Bracconaggio nelle zone incendiate, denuncia della Lipu

Gli animalisti interpellano il sindaco: “Faccia rispettare la legge”. Le norme vietano l'attività venatoria nelle zone colpite da incendi.

venerdì 21 settembre 2012 9.08
A cura di Francesco Mastromatteo
Dopo il fuoco dei piromani, il piombo dei bracconieri.

Non c'è requie per il bosco Difesa Grande e le creature che lo popolano. Dopo il catastrofico rogo di quest'estate, tocca all'azione indiscriminata dei cacciatori privi di scrupoli finire sul banco degli accusati. A lanciare l'allarme, a pochi giorni dall'apertura della stagione venatoria, partita lo scorso 16 settembre, sono gli animalisti della Lipu, che denunciano l'ennesima aggressione ai danni della natura.

A suscitare l'indignazione dei tutori della fauna aviaria è l'esercizio improprio della caccia nelle zone percorse dal fuoco, che nel caso del bosco gravinese equivalgono, secondo stime ormai confermate, a circa metà della superficie totale dell'area verde. Le doppiette, secondo la legge, dovrebbero quindi stare lontane da gran parte dei volatili di Difesa Grande, ma il divieto resterebbe lettera morta, secondo numerose testimonianze raccolte dalla Lipu, che parla della fitta presenza di cacciatori, impegnati a fare incetta di selvaggina, in barba alla normativa vigente .

Nell'invitare il sindaco Alesio Valente a far rispettare con un provvedimento ad hoc la legge 353/2000 e l'ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 2007, che concedono la facoltà di individuare e isolare le zone boschive incendiate inibendole ad attività quali il pascolo e la caccia, e in attesa che il Corpo Forestale dello Stato trasmetta gli atti necessari al Comune per aggiornare il catasto delle aree percorse dal fuoco, gli attivisti dell'associazione ornitofila, insieme a Pronatura e alle Guardie per l'Ambiente, rinnovano la propria disponibilità a effettuare i necessari rilievi nelle zone devastate dall'incendio e a svolgere i controlli a cui sono autorizzati dalla legge.