Assolto dall'accusa di aver picchiato la figlia
Arriva la sentenza del Tribunale. I fatti risalivano al luglio del 2011
giovedì 12 aprile 2012
14.41
Era finito in manette nel luglio del 2011, accusato d'aver picchiato la figlia diociottenne con un bastone, al culmine di un litigio per futili motivi. Poco meno d'un anno dopo, è stato dichiarato innocente.
Protagonista della storia, un gravinese di 45 anni, S. C. (queste le sue iniziali), tratto in arresto il 20 luglio scorso dai Carabinieri, intervenuti dopo aver ricevuto una richiesta d'aiuto partita dal telefono della figlia del quarantacinquenne, che accusava il padre di averla percossa con un bastone a seguito di una discussione insorta per non aver obbedito ai richiami del genitore.
Nell'immediatezza dei fatti, in esito ad una perquisizione domiciliare, i militari dell'Arma rinvennero e sequestrarono il famigerato bastone, stringendo i ferri ai polsi di S. C., mentre la giovane donna, accompagnata in ospedale, si vide refertare lesioni giudicate guaribili in sei giorni. Quarantott'ore dopo, però, il Tribunale di Bari, convalidato l'arresto ma ritenendo poco compatibili con la dinamica degli eventi le ferite riportate dalla ragazza, dispose la remissione in libertà del quarantacinquenne, difeso dall'avvocato Maria Grazia D'Ecclesiis, sostituendo la misura della custodia cautelare in carcere con quella del divieto di avvicinamento alla persona offesa ed ai luoghi frequentati dalla stessa.
Adesso, la storia si chiude con una sentenza. Quella resa al termine del processo di primo grado: il Tribunale di Bari ha infatti statuito l'estraneità di S. C. rispetto alle accuse contestategli dagli investigatori e dalla Procura barese. "Giustizia è stata fatta", commenta l'avvocato D'Ecclesiis. "Grazie all'operato di magistrati attenti ed operosi, si è riusciti, in tempi brevi, a demolire la figura del mostro che aveva invaso l'immaginario della collettività, ridando così dignità ad un cittadino gravinese ed alla sua comunità di appartenenza".
Protagonista della storia, un gravinese di 45 anni, S. C. (queste le sue iniziali), tratto in arresto il 20 luglio scorso dai Carabinieri, intervenuti dopo aver ricevuto una richiesta d'aiuto partita dal telefono della figlia del quarantacinquenne, che accusava il padre di averla percossa con un bastone a seguito di una discussione insorta per non aver obbedito ai richiami del genitore.
Nell'immediatezza dei fatti, in esito ad una perquisizione domiciliare, i militari dell'Arma rinvennero e sequestrarono il famigerato bastone, stringendo i ferri ai polsi di S. C., mentre la giovane donna, accompagnata in ospedale, si vide refertare lesioni giudicate guaribili in sei giorni. Quarantott'ore dopo, però, il Tribunale di Bari, convalidato l'arresto ma ritenendo poco compatibili con la dinamica degli eventi le ferite riportate dalla ragazza, dispose la remissione in libertà del quarantacinquenne, difeso dall'avvocato Maria Grazia D'Ecclesiis, sostituendo la misura della custodia cautelare in carcere con quella del divieto di avvicinamento alla persona offesa ed ai luoghi frequentati dalla stessa.
Adesso, la storia si chiude con una sentenza. Quella resa al termine del processo di primo grado: il Tribunale di Bari ha infatti statuito l'estraneità di S. C. rispetto alle accuse contestategli dagli investigatori e dalla Procura barese. "Giustizia è stata fatta", commenta l'avvocato D'Ecclesiis. "Grazie all'operato di magistrati attenti ed operosi, si è riusciti, in tempi brevi, a demolire la figura del mostro che aveva invaso l'immaginario della collettività, ridando così dignità ad un cittadino gravinese ed alla sua comunità di appartenenza".