Azzerare le commissioni consiliari per salvare la maggioranza

Sindaco e maggioranza soffrono il peso delle opposizioni

martedì 17 settembre 2019
Far decadere le commissioni consiliari e provare a ristabilire la maggioranza dentro e fuori l'aula consiliare. Questo il chiodo settembrino su cui sarebbe appesa la sopravvivenza della maggioranza Valente. Dopo la crisi di primavera e le dimissioni di due assessori, mai rimpiazzati, l'entusiasmo attorno a sindaco e giunta è oramai ridotto ai minimi storici.

E la fiamma della fiducia con cui partiti e movimenti hanno sostenuto il Cambiamente sarebbe oramai un lumicino su cui in tanti stanno provando a soffiare. Consapevole delle difficoltà in vista del prossimo inverno con i tanti provvedimenti in calendario, Valente e la sua squadra vorrebbero provare a ristabilire la maggioranza, risicata in consiglio e praticamente minoranza nelle commissioni consiliari con i tanti i consiglieri che avrebbero abbandonato la nave mentre altri, se pur rimasti a bordo stanno sfacciatamente remando contro.

E' il caso del gruppo Gravina on che da mesi non lesina critiche e attacchi politici all'indirizzo del primo cittadino dopo aver bocciato il bilancio di previsione, uno dei provvedimenti cardine di ogni governo locale. Ma la vera battaglia da qualche settimana si è spostata all'interno delle commissioni consiliari dove, a detta di molti, non sarebbe più garantito il criterio di proporzione, ovvero tre consiglieri di maggioranza e due di opposizione per ciascuna commissione.

Se a questo si aggiunge che su sei commissioni, quattro sono presiedute da consiglieri di opposizione, con la sesta presieduta da Maria Ariani dei Democratici e socialisti, che più volte ha fatto tremare la poltrona dei sindaco, è facile immagine come possano essere disturbati i sonni di Alesio Valente.

Secondo le solite rane dalla bocca larga, per correre ai ripari, appena rientrato a palazzo di città il sindaco avrebbe dato mandato agli uffici di verificare la possibilità di "far decadere le commissioni" per procedere a nuove votazioni che significherebbe "nuova linfa per la maggioranza, nuove trattative, nuova spartizione di equilibri" ovvero tempo prezioso per sindaco e giunta. Da Palazzo di città pare sia già partita una richiesta di chiarimenti indirizzata al Ministero dell'Interno per scoprire quali cavilli amministrativi potrebbero aiutare la squadra di governo a centrare l'obiettivo.

Una richiesta che al Ministero non sorprenderà gli addetti alla pubblica amministrazione se si pensa che sono tante le amministrazioni locali in difficoltà a causa del cambio di casacca dei consiglieri eletti.
Nella pagina riservata ai quesiti, i funzionari del ministero hanno già chiarito che "le commissioni consiliari una volta istituite sulla base di una facoltativa previsione statutaria, sono disciplinate dall'apposito regolamento comunale con l'unico limite, posto dal legislatore, riguardante il rispetto del criterio proporzionale nella composizione. Ciò significa che le forze politiche presenti in consiglio devono essere il più possibile rispecchiate anche nelle commissioni, in modo che in ciascuna di esse ne sia riprodotto il peso numerico e di voto".
In caso di modifica degli equilibri, tuttavia, il Ministero rimanda ogni determinazione al regolamento comunale di ogni singolo comune specificando che la normativa statale impone solo il "rispetto di proporzione tra consiglieri".

Il gioco è fatto? Non proprio perché tanto Angelo Lapolla presidente della terza commissione, quanto Salvatore Capone neo presidente della II, che ha preso il posto dello sfiduciato Colonna, si sono mai dichiarati ufficialmente consiglieri di opposizione. Scacchi fermi, dunque. Al sindaco è rimandata la prossima mossa con la nomina dei nuovi assessori. In caso contrario, Valente rischia lo scacco matto.

Antonella Testini