Angelastro, Pd: “Nulla sarà come prima”
Riflessioni sulla nuova fase in una lunga lettera del segretario Dem
martedì 5 maggio 2020
Una lettera accorata e sentita rivolta non solo agli iscritti del partito democratico di Gravina, ma a tutti i cittadini. La firma è del segretario dei Democratici di Gravina, Nico Angelastro, che ha voluto rilasciare alcune considerazioni sul momento difficile, sia dal punto di vista pubblico che privato, esprimendo stati d'animo personali, sensazioni e concetti da uomo politico.
"Nulla sarà come prima"- scrive Angelastro, che poi continua- "questa frase suscita in me, uomo e segretario, diverse sensazioni. Si alternano momenti di ottimismo (quando finirà, cambieremo tutti) e momenti di pessimismo (non cambieremo, anzi). Ma i momenti alternanti accordano su una certezza: la pandemia mette un punto. Molti di noi si affanneranno a ritornare alla "vita" di prima oppure a ricostruire una nuova vita del "dopo" ma tutto dopo aver posto un punto. La pandemia è un punto. Un punto nelle nostre vite pubbliche e private. La quarantena ha sospeso le nostre attività economiche e sociali, relegandoci in un limbo che, perlomeno, ci concede il tempo di pensare. Certo, lo ammetto i pensieri dell'11 marzo non sono di certo uguali a quelli del 30 aprile".
Il segretario dei Democratici di Gravina poi passa alle considerazioni di carattere politico. "Nella nostra vita politica, nulla sarà come prima- afferma Angelastro-. Fare il segretario di una forza politica di governo, non è mai facile. Chi mi conosce bene sa che, con tutti i miei limiti, sono un uomo di trincea. Perchè i rigori possono tirarli soltanto chi sa che li può sbagliare. In questi due anni di mandato è successo di tutto. Il Partito che cambia pelle, che vince a Gravina, che perde e che ritorna al governo a Roma. Più volte ho pensato di mollare ma, meno male, una volta in più ho pensato che ne valesse la pena. Perché non è questione di potere o di ruolo, ma di poter servire la propria comunità. Il partito è una palestra, lo è stata dal primo in cui ci ho messo piede. E non fa nulla se la Storia, quella con la S maiuscola, si rifà viva tutta assieme e si para davanti come un muro".
Un partito descritto da Angelastro come al servizio della città ed impegnato in questa fase a fare da supporto a chi chiede aiuto. "Il Partito in questi giorni è impegnato, con le tecnologie digitali, a diventare uno sportello per i cittadini, i giovani, i lavoratori e le imprese del territorio. Abbiamo attivato tutti i nostri rappresentanti per essere costantemente aggiornati e siamo impegnati in un confronto e sollecitazione quotidiana. Questa sarà la bussola del Partito Democratico di Gravina nei prossimi anni: il partito come centro di interessi diversi e generali, che è in grado di unirli e di compensarli senza ruffianarli ed illuderli". Ma anche nella nostra città, per il segretario del Pd nulla sarà come prima.
"Gravina, come tutte le altre città, soffre particolarmente il lockdown. Una città lavoratrice che non è abituata a stare ferma. Pensate quanto possa essere danneggiata una città nota per il buon cibo e per la qualità della ristorazione e della ricettività. Una città che si è distinta per la sua solidarietà, come pochi rispetto ad altre comunità, verso chi si trova in difficoltà. Verso chi con dignità enorme (e ne ho sentiti e visti) sta soffrendo le restrizioni economiche derivanti da questa sciagura. Una città che ha tanti suoi infermieri, medici e operatori sul campo di battaglia della Lombardia"- commenta Angelastro, sottolineando come il mantra della nostra comunità e della nostra amministrazione comunale è stato sempre "nessuno deve essere lasciato da solo.
"Questo deve essere il nostro mantra anche per le nostre tante piccole imprese che, in questi giorni, stanno soffrendo particolarmente questa pandemia. Tanti e tra questi rientra il mondo della ristorazione di elevata qualità (composta da tanti miei coetanei!) della nostra città che ha bisogno di un sostegno economico netto. La pandemia non fa distinzioni: anche chi aveva buoni risultati economici si è ritrovato ad avere un crollo. E che tra qualche mese se non tra qualche giorno sarà costretta a dover licenziare, a dover ridurre i propri acquisti, a dover chiudere. Non possiamo permetterci questo: nessuno deve chiudere, nessuno deve licenziare. Per questo ritengo che la direzione che il Sindaco e l'Amministrazione Comunale hanno intrapreso sia quella giusta: abbiamo bisogno di rastrellare tutte le risorse possibili per poter continuare ad aiutare e detassare le imprese locali, nei margini consentiti.
