Articolo 1: “Silos, quel che si è fatto e quel che si poteva fare”

Il movimento politico evidenzia responsabilità dell’amministrazione comunale

giovedì 22 aprile 2021 18.16
Il movimento politico Articolo Uno torna sull'argomento del silos granario dove sono iniziati i lavori per un progetto autorizzato dagli uffici comunali. Toni molto duri e severi sono riportati nella nota di Articolo Uno verso l'amministrazione comunale. Di seguito la nota. Come sempre, ovviamente, se ci saranno repliche o punti di vista differenti, avranno altrettanta accoglienza sulle nostre pagine.


Comunicato Articolo Uno Gravina
A quanto pare le ruspe si sono messe in azione per distruggere uno dei pochi esempi di patrimonio di archeologia industriale pugliese ovvero il Silos Granaio. Ma è bene che i "cari concittadini" sappiano come stanno i fatti, a cominciare dalla tempistica. L'intervento di demolizione del prospetto principale, è partito nel giro di pochi giorni, come per evitare una possibile sospensione lavori che sarebbe potuta sopraggiungere dalla sovrintendenza o da organi sovracomunali.

Cosa ha accelerato l'arrivo delle ruspe? Cosa ha spinto l'impresa ad effettuare ciò che francamente sembra più uno sfregio che un "avvio dei lavori"? Forse una lettera protocollata, il 12 Aprile presso la casa comunale e indirizzata alla Sovrintendenza di Bari e al Segretariato Regionale per la Cultura, da parte dell'Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriali - AIPAI, con la quale si invita l'amministrazione a rivedere il Permesso di Costruire perché non rispettoso della "conservazione della memoria dei luoghi" e con il Codice dei beni culturali e del paesaggio, cioè contro il D.Lvo n. 42 del 22 gennaio 2004, in un evidente contrasto autorizzativo!

Particolare non secondario è che la lettera dell'associazione AIPAI, indirizzata esclusivamente al sindaco Valente (l'unico che ha saputo in anticipo di questa comunicazione), è potenzialmente vincolante per l'impresa costruttrice e potrebbe fermare i lavori con l'interessamento della stessa sovrintendenza. Laddove quest'ultima intendesse intervenire! Ed infatti, dopo la lettera protocollata, a distanza di due giorni (il 14 aprile) si è provveduto celermente a demolire! In barba al progetto che assicurava " la tutela e il semplice svuotamento del manufatto" e ad ogni prescrizione futura o diniego che organi sovracomunali vorranno apporre sul Silos. A questo punto viene facile immaginare che si siano movimentate le ruspe demolitrici solo per tutelare interessi economici privati che, purtroppo per noi gravinesi, stridono con la nostra storia e con le nostre radici!

Scandaloso resta il problema urbanistico che si sta perpetrando sull'area del Silos, ovvero l'ennesimo pasticcio che Valente sta lasciando in dote alle prossime amministrazioni. Un'amministrazione lungimirante poteva e doveva tener conto di questo manufatto visto e considerato che aveva promesso, con il suo programma elettorale, di voler intraprendere lo studio di un nuovo Piano Regolatore, moderno e attento alle emergenze storiche della città. Ma i fatti raccontano una storia differente! Un amministratore consapevole del proprio compito agisce con cautela, studia, ascolta e soprattutto si confronta con i propri cittadini senza tirare dritto come fosse l'unico detentore della verità. O forse come un mulo? Ora è tempo di trarre le conclusioni di questa esperienza amministrativa segnata e deturpata attraverso uno sfregio indelebile sulla coscienza politica di questo paese e con un intreccio poco chiaro tra interessi privati e pubblici, che getta un'ombra inquietante sulla moralità e sulla gestione della cosa pubblica.