Attenti al lupo…
Il predatore solitario avvistato nel territorio murgiano. Il Parco dell'alta Murgia alle prese da tempo con il monitoraggio dell'animale
mercoledì 3 novembre 2010
10.59
A rincuorarci le parole del direttore del Parco dell'Alta Murgia, Fabio Modesti: "Se non è aggredito, il lupo non è pericoloso per l'uomo, sono più pericolosi i cinghiali che sono la loro preda". Questa comunicazione arriva a fronte dell'avvistamento sull'altopiano delle Murge di branchi di lupi.
E noi che stigmatizzavamo il randagismo!
E' quanto emerge dalla relazione sul «monitoraggio dei carnivori» effettuato dall'ente parco. Il probabile processo di ricolonizzazione naturale della nostra Murgia deve farci prendere atto che, forse, un equilibrio va ristabilendosi nell'ecosistema murgiano dove, a causa dell'assenza di predatori nella catena alimentare, si è assistito alla proliferazione incontrollata di alcune specie animali, come il cinghiale, che tanti danni sta arrecando alla nostra agricoltura.
Anche questo è interessante: la dieta del lupo è tradizionalmente composta per oltre il 90% da cinghiali e quindi la correlazione ecologica fra le due specie fa sì che il predatore rivolga le sue attenzioni al selvatico e non al patrimonio zootecnico allevato.
La presenza di esemplari anche in Puglia è dovuta soprattutto alla particolare adattabilità ecologica dell'animale. Lo studio effettuato dal Parco nazionale dell'ente ha l'obiettivo di conoscere la situazione attuale e promuovere conseguenti azioni di informazione ed educazione per tutte le comunità locali, affinché si riduca al minimo l'impatto del predatore sulle economie locali, che fanno grande leva sull'allevamento. L'ente sta monitorando da tempo l'evoluzione di tale presenza contestualmente al monitoraggio delle popolazioni di cinghiali; le azioni di monitoraggio sono state condotte attraverso i metodi del fototrappolaggio, rilevamenti delle tracce e l'apposizione di stazioni per la recezione dell'ululato. Diversi sono stati gli avvistamenti tramite fototrappolaggio: ben cinque tra il 3 e il 6 ottobre. Ma la significativa presenza di esemplari nella zona è anche attestata dal ritrovamento di carcasse per strada, dovuto probabilmente ad incidenti automobilistici; e ai diversi danni riscontrati al bestiame: ben dodici capi trovati uccisi nel 2010. Per gli allevatori, il Parco sta provvedendo all'indennizzo delle perdite subite, risarcendo in tempi rapidi l'intervo valore del bestiame che è stato preda del lupo.
Per esempio sulla Santeramo-Laterza il 10 agosto scorso veniva rinvenuto il corpo di un animale appartenente «alla popolazione italiana di lupo» (Canis lupus) e investito probabilmente da un'automobile.
E noi che stigmatizzavamo il randagismo!
E' quanto emerge dalla relazione sul «monitoraggio dei carnivori» effettuato dall'ente parco. Il probabile processo di ricolonizzazione naturale della nostra Murgia deve farci prendere atto che, forse, un equilibrio va ristabilendosi nell'ecosistema murgiano dove, a causa dell'assenza di predatori nella catena alimentare, si è assistito alla proliferazione incontrollata di alcune specie animali, come il cinghiale, che tanti danni sta arrecando alla nostra agricoltura.
Anche questo è interessante: la dieta del lupo è tradizionalmente composta per oltre il 90% da cinghiali e quindi la correlazione ecologica fra le due specie fa sì che il predatore rivolga le sue attenzioni al selvatico e non al patrimonio zootecnico allevato.
La presenza di esemplari anche in Puglia è dovuta soprattutto alla particolare adattabilità ecologica dell'animale. Lo studio effettuato dal Parco nazionale dell'ente ha l'obiettivo di conoscere la situazione attuale e promuovere conseguenti azioni di informazione ed educazione per tutte le comunità locali, affinché si riduca al minimo l'impatto del predatore sulle economie locali, che fanno grande leva sull'allevamento. L'ente sta monitorando da tempo l'evoluzione di tale presenza contestualmente al monitoraggio delle popolazioni di cinghiali; le azioni di monitoraggio sono state condotte attraverso i metodi del fototrappolaggio, rilevamenti delle tracce e l'apposizione di stazioni per la recezione dell'ululato. Diversi sono stati gli avvistamenti tramite fototrappolaggio: ben cinque tra il 3 e il 6 ottobre. Ma la significativa presenza di esemplari nella zona è anche attestata dal ritrovamento di carcasse per strada, dovuto probabilmente ad incidenti automobilistici; e ai diversi danni riscontrati al bestiame: ben dodici capi trovati uccisi nel 2010. Per gli allevatori, il Parco sta provvedendo all'indennizzo delle perdite subite, risarcendo in tempi rapidi l'intervo valore del bestiame che è stato preda del lupo.
Per esempio sulla Santeramo-Laterza il 10 agosto scorso veniva rinvenuto il corpo di un animale appartenente «alla popolazione italiana di lupo» (Canis lupus) e investito probabilmente da un'automobile.