Tutto lo sforzo possibile in questa direzione che il Partito Democratico appoggia su tutta la linea. Nella nostra amministrazione, nulla sarà come prima. Tutti coloro i quali si ritrovano a gestire e parlare della politica locale sono particolarmente impegnati nella vicenda. E, positivamente, tutti ci stiamo distinguendo. La classe dirigente locale, maggioranza e opposizione, si è distinta per una dialettica propositiva e collaborativa, come tutta la città ci chiede da tempo.
Per noi, cara maggioranza, sarà dura: riprendere vorrà dire confrontarsi con chi si trova in difficoltà con lo slancio, contemporaneo, di chi deve pensare alla città del domani. Non è retorica: è finito il tempo degli isterismi di partito o dei singoli consiglieri. È finito il tempo del tatticismo e delle partite a scacchi. Tutti saremo impegnati in una conclusione del mandato elettorale difficile e imprevista. E non mi sembra proprio il caso di continuare un dibattito che in molti casi è stato inutile, retorico e villano. Questa pandemia deve essere un punto anche per tutti noi: o si cambia registro, o si concede spazio ad altri scenari.
Sappiamo bene che con il Movimento Cinque Stelle condividiamo la responsabilità del governo nazionale in un momento tragico e storico. Seppure nel rispetto dei nostri ruoli, nei prossimi mesi le nostre forze politiche saranno impegnate a contrastare una pandemia globale e a ricostruire le proprie comunità ferite nella peggiore crisi economica dal dopoguerra. È un aspetto che non posso, da segretario, non considerare: ritengo opportuno che, nei prossimi mesi, abbiamo il dovere di dialogare su diversi tavoli e in maniera privilegiata come già si è avviato in questi mesi. Questa Festa del Lavoro, non è stata come le altre volte.
"Festeggiare" non è proprio il verbo adatto in questa situazione. "Ricordare" si. Ricordare chi ha dato alta dignità al lavoro, all'attività umana come forma di emancipazione che ci ricorda la nostra Costituzione nel suo primo articolo. Dunque, mi preparo io, come voi, ad una traversata lunga e particolare e avevo voglia di dirvelo"- conclude il segretario del Partito Democratico, Nico Angelastro.
"Nulla sarà come prima"- scrive Angelastro, che poi continua- "questa frase suscita in me, uomo e segretario, diverse sensazioni. Si alternano momenti di ottimismo (quando finirà, cambieremo tutti) e momenti di pessimismo (non cambieremo, anzi). Ma i momenti alternanti accordano su una certezza: la pandemia mette un punto. Molti di noi si affanneranno a ritornare alla "vita" di prima oppure a ricostruire una nuova vita del "dopo" ma tutto dopo aver posto un punto. La pandemia è un punto. Un punto nelle nostre vite pubbliche e private. La quarantena ha sospeso le nostre attività economiche e sociali, relegandoci in un limbo che, perlomeno, ci concede il tempo di pensare. Certo, lo ammetto i pensieri dell'11 marzo non sono di certo uguali a quelli del 30 aprile".
Il segretario dei Democratici di Gravina poi passa alle considerazioni di carattere politico. "Nella nostra vita politica, nulla sarà come prima- afferma Angelastro-. Fare il segretario di una forza politica di governo, non è mai facile. Chi mi conosce bene sa che, con tutti i miei limiti, sono un uomo di trincea. Perchè i rigori possono tirarli soltanto chi sa che li può sbagliare. In questi due anni di mandato è successo di tutto. Il Partito che cambia pelle, che vince a Gravina, che perde e che ritorna al governo a Roma. Più volte ho pensato di mollare ma, meno male, una volta in più ho pensato che ne valesse la pena. Perché non è questione di potere o di ruolo, ma di poter servire la propria comunità. Il partito è una palestra, lo è stata dal primo in cui ci ho messo piede. E non fa nulla se la Storia, quella con la S maiuscola, si rifà viva tutta assieme e si para davanti come un muro".
