Bosco: conclusi i lavori dell'unità di crisi
L'assessore regionale Amati: "Le fiamme saranno spente entro stasera". Intanto s'accende il dibattito
martedì 3 luglio 2012
13.20
Gravina si è svegliata invasa da una cappa di fumo.
Il bosco comunale Difesa Grande continua a bruciare. E allora come risolvere l'inferno che si è scatenato? "Abbiamo deciso di convogliare in zona tutte le squadre di terra, chiedendo l'intervento di squadre anche al di là del perimetro murgiano, al fine di accelerare le operazioni di spegnimento e dare un notevole supporto agli interventi aerei. Abbiamo eletto la situazione del bosco gravinese ad evento rilevante", ha dichiarato l'assessore regionale alla Protezione Civile, Fabiano Amati, che in mattinata ha presieduto l'unità di crisi chiudendo i lavori con una promessa: "Le fiamme saranno spente entro stasera".
Restano i dubbi, non è che gli interventi siano stati intempestivi? E perchè solo dopo tre giorni si è convocata l'unità di crisi? Domande che attanagliano addetti ai lavori e no. "Nelle prime ore dell'incendio - ha replicato dal canto suo il sindaco Alesio Valente - si pensava di poter arginare le fiamme. Però noi alle 20 circa di sabato sera abbiamo contattato la Regione".
Nel frattempo sul Bosco interviene anche la Cgil, che oltre a ricordare i tempi d'oro del polmone verde gravinese, quando il "bosco era sinonimo di lavoro, di crescita e di rispetto del verde pubblico", chiede "all'amministrazione comunale di mettere in campo nuove progettualità in accordo con le istituzioni e le parti sociali, per individuare un futuro concreto e sostenibile di questa nostra ricchezza che crei lavoro e sviluppo. Solo se il bosco tornerà ad essere un luogo amato e curato dalla gente per 365 giorni all'anno, solo allora potremo evitare le sterili polemiche di questi giorni che non hanno prodotto altro che fiamme".
Con una interrogazione a risposta scritta, indirizzata al presidente della giunta regionale ed all'assessore regionale con delega alle foreste, il vice presidente del consiglio regionale, il pidiellino Nino Marmo, ha evidenziato che è "comunque certo che la mancata pulizia del sottobosco ha favorito lo svilupparsi delle fiamme ed ha reso quasi irraggiungibili lunghi tratti delle zone interessate dall'incendio". Marmo ha concluso chiedendo di conoscere "quale è stata l'attività svolta dall'Arif nell'opera di messa in sicurezza del bosco di Difesa Grande in agro di Gravina in Puglia".
E pensare che nei giorni scorsi, prima che le fiamme divampassero, dall'amministrazione comunale veniva indetto un bando aperto a tutte le imprese o associazioni temporanee d'impresa e consorzi per il assicurare "il servizio di vigilanza antincendio delle aree boschive nel territorio di Gravina, esteso per circa 1.850 ettari, a mezzo di sorveglianti forestali da adibire a vedette ed autisti". La cifra messa a disposizione per il bando è pari a 78.512,40 euro, somma indispensabile per offrire il servizio da luglio a settembre 2012.
Troppo tardi. Tutto troppo tardi.
Il bosco comunale Difesa Grande continua a bruciare. E allora come risolvere l'inferno che si è scatenato? "Abbiamo deciso di convogliare in zona tutte le squadre di terra, chiedendo l'intervento di squadre anche al di là del perimetro murgiano, al fine di accelerare le operazioni di spegnimento e dare un notevole supporto agli interventi aerei. Abbiamo eletto la situazione del bosco gravinese ad evento rilevante", ha dichiarato l'assessore regionale alla Protezione Civile, Fabiano Amati, che in mattinata ha presieduto l'unità di crisi chiudendo i lavori con una promessa: "Le fiamme saranno spente entro stasera".
Restano i dubbi, non è che gli interventi siano stati intempestivi? E perchè solo dopo tre giorni si è convocata l'unità di crisi? Domande che attanagliano addetti ai lavori e no. "Nelle prime ore dell'incendio - ha replicato dal canto suo il sindaco Alesio Valente - si pensava di poter arginare le fiamme. Però noi alle 20 circa di sabato sera abbiamo contattato la Regione".
Nel frattempo sul Bosco interviene anche la Cgil, che oltre a ricordare i tempi d'oro del polmone verde gravinese, quando il "bosco era sinonimo di lavoro, di crescita e di rispetto del verde pubblico", chiede "all'amministrazione comunale di mettere in campo nuove progettualità in accordo con le istituzioni e le parti sociali, per individuare un futuro concreto e sostenibile di questa nostra ricchezza che crei lavoro e sviluppo. Solo se il bosco tornerà ad essere un luogo amato e curato dalla gente per 365 giorni all'anno, solo allora potremo evitare le sterili polemiche di questi giorni che non hanno prodotto altro che fiamme".
Con una interrogazione a risposta scritta, indirizzata al presidente della giunta regionale ed all'assessore regionale con delega alle foreste, il vice presidente del consiglio regionale, il pidiellino Nino Marmo, ha evidenziato che è "comunque certo che la mancata pulizia del sottobosco ha favorito lo svilupparsi delle fiamme ed ha reso quasi irraggiungibili lunghi tratti delle zone interessate dall'incendio". Marmo ha concluso chiedendo di conoscere "quale è stata l'attività svolta dall'Arif nell'opera di messa in sicurezza del bosco di Difesa Grande in agro di Gravina in Puglia".
E pensare che nei giorni scorsi, prima che le fiamme divampassero, dall'amministrazione comunale veniva indetto un bando aperto a tutte le imprese o associazioni temporanee d'impresa e consorzi per il assicurare "il servizio di vigilanza antincendio delle aree boschive nel territorio di Gravina, esteso per circa 1.850 ettari, a mezzo di sorveglianti forestali da adibire a vedette ed autisti". La cifra messa a disposizione per il bando è pari a 78.512,40 euro, somma indispensabile per offrire il servizio da luglio a settembre 2012.
Troppo tardi. Tutto troppo tardi.