Amministrative 2012: arrivano i programmi
Pug e piano dei rifiuti i più gettonati. Il centro storico al centro dei progetti culturali tra finanziamenti pubblici e iniziative private
sabato 14 aprile 2012
17.33
E venne l'ora dei programmi. Dopo le interminabili diatribe per l'individuazione del candidato sindaco e la corsa per la composizione delle liste è finalmente arrivato il momento di capire cosa le quattro coalizioni vogliono fare a Gravina e per Gravina. Tra chi si è impegnato di più e chi è andato un po' a memoria, inutile sottolineare che sono tanti i copia-incolla esibiti con nonchalance sotto il segno della green economy e della cittadinanza attiva. Nella top 10 delle promesse scopiazzate appaiono in vetta alla classifica il Piano Urbanistico Generale (Pug) e il nuovo bando per la gestione dei rifiuti seguiti a stretto giro dalla hit 2011 "Rigenerazione del Centro Storico".
Con Laura Marchetti, il candidato saltato fuori dal cilindro di Rifondazione comunista all'ultimo minuto, l'obiettivo è realizzare una Gravina "bella, accogliente, solidale, ricca di lavoro e di memoria". Un appello che suonerebbe quasi come una burla se nelle tre pagine dedicate al programma, il "sogno" non fosse sostenuto da una convinzione che accomuna buona parte dei gravinesi: rivalutare senza snaturare il patrimonio storico, paesaggistico e la cultura stessa della nostra comunità trasformando Gravina in una città ricca di opere di pubblica utilità dove i quartieri tornano a vivere e ad essere il primo centro educativo delle giovani generazioni.
Diametralmente opposta, almeno nello slogan iniziale è il programma di Alesio Valente che punta tutto sul Cambia…mente a partire dalla rivoluzione culturale e politica che il giovane candidato si prefigge di attuare partendo dalla "consapevolezza che la rappresentanza politica non è mai avulsa dal contesto socio-economico e culturale che rappresenta". Di qui nasce il desiderio di una opera amministrativa condivisa e partecipata con tutta la cittadinanza per poter costruire insieme un modo differente di governare la città basato sulle esigenze degli stessi cittadini. In questo caso l'obiettivo è creare una città a misura d'uomo dove il rispetto delle regole urbanistiche prima, e ambientali poi, diventano il principio fondamentale da cui partire per redigere il nuovo Piano urbanistico generale e per risolvere, in verità con non meglio precisate soluzioni, le annose questioni su cui sono cadute numerose amministrazioni, prima fra tutte Case bianche e B4 oltre al completamento della procedura per rendere edificabili le zone C3, al recupero del già redatto Piano di riqualificazione delle periferie (Pirp), sino ad attuare i programmi di edilizia pubblica convenzionata e Housing sociale. Dunque creare non solo opere ma un modo nuovo di governare per poi recuperare praticamente tutto: parco Robinson, parco archeologico, centro storico, monumenti e Gravina sotterranea per rilanciare, anche se sarebbe più corretto dire "costruire" una rete turistica efficace ed efficiente.
A sostenere la candidatura di Valente ben 18 pagine ricche di idee, progetti ed energie profuse a tutto sesto per realizzare già nei primi 100 giorni di governo ben 18 importanti punti tra cui campeggia l'istituzione del tanto agognato Ente fiera. E tra il rilancio del settore agricolo e i finanziamenti alle nuove attività giovanili spunta la lotta al randagismo liquidata in poche parole o meglio con due progetti già in itinere: realizzazione di un canile sanitario e costruzione di un canile rifugio.
Sul fronte ambiente, Valente così come il suo diretto avversario Rino Vendola la butta sul green e sulle energie rinnovabili puntando all'autosostentamento energetico dell'intera cittadinanza e allo sfruttamento di tutte le risorse naturali. Da entrambi gli schieramenti emerge la necessità di approntare subito uno nuovo piano per lo smaltimento dei rifiuti puntando innanzitutto sulla raccolta differenziata.
