Anche i forestali pugliesi in protesta a Roma
"No allo scioglimento ed alla militarizzazione del corpo".
martedì 4 agosto 2015
9.11
Forestali in agitazione contro il disegno di legge Madia sulla riforma della pubblica amministrazione. Alla protesta organizzata dai sindacati martedì 4 agosto in piazza della Rotonda a Roma, parteciperà anche una folta delegazione di Forestali pugliesi, come fa sapere Carlo Moramarco dalla segreteria regionale del Sindacato Nazionale Forestale.
La riforma, arrivata ormai alla discussione in Senato, prevede lo scioglimento del Corpo, ponendo le basi per l'accorpamento della Forestale in un'altra forza (con tutta probabilità i Carabinieri). Si tratterebbe di un trasferimento in blocco, anche se si concedono spazi a quanti preferiscano non essere, come si dice da più parti, 'militarizzati'. Ma le sigle sindacali del Corpo non ci stanno, e alzano la voce. "Il vero pericolo di questa operazione di pura facciata è proprio la perdita di identità di una polizia ambientale e agroalimentare che andrebbe invece rafforzata e sostenuta, oltre che riorganizzata. Inoltre, transitare in un forza di polizia militare farebbe perdere quel carattere di prevenzione ambientale che tanti effetti positivi ha avuto fino ad oggi, esaltando la sola funzione di repressione", si legge nella nota comune diffusa dai sindacati.
"Dopo oltre un decennio di gestione inqualificabile da parte del Capo del Corpo" - continuano i leader sindacali – "oggi registriamo un ulteriore fallimento, visto che risulta essere uno dei principali artefici della proposta di accorpamento del CFS ai Carabinieri, contro la volontà di quasi tutti i dipendenti e per questo richiediamo al Governo responsabilità e di valutare l'opportunità di non consentirgli la gestione di questo delicato passaggio istituzionale."
I sindacati si dichiarano infine disponibili a riallacciare "qualsiasi forma di dialogo" con il Governo, dialogo che però preveda la tutela "delle professionalità e le specificità dei Forestali e del Corpo", modificando dunque il contenuto del disegno di legge, continuando la protesta se ciò non dovesse avvenire.
La riforma, arrivata ormai alla discussione in Senato, prevede lo scioglimento del Corpo, ponendo le basi per l'accorpamento della Forestale in un'altra forza (con tutta probabilità i Carabinieri). Si tratterebbe di un trasferimento in blocco, anche se si concedono spazi a quanti preferiscano non essere, come si dice da più parti, 'militarizzati'. Ma le sigle sindacali del Corpo non ci stanno, e alzano la voce. "Il vero pericolo di questa operazione di pura facciata è proprio la perdita di identità di una polizia ambientale e agroalimentare che andrebbe invece rafforzata e sostenuta, oltre che riorganizzata. Inoltre, transitare in un forza di polizia militare farebbe perdere quel carattere di prevenzione ambientale che tanti effetti positivi ha avuto fino ad oggi, esaltando la sola funzione di repressione", si legge nella nota comune diffusa dai sindacati.
"Dopo oltre un decennio di gestione inqualificabile da parte del Capo del Corpo" - continuano i leader sindacali – "oggi registriamo un ulteriore fallimento, visto che risulta essere uno dei principali artefici della proposta di accorpamento del CFS ai Carabinieri, contro la volontà di quasi tutti i dipendenti e per questo richiediamo al Governo responsabilità e di valutare l'opportunità di non consentirgli la gestione di questo delicato passaggio istituzionale."
I sindacati si dichiarano infine disponibili a riallacciare "qualsiasi forma di dialogo" con il Governo, dialogo che però preveda la tutela "delle professionalità e le specificità dei Forestali e del Corpo", modificando dunque il contenuto del disegno di legge, continuando la protesta se ciò non dovesse avvenire.