Ancora disagi per i residenti di via Fighera e via Scale Lunghe
"A quattro anni dai crolli poco è stato fatto".
martedì 18 agosto 2015
8.56
Sono passati quattro anni dal crollo della sagrestia della chiesetta di Santa Cecilia in via Fighera, e tre da quello del palazzo adiacente alla chiesa in via Scale Lunghe, ma i residenti della zona continuano a lamentare la scarsa attenzione delle istituzioni ed a denunciare le criticità che ancora sussistono nell'area.
Perché, in pieno periodo di rigenerazione urbana, capita che a due passi da piazza della Repubblica le macerie della chiesetta siano ancora lì, giacciano per terra in una zona che il Comune ha provveduto a murare e chiudere al transito. Ma, nonostante la vista e l'incolumità dei passanti sia stata messa in salvo, sono i residenti a protestare nei confronti di quelli amministratori che "hanno promesso in campagna elettorale e poi si sono dileguati", trincerandosi dietro un "la questione riguarda i privati".
Rientrati in casa da due mesi, dopo quattro anni di assenza a causa dell'ordinanza di sgombero, una famiglia residente in zona ha voluto denunciare la situazione di degrado in cui ancora versa l'area in cui insisteva la chiesetta, nonché i pericoli che potrebbero ripresentarsi con l'arrivo dell'autunno. "All'epoca gli amministratori ci hanno costretti a sgomberare la casa ma, rientrati dopo quattro anni, notiamo come nessuna messa in sicurezza sia stata assicurata. Abbiamo risolto privatamente, con i proprietari di un immobile adiacente al nostro, una situazione di criticità strutturale, ma il problema è che dal Comune niente è stato fatto per rimuovere le macerie. Inoltre, anche altri palazzi limitrofi versano in condizioni critiche, con il rischio di ulteriori crolli. I palazzi appartengono a privati i cui eredi sono ormai non rintracciabili, perché dal Comune non intervengono per scongiurare il pericolo?".
"In questo periodo l'amministrazione parla tanto di rigenerazione del centro storico. Ebbene, questa parte del centro antico è ancora inaccessibile e ricoperta di macerie. Al contrario i lavori di rigenerazioneincludono via Montea, interessata anch'essa dai crolli nello stesso 2011. Perché il trattamento è stato diverso?". La preoccupazione dei cittadini è che gli eventi del 2011 si ripropongano. Prima del crollo di quell'anno, infatti, numerose erano state le segnalazioni ed i sopralluoghi che certificavano l'instabilità degli immobili poi crollati. In quel caso, nonostante le verifiche, gli interventi non erano stati effettuati in tempo per scongiurare i crolli. La speranza è che la storia non si ripeta.
Perché, in pieno periodo di rigenerazione urbana, capita che a due passi da piazza della Repubblica le macerie della chiesetta siano ancora lì, giacciano per terra in una zona che il Comune ha provveduto a murare e chiudere al transito. Ma, nonostante la vista e l'incolumità dei passanti sia stata messa in salvo, sono i residenti a protestare nei confronti di quelli amministratori che "hanno promesso in campagna elettorale e poi si sono dileguati", trincerandosi dietro un "la questione riguarda i privati".
Rientrati in casa da due mesi, dopo quattro anni di assenza a causa dell'ordinanza di sgombero, una famiglia residente in zona ha voluto denunciare la situazione di degrado in cui ancora versa l'area in cui insisteva la chiesetta, nonché i pericoli che potrebbero ripresentarsi con l'arrivo dell'autunno. "All'epoca gli amministratori ci hanno costretti a sgomberare la casa ma, rientrati dopo quattro anni, notiamo come nessuna messa in sicurezza sia stata assicurata. Abbiamo risolto privatamente, con i proprietari di un immobile adiacente al nostro, una situazione di criticità strutturale, ma il problema è che dal Comune niente è stato fatto per rimuovere le macerie. Inoltre, anche altri palazzi limitrofi versano in condizioni critiche, con il rischio di ulteriori crolli. I palazzi appartengono a privati i cui eredi sono ormai non rintracciabili, perché dal Comune non intervengono per scongiurare il pericolo?".
"In questo periodo l'amministrazione parla tanto di rigenerazione del centro storico. Ebbene, questa parte del centro antico è ancora inaccessibile e ricoperta di macerie. Al contrario i lavori di rigenerazioneincludono via Montea, interessata anch'essa dai crolli nello stesso 2011. Perché il trattamento è stato diverso?". La preoccupazione dei cittadini è che gli eventi del 2011 si ripropongano. Prima del crollo di quell'anno, infatti, numerose erano state le segnalazioni ed i sopralluoghi che certificavano l'instabilità degli immobili poi crollati. In quel caso, nonostante le verifiche, gli interventi non erano stati effettuati in tempo per scongiurare i crolli. La speranza è che la storia non si ripeta.