Auschwitz, per non dimenticare
Un viaggio d’istruzione per seminare consapevolezza
giovedì 25 gennaio 2024
10.00
Come tutti ben sappiamo il 27 gennaio è la data decisa per celebrare il "Giorno della Memoria": giorni in cui, nel 1945, le truppe dell'Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, sancendo così la fine dell'Olocausto.
E proprio per l'avvicinarsi di questa occasione l'IISS Bachelet ha organizzato un viaggio d'istruzione per rendere gli studenti consapevoli di ciò che è accaduto e per far sì che quella strage non venga mai dimenticata.
La persecuzione nazista ha, infatti, mietuto circa 6 milioni di ebrei, 250.000 Rom, centinaia di omosessuali, Testimoni di Geova, e molti altri ancora.
I ragazzi hanno passato una settimana in Polonia e visitato luoghi come il ghetto ebraico, la fabbrica di Schindler, i campi di Plaszow, Auschwitz e Birkenau.
Nelle visite gli studenti del Bachelet hanno potuto cercare di comprendere le condizioni in cui gli ebrei hanno dovuto vivere per circa quattro anni, vedere reperti e osservare le prove tangibili dell'olocausto.
AI ragazzi abbiamo chiesto quali siano state le impressioni e sensazioni che hanno provato alla vista di tanto dolore; ci hanno risposto di aver provato un'immensa tristezza nel vedere i letti, le condizioni in cui hanno dovuto tentare di sopravvivere, i residui dei vestiti e quella massa ormai arrugginita dei tanto occhiali confiscati. Hanno potuto sentire sulla loro pelle il freddo pungente della Polonia e immaginare quanto le vittime di questa strage abbiano dovuto patire.
"Una cosa è vederlo da uno schermo, un'altra è visitarlo", ci ha detto un ragazzo che ha preso parte al viaggio, e con questa frase ha espresso quanto vedere le prove e i segni dell'olocausto provochino un buco nello stomaco, un dolore lacerante e un senso di smarrimento.
Ma è inevitabile che la storia si ripeta: al giorno d'oggi non possiamo dire che la violenza che si è sparsa in passato sia giunta al termine. Lo sentiamo ogni giorno al telegiornale quante vittime le guerre stiano causando.
E non solo, un esempio sono i lager libici dove sono rinchiusi i migranti che arrivano dall'Africa subsahariana; o ancora il genocidio dei rohingya da parte delle forze armate di Myanmar, la serie di privazioni di diritti umani perpetrata dal governo cinese nei confronti degli uiguri, e molti altri ancora.
Per non dimenticare e per non lasciare che continui ad accadere, solo seminando consapevolezza e insegnando il rispetto possiamo combattere queste violenze e privazioni dei diritti fondamentali.
La conoscenza è la migliore arma e l'ignoranza e l'indifferenza il nostro tallone d'Achille, cito Liliana Segre "Coltivare la memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l'indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare."
E proprio per l'avvicinarsi di questa occasione l'IISS Bachelet ha organizzato un viaggio d'istruzione per rendere gli studenti consapevoli di ciò che è accaduto e per far sì che quella strage non venga mai dimenticata.
La persecuzione nazista ha, infatti, mietuto circa 6 milioni di ebrei, 250.000 Rom, centinaia di omosessuali, Testimoni di Geova, e molti altri ancora.
I ragazzi hanno passato una settimana in Polonia e visitato luoghi come il ghetto ebraico, la fabbrica di Schindler, i campi di Plaszow, Auschwitz e Birkenau.
Nelle visite gli studenti del Bachelet hanno potuto cercare di comprendere le condizioni in cui gli ebrei hanno dovuto vivere per circa quattro anni, vedere reperti e osservare le prove tangibili dell'olocausto.
AI ragazzi abbiamo chiesto quali siano state le impressioni e sensazioni che hanno provato alla vista di tanto dolore; ci hanno risposto di aver provato un'immensa tristezza nel vedere i letti, le condizioni in cui hanno dovuto tentare di sopravvivere, i residui dei vestiti e quella massa ormai arrugginita dei tanto occhiali confiscati. Hanno potuto sentire sulla loro pelle il freddo pungente della Polonia e immaginare quanto le vittime di questa strage abbiano dovuto patire.
"Una cosa è vederlo da uno schermo, un'altra è visitarlo", ci ha detto un ragazzo che ha preso parte al viaggio, e con questa frase ha espresso quanto vedere le prove e i segni dell'olocausto provochino un buco nello stomaco, un dolore lacerante e un senso di smarrimento.
Ma è inevitabile che la storia si ripeta: al giorno d'oggi non possiamo dire che la violenza che si è sparsa in passato sia giunta al termine. Lo sentiamo ogni giorno al telegiornale quante vittime le guerre stiano causando.
E non solo, un esempio sono i lager libici dove sono rinchiusi i migranti che arrivano dall'Africa subsahariana; o ancora il genocidio dei rohingya da parte delle forze armate di Myanmar, la serie di privazioni di diritti umani perpetrata dal governo cinese nei confronti degli uiguri, e molti altri ancora.
Per non dimenticare e per non lasciare che continui ad accadere, solo seminando consapevolezza e insegnando il rispetto possiamo combattere queste violenze e privazioni dei diritti fondamentali.
La conoscenza è la migliore arma e l'ignoranza e l'indifferenza il nostro tallone d'Achille, cito Liliana Segre "Coltivare la memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l'indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare."