle istituzioni sia propria quello di accompagnare e sostenere le famiglie degli autistici. L'esortazione di Carrieri è anche alle scuole che non devono esonerarsi dal ruolo di comunità educante attenta all'inclusione anche per i portatori di disabilità.
Compito che- ha sostenuto la dirigente scolastica Tonia Masserio- alla San Giovanni Bosco viene preso con estrema serietà, tentando di assicurare gli strumenti necessari per una didattica adeguata, attrezzando spazi e luoghi per supportare gli alunni che presentano difficoltà. Anche se, nel caso degli autistici in particolar modo, ci sono numerosi punti di forza, "tanti talenti spesso superiori anche ai bambini a sviluppo tipico- ha ricordato Lucia Pallucca, moderatrice del dibattito- che portano di fatto l'autismo a poter diventare una risorsa.
Insomma, la parola d'ordine è sempre la stessa: uniti si vince, ovvero insieme si riesce a crescere per eliminare la diversità e considerarla un valore aggiunto da cui attingere- come sottolineato dalla Ds Masserio.
In questo contesto un ruolo non di secondo piano lo hanno le associazioni come l'Anffas, che fungono da raccordo tra le famiglie in cui ci sono persone con disabilità, i servizi a loro disposizione e gli enti. Un ruolo importante anche per quel lavoro di informazione che spesso manca alle famiglie -ha affermato Angelo Riccardi, presidente regionale dell'Anfass. "Ci battiamo per migliorare la vita delle persone con disabilità e per aiutare quelle famiglie a non sentirsi più sole". Un ruolo che l'associazione svolge, anche pungolando le istituzioni per l'ottenimento di diritti e servizi. "Perchè solo quando le istituzioni ascoltano si ottengono dei risultati concreti" -ha continuato Riccardi, che ha lanciato sul tavolo della discussione il tema del "dopo scuola". "All'uscita dalla scuola questi ragazzi diventano invisibili"- ha detto Riccardi, sollecitando le istituzioni a creare delle condizioni per rendere questi soggetti autonomi e capaci di inserirsi a pieno titolo nella società.
Sulla stessa lunghezza d'onda Maria Dina Losappio, dei Lions Club "La Puglia Scambi giovanili" che ha raccontato la propria esperienza e il volontariato come servizio per il sostegno alla ricerca, alle famiglie e agli stessi individui con disabilità.
Altro tema importante emerso è quello di una adeguata formazione (che spesso manca) per affrontare l'autismo. A partire dai medici di base per riuscire ad avere una diagnosi precoce, molto importante per affrontare l'autismo.
Su una problematica così complessa, anche l'ente provinciale può fare la sua parte, anche se le competenze in materia sono abbastanza ridotte. A dirlo è stato Dario De Robertis, delegato ai servizi sociali della Città Metropolitana di Bari che ha reso note alcune delle iniziative realizzate, soprattutto a supporto delle scuole, ma anche sostenendo progetti di autonomizzazione di soggetti con disabilità. "Perché autonomia vuol dire dignità" -ha detto De Robertis.
Uno dei tanti argomenti che girano intorno al mondo dell'autismo. Un mondo che le istituzioni conoscono, soprattutto grazie al lavoro delle associazioni. "Associazioni che sono le sentinelle del territorio, che ci hanno portato a mettere l'accento sulla questione" -ha commentato il consigliere regionale Lucia Parchitelli. "Perché lavorare in sinergia è la chiave di tutto".
Ci sono problemi su cui dover lavorare -ha ammesso Parchitelli, facendo rifermento, ad esempio, alle lunghe liste d'attesa per le visite neuropsichiatriche, fondamentali per una diagnosi precoce.
"Come Regione abbiamo condiviso le necessità espresse dalle associazioni- ha continuato Parchitelli, che ha preannunciato la decisione di riattivare il tavolo sull'autismo da parte dell'ente regionale, che metta insieme diversi soggetti con varie competenze, dal welfare alla sanità, dall'istruzione al lavoro, per una interazione necessaria che consenta di dare risposte concrete alle istanze che provengono dalle famiglie, per migliorarne la qualità della vita.
Anche perché non va dimenticato che l'autistico è portatore di numerosi talenti, ma purtroppo spesso la società identifica le persone con le loro patologie- ha detto Salvatore Albano, insegnante di sostegno che ha voluto testimoniare la propria esperienza. "Dobbiamo superare il muro della diagnosi e metterci all'ascolto del paziente e della famiglia" -ha ricordato Albano.
"Anche perché dobbiamo riflettere su quanto loro riescono a darci"- gli ha fatto eco Maria Teresa Capuzzi, insegnante che ha voluto dare il proprio contributo al dibattito.
Insomma una giornata di dialogo proficua per mettere l'accento su un tema troppo spesso dimenticato e creare le condizioni di sinergie che possano portare a risultati e a soluzioni efficaci per il benessere degli autistici e delle loro famiglie.