Archè, primo appuntamento della IIIa edizione
Le mille e una notte dei Radiodervish e del Teatro delle ombre.
lunedì 1 settembre 2014
11.49
Apertura in grande stile per Archè.
Il primo appuntamento con il Festival delle Origini quest'anno preferisce ripartire, ormai giunto alla sua terza edizione, vestendosi di chiaroscuri. Radiodervish e Teatro delle Ombre di Silvio Gioia raccontano "Le mille e una notte". Un eclettico incontro di arti, musica, immagini e storie, che volano sul tappeto magico della notte gravinese.
"Le mille e una notte è un meticcio" spiega l'assessore alle espressività artistiche e culturali, Laura Marchetti. E' lei la promotrice della rassegna di archeologia, architettura, antropologia e perdute narrazioni, realizzata in collaborazione con la Fondazione Ettore Pomarici Santomasi, la Provincia di Bari, il Gal Murgia Più e le Officine Culturali. "Questo libro", continua l'assessore, "sarà nel catalogo della biblioteca del Mediterraneo, con la quale vogliamo rintracciare le nostre radici, diramate in popoli diversi".
Uno spettacolo che con ironia svela un messaggio di solidarietà e di speranza: "A Gaza, nelle 18 ore di tregua, il popolo va al mare, va a trovare i propri amici, i parenti, oppure visita quello che resta delle loro case", racconta Nabil Salameh, voce dei Radiodervish. "Questa è gente che ha speranza da vendere ed è il motore di tutto quello che può produrre". Il cantante palestinese inoltre aggiunge: "Questa è una questione morale che pende sulle teste di tutti e spero che presto non si ritorni al sonno ed alla dimenticanza ma soprattutto al cinismo che offende i diritti umani di un intero popolo".
Ma il racconto può fermare la violenza? Ne "Le mille e una notte" si. La protagonista Sharāzād riesce a salvarsi la vita narrando al sultano Shahriyar - che uccideva le proprie mogli dopo la prima notte di nozze - delle storie. "Privilegiare l'ascolto ci pone in maniera diversa rispetto alla violenza", afferma Michele Lobaccaro, musicista e fondatore dei Radiodervish, "la violenza invece è sorda, non sente. La guerra è fuori e dentro di noi e le mille e una notte ci insegnano ad affrontarla con nuovi mezzi. Sapienza, diversità che insegna e che diventa un'opportunità da vedere nel diverso".
Silvio Gioia si muove dietro il telo bianco e dalla sua ombra germogliano personaggi che parlano in pugliese, regalando sorrisi e speranze. La voce di Nabil racconta, accarezzando le orecchie della platea incantata mentre sullo sfondo il cielo si staglia come disegnato, contro il profilo delle pietre nude del castello svevo sopravvissute al passare del tempo.
Il primo appuntamento con il Festival delle Origini quest'anno preferisce ripartire, ormai giunto alla sua terza edizione, vestendosi di chiaroscuri. Radiodervish e Teatro delle Ombre di Silvio Gioia raccontano "Le mille e una notte". Un eclettico incontro di arti, musica, immagini e storie, che volano sul tappeto magico della notte gravinese.
"Le mille e una notte è un meticcio" spiega l'assessore alle espressività artistiche e culturali, Laura Marchetti. E' lei la promotrice della rassegna di archeologia, architettura, antropologia e perdute narrazioni, realizzata in collaborazione con la Fondazione Ettore Pomarici Santomasi, la Provincia di Bari, il Gal Murgia Più e le Officine Culturali. "Questo libro", continua l'assessore, "sarà nel catalogo della biblioteca del Mediterraneo, con la quale vogliamo rintracciare le nostre radici, diramate in popoli diversi".
Uno spettacolo che con ironia svela un messaggio di solidarietà e di speranza: "A Gaza, nelle 18 ore di tregua, il popolo va al mare, va a trovare i propri amici, i parenti, oppure visita quello che resta delle loro case", racconta Nabil Salameh, voce dei Radiodervish. "Questa è gente che ha speranza da vendere ed è il motore di tutto quello che può produrre". Il cantante palestinese inoltre aggiunge: "Questa è una questione morale che pende sulle teste di tutti e spero che presto non si ritorni al sonno ed alla dimenticanza ma soprattutto al cinismo che offende i diritti umani di un intero popolo".
Ma il racconto può fermare la violenza? Ne "Le mille e una notte" si. La protagonista Sharāzād riesce a salvarsi la vita narrando al sultano Shahriyar - che uccideva le proprie mogli dopo la prima notte di nozze - delle storie. "Privilegiare l'ascolto ci pone in maniera diversa rispetto alla violenza", afferma Michele Lobaccaro, musicista e fondatore dei Radiodervish, "la violenza invece è sorda, non sente. La guerra è fuori e dentro di noi e le mille e una notte ci insegnano ad affrontarla con nuovi mezzi. Sapienza, diversità che insegna e che diventa un'opportunità da vedere nel diverso".
Silvio Gioia si muove dietro il telo bianco e dalla sua ombra germogliano personaggi che parlano in pugliese, regalando sorrisi e speranze. La voce di Nabil racconta, accarezzando le orecchie della platea incantata mentre sullo sfondo il cielo si staglia come disegnato, contro il profilo delle pietre nude del castello svevo sopravvissute al passare del tempo.