Rino Vendola, che almeno nell'esecuzione del compitino sembra il più preparato non fosse altro che con 20 pagine è riuscito a tratteggiare la Gravina del futuro immaginandola come un immenso cantiere, ci offre un programma in linea con la sua campagna elettorale.Tra mille amarcord ripesca i finanziamenti dell'area vasta e i fondi per il recupero delle periferie. Nel programma vendoliano c'è anche posto per la sanità pubblica con l'impegno di concretizzare gli obiettivi fissati dal Piano sociale di zona e intervenire per il completamento dell'Ospedale della Murgia a condizione che lo stesso diventi un polo di eccellenza. Il navigato Rino punta tutto sui giovani e sulla cultura. Ai primi promette centri sportivi e culturali, wi-fi gratuito e centri di ascolto delle problematiche giovanili oltre alle consulenze nello sviluppo del proprio curriculum vitae sfruttando il Piano Locale Giovani un progetto del Ministero delle politiche giovanili finalizzato a sostenere i ragazzi in tutte le loro attività sino alla creazione di GravinaHUb "un luogo fisico di lavoro condiviso che favorisca l'incontro di giovani menti". In ambito culturale invece con una sola battuta si è inimicato proprio tutti dopo aver raso al suolo il lavoro sin qui svolto: "Il futuro del turismo a Gravina dovrà passare da un volontariato sterile ad un terziario produttivo avanzato" e allora via con la formazione degli operatori e con la valorizzazione dei nostri musei. Cultura ed enogastronomia vanno a braccetto per promuovere Gravina tra le eccellenze italiane anche attraverso la creazione di una serie di musei di quartiere finalizzati al recupero dei tanti monumenti disseminati in città.
In questa battaglia tutta interna al centro sinistra c'è posto anche per la light coalizione di centro destra che nel lavaggio ad alte temperature subito dalle liste ha incluso anche il programma elettorale ridotto a poco più di una pagina. Senza il famoso detersivo che salva forma e colori, sono praticamente sparite le mille idee dell'epoca Divella e il "sogno" si è ridotto ad un piano di lavoro a medio termine. Quanto basta, però, per elencare ciò che serve e ciò che Gravina Sviluppo, la lista creata dal candidato sindaco Capone, chiede da diversi anni e a diverse amministrazioni. Parole d'ordine: sviluppo ed impresa puntando sulle nuove realtà e sulla valorizzazione delle eccellenze del territorio, soprattutto agro alimentari, partendo dal miglioramento della viabilità stradale e ferroviaria così da costituire un vero e proprio traino per lo sviluppo della cultura e del turismo cittadino. Nel programma targato Capone c'è anche spazio per la valorizzazione del Bosco Difesa Grande e la riqualificazione del centro storico insieme alla valorizzazione dei borghi rurali di Dolcecanto e della Murgetta. Un programma che si tinge a tratti di rosa proponendo asili nido nelle aziende e parcheggi riservati alle sole donne oltre a favorire la partecipazioni del sesso debole alla vita della comunità.
Questo e tanto altro ancora ciò che i quattro candidati propongono. Ognuno a modo proprio, con le proprie idee e con le propria scala di valori. Su una cosa però sono tutti d'accordo: tra la Gravina che vogliamo e la Gravina che costruiremo, la realtà non piace proprio a nessuno.
Con Laura Marchetti, il candidato saltato fuori dal cilindro di Rifondazione comunista all'ultimo minuto, l'obiettivo è realizzare una Gravina "bella, accogliente, solidale, ricca di lavoro e di memoria". Un appello che suonerebbe quasi come una burla se nelle tre pagine dedicate al programma, il "sogno" non fosse sostenuto da una convinzione che accomuna buona parte dei gravinesi: rivalutare senza snaturare il patrimonio storico, paesaggistico e la cultura stessa della nostra comunità trasformando Gravina in una città ricca di opere di pubblica utilità dove i quartieri tornano a vivere e ad essere il primo centro educativo delle giovani generazioni.
Diametralmente opposta, almeno nello slogan iniziale è il programma di Alesio Valente che punta tutto sul Cambia…mente a partire dalla rivoluzione culturale e politica che il giovane candidato si prefigge di attuare partendo dalla "consapevolezza che la rappresentanza politica non è mai avulsa dal contesto socio-economico e culturale che rappresenta". Di qui nasce il desiderio di una opera amministrativa condivisa e partecipata con tutta la cittadinanza per poter costruire insieme un modo differente di governare la città basato sulle esigenze degli stessi cittadini. In questo caso l'obiettivo è creare una città a misura d'uomo dove il rispetto delle regole urbanistiche prima, e ambientali poi, diventano il principio fondamentale da cui partire per redigere il nuovo Piano urbanistico generale e per risolvere, in verità con non meglio precisate soluzioni, le annose questioni su cui sono cadute numerose amministrazioni, prima fra tutte Case bianche e B4 oltre al completamento della procedura per rendere edificabili le zone C3, al recupero del già redatto Piano di riqualificazione delle periferie (Pirp), sino ad attuare i programmi di edilizia pubblica convenzionata e Housing sociale. Dunque creare non solo opere ma un modo nuovo di governare per poi recuperare praticamente tutto: parco Robinson, parco archeologico, centro storico, monumenti e Gravina sotterranea per rilanciare, anche se sarebbe più corretto dire "costruire" una rete turistica efficace ed efficiente.
