Allarme influenza in tutta la Puglia, più tempo per la vaccinazione
Al Perinei: “Situazione sotto controllo”.
giovedì 22 gennaio 2015
15.30
Stringato il bollettino medico: per la Puglia è allarme influenza. E il campanello suona anche per Gravina.
Preoccupante la diagnosi, oltretutto se si iniziano a contare i primi decessi. In lista nera, un bambino morto a Lecce in seguito all'aggravarsi di una grave patologia polmonare dalla quale era affetto. Mentre sei persone sarebbero ricoverate nei reparti di Rianimazione in condizioni gravi, anche loro con pregressi problemi di salute. 60 mila i pugliesi a letto e ospedali in tilt, tanto che l'Asl di Bari, dopo la decisione del Policlinico, ha sospeso per alcuni giorni i ricoveri ordinari ad eccezione dei pazienti oncologici, per fare spazio alle emergenze.
Per quanto riguarda il nosocomio murgiano, pur attenutosi alle direttive generali, la situazione sarebbe sotto controllo: "I reparti sono pieni ma non c'è nessuna emergenza da carenza posti", fanno sapere dalla direzione del presidio ospedaliero del "Fabio Perinei", guidato da Alessandro Sansonetti. L'ospedale continua a funzionare regolarmente, sebbene sarebbero state prese delle misure preventive per affrontare una eventuale epidemia: "Abbiamo messo in atto un ampliamento straordinario dei posti letto, per evitare un sovrannumero di barelle. La disponibilità per l'area medica è di 38 posti letto, oltre a quelli di Osservazione breve presso il Pronto soccorso. Per quanto riguarda invece l'area chirurgica si sta evitando di bloccarne il regolare funzionamento, cosa che faremo se si dovessero ovviamente presentare le necessità". Nessun decesso e nessun paziente in condizioni particolarmente critiche a causa dell'influenza, ma chiariscono: "E' molto difficile stabilire se i pazienti che presentano delle condizioni di salute critiche, si siano aggravati a causa dell'influenza, bisognerebbe valutare ogni singolo caso con le cartelle cliniche alla mano".
Ben lungi dall'essere un semplice malessere stagionale, a peggiorare le cose sarebbe stata la campagna anti vaccino partita a novembre. "Sono parecchie le vittime", spiega Stefano Silvestri, medico generico gravinese. "Molte le assenze dal lavoro e molti pazienti, soprattutto anziani, ad essere stati colpiti". Silvestri si unisce al coro delle istituzioni medico-scientifiche pugliesi, che rintraccerebbero la causa dell'epidemia, nella psicosi da vaccino dilagata nei mesi scorsi: "Sono circolate delle notizie che poi si sono rivelate assolutamente false. Gli organi di informazione avrebbero dovuto diffondere dei dati reali che avrebbero dovuto essere innanzitutto controprovati dalle competenze sanitarie. Ad oggi non riusciamo a compensare adeguatamente la disinformazione, non riusciamo a convincere i pazienti a vaccinarsi, soprattutto i più anziani, che prendono testualmente quanto detto ad esempio in televisione".
Di qui la necessità di prolungare il periodo utile a vaccinarsi in previsione del picco di febbraio. "Il Ministero della Sanità", continua Silvestri, "ha prolungato i tempi, in seguito alle morti causate da complicazioni, soprattutto per gli anziani".
Secondo le statistiche, ogni anno muoiono 8 mila persone in seguito a complicanze dovute alla mancata vaccinazione e soprattutto per le fasce più deboli, diventa fondamentale la prevenzione. Nessun allarmismo, ma se c'è di mezzo la salute la prudenza non è mai troppa. Perciò per ogni dubbio è sempre bene rivolgersi al proprio medico.
Preoccupante la diagnosi, oltretutto se si iniziano a contare i primi decessi. In lista nera, un bambino morto a Lecce in seguito all'aggravarsi di una grave patologia polmonare dalla quale era affetto. Mentre sei persone sarebbero ricoverate nei reparti di Rianimazione in condizioni gravi, anche loro con pregressi problemi di salute. 60 mila i pugliesi a letto e ospedali in tilt, tanto che l'Asl di Bari, dopo la decisione del Policlinico, ha sospeso per alcuni giorni i ricoveri ordinari ad eccezione dei pazienti oncologici, per fare spazio alle emergenze.
Per quanto riguarda il nosocomio murgiano, pur attenutosi alle direttive generali, la situazione sarebbe sotto controllo: "I reparti sono pieni ma non c'è nessuna emergenza da carenza posti", fanno sapere dalla direzione del presidio ospedaliero del "Fabio Perinei", guidato da Alessandro Sansonetti. L'ospedale continua a funzionare regolarmente, sebbene sarebbero state prese delle misure preventive per affrontare una eventuale epidemia: "Abbiamo messo in atto un ampliamento straordinario dei posti letto, per evitare un sovrannumero di barelle. La disponibilità per l'area medica è di 38 posti letto, oltre a quelli di Osservazione breve presso il Pronto soccorso. Per quanto riguarda invece l'area chirurgica si sta evitando di bloccarne il regolare funzionamento, cosa che faremo se si dovessero ovviamente presentare le necessità". Nessun decesso e nessun paziente in condizioni particolarmente critiche a causa dell'influenza, ma chiariscono: "E' molto difficile stabilire se i pazienti che presentano delle condizioni di salute critiche, si siano aggravati a causa dell'influenza, bisognerebbe valutare ogni singolo caso con le cartelle cliniche alla mano".
Ben lungi dall'essere un semplice malessere stagionale, a peggiorare le cose sarebbe stata la campagna anti vaccino partita a novembre. "Sono parecchie le vittime", spiega Stefano Silvestri, medico generico gravinese. "Molte le assenze dal lavoro e molti pazienti, soprattutto anziani, ad essere stati colpiti". Silvestri si unisce al coro delle istituzioni medico-scientifiche pugliesi, che rintraccerebbero la causa dell'epidemia, nella psicosi da vaccino dilagata nei mesi scorsi: "Sono circolate delle notizie che poi si sono rivelate assolutamente false. Gli organi di informazione avrebbero dovuto diffondere dei dati reali che avrebbero dovuto essere innanzitutto controprovati dalle competenze sanitarie. Ad oggi non riusciamo a compensare adeguatamente la disinformazione, non riusciamo a convincere i pazienti a vaccinarsi, soprattutto i più anziani, che prendono testualmente quanto detto ad esempio in televisione".
Di qui la necessità di prolungare il periodo utile a vaccinarsi in previsione del picco di febbraio. "Il Ministero della Sanità", continua Silvestri, "ha prolungato i tempi, in seguito alle morti causate da complicazioni, soprattutto per gli anziani".
Secondo le statistiche, ogni anno muoiono 8 mila persone in seguito a complicanze dovute alla mancata vaccinazione e soprattutto per le fasce più deboli, diventa fondamentale la prevenzione. Nessun allarmismo, ma se c'è di mezzo la salute la prudenza non è mai troppa. Perciò per ogni dubbio è sempre bene rivolgersi al proprio medico.