Allarme furti di olive, Stea chiede la polizia rurale
Presentata un'interrogazione regionale
domenica 19 novembre 2017
"Le recenti notizie sui predoni dell'oro verde, bande di criminali che fanno razzia di olive e fusti di extravergine nelle nostre campagne, non fanno che rafforzare il già alto senso di insicurezza e paura che ormai regna tra i piccoli, i medi e i grandi produttori e imprenditori agricoli pugliesi". E' la denuncia del consigliere regionale Gianni Stea che chiede l'immediata convocazione di un tavolo istituzionale per fare il punto della situazione con i rappresentanti delle Forze dell'Ordine e la concertazione di ulteriori azioni per la prevenzione e la repressione di tali atti criminali.
"Quest'anno le olive hanno raggiunto prezzi da capogirio, con un aumento medio del 30% rispetto al 2016 e con costi destinati a salire ulteriormente alla fine della campagna di raccolta che come è noto si protrae fino a gennaio. Stesso discorso vale per l'uva ancora non raccolta che, alla pianta, può valere fino ad 1,50 euro al kg, con un aumento fino al 70% rispetto al 2016. Insomma i nostri campi sono disseminati di prodotti preziosi che attirano, di conseguenza, bande di ladri più o meno organizzate, tanto che proprio in questi giorni gli stessi produttori sono costretti ad organizzare servizi di vigilanza con ulteriori costi aggiuntivi. Beninteso, da tempo ormai i produttori agricoli sono costretti a fare i conti con furti e ruberie varie ai loro danni, con una mappa del rischio che non esclude alcun territorio della Puglia, ma che vede la massima concentrazione di azioni criminali nel Barese e in Capitanata. Sono situazioni non più sostenibili per un settore ridotto ormai allo stremo e sempre più aggredito dal mercato parallelo di prodotti d'importazione spacciati per made in Puglia. Ribadisco quindi la richiesta per l'impiego dell'ex Polizia provinciale come una vera e propria forza di Polizia rurale. Ricordo – conclude Stea – che il comparto agricolo rappresenta una delle maggiori voci dell'economia pugliese e deve essere messo nella condizione di ripartire per creare nuovamente sviluppo e occupazione, ma al momento deve fare i conti con una serie di situazioni critiche, non da ultima quella della sempre più scarsa sicurezza a causa dei ripetuti furti e di veri e propri atti di sabotaggio riconducibili alle organizzazioni criminali".
"Quest'anno le olive hanno raggiunto prezzi da capogirio, con un aumento medio del 30% rispetto al 2016 e con costi destinati a salire ulteriormente alla fine della campagna di raccolta che come è noto si protrae fino a gennaio. Stesso discorso vale per l'uva ancora non raccolta che, alla pianta, può valere fino ad 1,50 euro al kg, con un aumento fino al 70% rispetto al 2016. Insomma i nostri campi sono disseminati di prodotti preziosi che attirano, di conseguenza, bande di ladri più o meno organizzate, tanto che proprio in questi giorni gli stessi produttori sono costretti ad organizzare servizi di vigilanza con ulteriori costi aggiuntivi. Beninteso, da tempo ormai i produttori agricoli sono costretti a fare i conti con furti e ruberie varie ai loro danni, con una mappa del rischio che non esclude alcun territorio della Puglia, ma che vede la massima concentrazione di azioni criminali nel Barese e in Capitanata. Sono situazioni non più sostenibili per un settore ridotto ormai allo stremo e sempre più aggredito dal mercato parallelo di prodotti d'importazione spacciati per made in Puglia. Ribadisco quindi la richiesta per l'impiego dell'ex Polizia provinciale come una vera e propria forza di Polizia rurale. Ricordo – conclude Stea – che il comparto agricolo rappresenta una delle maggiori voci dell'economia pugliese e deve essere messo nella condizione di ripartire per creare nuovamente sviluppo e occupazione, ma al momento deve fare i conti con una serie di situazioni critiche, non da ultima quella della sempre più scarsa sicurezza a causa dei ripetuti furti e di veri e propri atti di sabotaggio riconducibili alle organizzazioni criminali".