Un partito descritto da Angelastro come al servizio della città ed impegnato in questa fase a fare da supporto a chi chiede aiuto. "Il Partito in questi giorni è impegnato, con le tecnologie digitali, a diventare uno sportello per i cittadini, i giovani, i lavoratori e le imprese del territorio. Abbiamo attivato tutti i nostri rappresentanti per essere costantemente aggiornati e siamo impegnati in un confronto e sollecitazione quotidiana. Questa sarà la bussola del Partito Democratico di Gravina nei prossimi anni: il partito come centro di interessi diversi e generali, che è in grado di unirli e di compensarli senza ruffianarli ed illuderli". Ma anche nella nostra città, per il segretario del Pd nulla sarà come prima.
"Gravina, come tutte le altre città, soffre particolarmente il lockdown. Una città lavoratrice che non è abituata a stare ferma. Pensate quanto possa essere danneggiata una città nota per il buon cibo e per la qualità della ristorazione e della ricettività. Una città che si è distinta per la sua solidarietà, come pochi rispetto ad altre comunità, verso chi si trova in difficoltà. Verso chi con dignità enorme (e ne ho sentiti e visti) sta soffrendo le restrizioni economiche derivanti da questa sciagura. Una città che ha tanti suoi infermieri, medici e operatori sul campo di battaglia della Lombardia"- commenta Angelastro, sottolineando come il mantra della nostra comunità e della nostra amministrazione comunale è stato sempre "nessuno deve essere lasciato da solo.
"Questo deve essere il nostro mantra anche per le nostre tante piccole imprese che, in questi giorni, stanno soffrendo particolarmente questa pandemia. Tanti e tra questi rientra il mondo della ristorazione di elevata qualità (composta da tanti miei coetanei!) della nostra città che ha bisogno di un sostegno economico netto. La pandemia non fa distinzioni: anche chi aveva buoni risultati economici si è ritrovato ad avere un crollo. E che tra qualche mese se non tra qualche giorno sarà costretta a dover licenziare, a dover ridurre i propri acquisti, a dover chiudere. Non possiamo permetterci questo: nessuno deve chiudere, nessuno deve licenziare. Per questo ritengo che la direzione che il Sindaco e l'Amministrazione Comunale hanno intrapreso sia quella giusta: abbiamo bisogno di rastrellare tutte le risorse possibili per poter continuare ad aiutare e detassare le imprese locali, nei margini consentiti.
Tutto lo sforzo possibile in questa direzione che il Partito Democratico appoggia su tutta la linea. Nella nostra amministrazione, nulla sarà come prima. Tutti coloro i quali si ritrovano a gestire e parlare della politica locale sono particolarmente impegnati nella vicenda. E, positivamente, tutti ci stiamo distinguendo. La classe dirigente locale, maggioranza e opposizione, si è distinta per una dialettica propositiva e collaborativa, come tutta la città ci chiede da tempo.
Per noi, cara maggioranza, sarà dura: riprendere vorrà dire confrontarsi con chi si trova in difficoltà con lo slancio, contemporaneo, di chi deve pensare alla città del domani. Non è retorica: è finito il tempo degli isterismi di partito o dei singoli consiglieri. È finito il tempo del tatticismo e delle partite a scacchi. Tutti saremo impegnati in una conclusione del mandato elettorale difficile e imprevista. E non mi sembra proprio il caso di continuare un dibattito che in molti casi è stato inutile, retorico e villano. Questa pandemia deve essere un punto anche per tutti noi: o si cambia registro, o si concede spazio ad altri scenari.
Sappiamo bene che con il Movimento Cinque Stelle condividiamo la responsabilità del governo nazionale in un momento tragico e storico. Seppure nel rispetto dei nostri ruoli, nei prossimi mesi le nostre forze politiche saranno impegnate a contrastare una pandemia globale e a ricostruire le proprie comunità ferite nella peggiore crisi economica dal dopoguerra. È un aspetto che non posso, da segretario, non considerare: ritengo opportuno che, nei prossimi mesi, abbiamo il dovere di dialogare su diversi tavoli e in maniera privilegiata come già si è avviato in questi mesi. Questa Festa del Lavoro, non è stata come le altre volte.
"Festeggiare" non è proprio il verbo adatto in questa situazione. "Ricordare" si. Ricordare chi ha dato alta dignità al lavoro, all'attività umana come forma di emancipazione che ci ricorda la nostra Costituzione nel suo primo articolo. Dunque, mi preparo io, come voi, ad una traversata lunga e particolare e avevo voglia di dirvelo"- conclude il segretario del Partito Democratico, Nico Angelastro.