A sostenere la candidatura di Valente ben 18 pagine ricche di idee, progetti ed energie profuse a tutto sesto per realizzare già nei primi 100 giorni di governo ben 18 importanti punti tra cui campeggia l'istituzione del tanto agognato Ente fiera. E tra il rilancio del settore agricolo e i finanziamenti alle nuove attività giovanili spunta la lotta al randagismo liquidata in poche parole o meglio con due progetti già in itinere: realizzazione di un canile sanitario e costruzione di un canile rifugio.
Sul fronte ambiente, Valente così come il suo diretto avversario Rino Vendola la butta sul green e sulle energie rinnovabili puntando all'autosostentamento energetico dell'intera cittadinanza e allo sfruttamento di tutte le risorse naturali. Da entrambi gli schieramenti emerge la necessità di approntare subito uno nuovo piano per lo smaltimento dei rifiuti puntando innanzitutto sulla raccolta differenziata.
Rino Vendola, che almeno nell'esecuzione del compitino sembra il più preparato non fosse altro che con 20 pagine è riuscito a tratteggiare la Gravina del futuro immaginandola come un immenso cantiere, ci offre un programma in linea con la sua campagna elettorale.Tra mille amarcord ripesca i finanziamenti dell'area vasta e i fondi per il recupero delle periferie. Nel programma vendoliano c'è anche posto per la sanità pubblica con l'impegno di concretizzare gli obiettivi fissati dal Piano sociale di zona e intervenire per il completamento dell'Ospedale della Murgia a condizione che lo stesso diventi un polo di eccellenza. Il navigato Rino punta tutto sui giovani e sulla cultura. Ai primi promette centri sportivi e culturali, wi-fi gratuito e centri di ascolto delle problematiche giovanili oltre alle consulenze nello sviluppo del proprio curriculum vitae sfruttando il Piano Locale Giovani un progetto del Ministero delle politiche giovanili finalizzato a sostenere i ragazzi in tutte le loro attività sino alla creazione di GravinaHUb "un luogo fisico di lavoro condiviso che favorisca l'incontro di giovani menti". In ambito culturale invece con una sola battuta si è inimicato proprio tutti dopo aver raso al suolo il lavoro sin qui svolto: "Il futuro del turismo a Gravina dovrà passare da un volontariato sterile ad un terziario produttivo avanzato" e allora via con la formazione degli operatori e con la valorizzazione dei nostri musei. Cultura ed enogastronomia vanno a braccetto per promuovere Gravina tra le eccellenze italiane anche attraverso la creazione di una serie di musei di quartiere finalizzati al recupero dei tanti monumenti disseminati in città.
In questa battaglia tutta interna al centro sinistra c'è posto anche per la light coalizione di centro destra che nel lavaggio ad alte temperature subito dalle liste ha incluso anche il programma elettorale ridotto a poco più di una pagina. Senza il famoso detersivo che salva forma e colori, sono praticamente sparite le mille idee dell'epoca Divella e il "sogno" si è ridotto ad un piano di lavoro a medio termine. Quanto basta, però, per elencare ciò che serve e ciò che Gravina Sviluppo, la lista creata dal candidato sindaco Capone, chiede da diversi anni e a diverse amministrazioni. Parole d'ordine: sviluppo ed impresa puntando sulle nuove realtà e sulla valorizzazione delle eccellenze del territorio, soprattutto agro alimentari, partendo dal miglioramento della viabilità stradale e ferroviaria così da costituire un vero e proprio traino per lo sviluppo della cultura e del turismo cittadino. Nel programma targato Capone c'è anche spazio per la valorizzazione del Bosco Difesa Grande e la riqualificazione del centro storico insieme alla valorizzazione dei borghi rurali di Dolcecanto e della Murgetta. Un programma che si tinge a tratti di rosa proponendo asili nido nelle aziende e parcheggi riservati alle sole donne oltre a favorire la partecipazioni del sesso debole alla vita della comunità.
Questo e tanto altro ancora ciò che i quattro candidati propongono. Ognuno a modo proprio, con le proprie idee e con le propria scala di valori. Su una cosa però sono tutti d'accordo: tra la Gravina che vogliamo e la Gravina che costruiremo, la realtà non piace proprio a nessuno.