Bosco Difesa Grande: vandali distruggono cassette nido
La triste scoperta dei volontari della Lipu Gravina
sabato 24 gennaio 2015
11.01
Decine di cassette nido distrutte, colpite a breve distanza da colpi di fucili da caccia. Altre scomparse, rubate o abbandonate altrove come rifiuti. Un atto di vandalismo riprovevole che vede protagonista ancora una volta il Bosco Difesa Grande.
A fare la triste scoperta i volontari della sezione gravinese della Lipu, impegnati in questi giorni nelle attività di controllo e pulizia delle cassette nido di legno. Erano circa cinquanta quando, due anni fa, sono state installate, al termine di una escursione, da numerosi bambini entusiasti di scegliere l'albero su cui porle e di firmarle con il proprio nome.
"Tante le nidiate di cinciarelle e cinciallegre che lo scorso anno si sono involate dalle piccole casette, e i molti moscardini - piccoli roditori simili ai ghiri - che vi si sono rintanati per trascorrere l'inverno", fanno sapere dalla Lipu. Oggi poche quelle che restano intatte, ben visibili sono invece i pallini di piombo conficcati nel legno. Altre sono state abbandonate come rifiuti, insieme ai tanti bossoli disseminati qui e là, "tra questi alcuni di carabina, un fucile utilizzato per la caccia del cinghiale, capace di lunghissime gittate, anche di 2 o 3 chilometri, e perciò estremamente pericoloso per l'incolumità pubblica", segnalano, "il proiettile infatti, è in grado di attraversare la vegetazione e, se deviato da qualche ostacolo, colpire da tutt'altra parte".
A questo si aggiunge un'altra scoperta. Un letto di penne e piume di colombacci, sparati e spennati sul posto. Troppe piume per il numero massimo di capi consentito dalla legge per l'abbattimento. Destano preoccupazione anche le battute non autorizzate di caccia ai cinghiali, che devono essere autorizzate dalla Provincia in zona tabellata e alla presenza di agenti di Polizia Provinciale e invece "c'è gente che, indisturbata, fa scempio del nostro importante polmone verde, anche nelle zone percorse dal fuoco - e sono circa 1000 ettari - lasciando tracce del suo passaggio dappertutto", si legge ancora nella nota.
Chiara la richiesta della Lipu: più controllo da parte degli organi responsabili alla salvaguardia e all'incolumità pubblica. Più presenza da parte del Corpo Forestale dello Stato e della Polizia Provinciale quindi, e un invito diretto al sindaco Valente, "rafforzare la vigilanza sia nelle ore diurne, sia in quelle notturne".
A fare la triste scoperta i volontari della sezione gravinese della Lipu, impegnati in questi giorni nelle attività di controllo e pulizia delle cassette nido di legno. Erano circa cinquanta quando, due anni fa, sono state installate, al termine di una escursione, da numerosi bambini entusiasti di scegliere l'albero su cui porle e di firmarle con il proprio nome.
"Tante le nidiate di cinciarelle e cinciallegre che lo scorso anno si sono involate dalle piccole casette, e i molti moscardini - piccoli roditori simili ai ghiri - che vi si sono rintanati per trascorrere l'inverno", fanno sapere dalla Lipu. Oggi poche quelle che restano intatte, ben visibili sono invece i pallini di piombo conficcati nel legno. Altre sono state abbandonate come rifiuti, insieme ai tanti bossoli disseminati qui e là, "tra questi alcuni di carabina, un fucile utilizzato per la caccia del cinghiale, capace di lunghissime gittate, anche di 2 o 3 chilometri, e perciò estremamente pericoloso per l'incolumità pubblica", segnalano, "il proiettile infatti, è in grado di attraversare la vegetazione e, se deviato da qualche ostacolo, colpire da tutt'altra parte".
A questo si aggiunge un'altra scoperta. Un letto di penne e piume di colombacci, sparati e spennati sul posto. Troppe piume per il numero massimo di capi consentito dalla legge per l'abbattimento. Destano preoccupazione anche le battute non autorizzate di caccia ai cinghiali, che devono essere autorizzate dalla Provincia in zona tabellata e alla presenza di agenti di Polizia Provinciale e invece "c'è gente che, indisturbata, fa scempio del nostro importante polmone verde, anche nelle zone percorse dal fuoco - e sono circa 1000 ettari - lasciando tracce del suo passaggio dappertutto", si legge ancora nella nota.
Chiara la richiesta della Lipu: più controllo da parte degli organi responsabili alla salvaguardia e all'incolumità pubblica. Più presenza da parte del Corpo Forestale dello Stato e della Polizia Provinciale quindi, e un invito diretto al sindaco Valente, "rafforzare la vigilanza sia nelle ore diurne, sia in quelle notturne".