Bracconieri sulla Murgia
La Guardia Forestale scopre richiami illegali. Nonostante il divieto di caccia nel Parco.
martedì 27 novembre 2012
17.20
Prosegue l'attività di antibracconaggio del Corpo Forestale della stazione di Gravina in Puglia.
Durante una perlustrazione notturna nel territorio del Parco nazionale dell'Alta Murgia finalizzata a scovare trappole e richiami illegali per gli animali durante la stagione della caccia, gli uomini del Comando gravinese hanno rinvenuto un richiamo acustico utilizzato dai bracconieri per cacciare illecitamente all'interno dell'area naturale protetta.
L'apparecchio, ritrovato in località Pantano, luogo impraticabile per gli automezzi ed accessibile esclusivamente a piedi, era posizionato nei pressi di un grosso masso ed ancorato ad esso tramite una catena; un meccanismo automatico con timer ne permetteva l'accensione. Il tutto era celato all'interno di una bombola di gas artefatta. L'unica parte visibile del richiamo era costituita da un altoparlante di piccole dimensioni collocato tra le rocce murgiane.
L'impiego dei richiami acustici elettromagnetici e l'esercizio della caccia all'interno dei Parchi nazionali sono espressamente vietati dalla legge che impone l'arresto fino a 6 mesi di carcere per i trasgressori o un'ammenda da 464 a 1.549 euro, oltre a provvedimenti accessori quali la sospensione sino a 3 anni della licenza per il porto del fucile.
L'artifizio rinvenuto è stato posto sotto sequestro. Intanto i forestali proseguono le indagini per scoprire i responsabili dell'accaduto.
Durante una perlustrazione notturna nel territorio del Parco nazionale dell'Alta Murgia finalizzata a scovare trappole e richiami illegali per gli animali durante la stagione della caccia, gli uomini del Comando gravinese hanno rinvenuto un richiamo acustico utilizzato dai bracconieri per cacciare illecitamente all'interno dell'area naturale protetta.
L'apparecchio, ritrovato in località Pantano, luogo impraticabile per gli automezzi ed accessibile esclusivamente a piedi, era posizionato nei pressi di un grosso masso ed ancorato ad esso tramite una catena; un meccanismo automatico con timer ne permetteva l'accensione. Il tutto era celato all'interno di una bombola di gas artefatta. L'unica parte visibile del richiamo era costituita da un altoparlante di piccole dimensioni collocato tra le rocce murgiane.
L'impiego dei richiami acustici elettromagnetici e l'esercizio della caccia all'interno dei Parchi nazionali sono espressamente vietati dalla legge che impone l'arresto fino a 6 mesi di carcere per i trasgressori o un'ammenda da 464 a 1.549 euro, oltre a provvedimenti accessori quali la sospensione sino a 3 anni della licenza per il porto del fucile.
L'artifizio rinvenuto è stato posto sotto sequestro. Intanto i forestali proseguono le indagini per scoprire i responsabili dell'accaduto.