Caporale all'attacco: "Noi vittime di un errore"

Debenedictis: "Nessuna irregolarità. Lavori a norma". E sull'ordinanza: "Stasi ha preso un abbaglio".

sabato 13 luglio 2013 00.05
A cura di Antonella Testini
E' arrabbiato, Salvatore Debenedictis, destinatario di una ordinanza di demolizione di parte della costruzione di corso Di Vittorio, inviata dell'ufficio tecnico comunale. Contattato telefonicamente a poche ore dalla pubblicazione del provvedimento, non riesce a trattenere la rabbia. "Io sono una persona per bene", ripete, "e invito tutti i gravinesi a venire sul cantiere per constatare di persona che i lavori sono tutti regolari".

Caporale è convinto di essere vittima "dell'ennesimo abbaglio da parte del dirigente Stasi, il quale pur essendo dirigente non ha mai avuto il coraggio di assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Non è mai stato capace di decidere per un sì o per un no. Se il progetto non era conforme alle regole, allora perché non è stato bloccato? Perché mi hanno dato la possibilità di lavorare con la formula del silenzio assenso?" Domande a cui risponde egli stesso: "La verità è che non hanno gli strumenti per bloccare il mio cantiere, perché altrimenti lo avrebbero già fatto. Ma non è tutto: "Sono venuti qui sia dall'ufficio tecnico che dalla Polizia Municipale e non hanno mai riscontrato nessuna difformità. Intanto mi dicono che vogliono altri documenti, altri chiarimenti".

Il Debenedictis imprenditore diventa cauto quando gli si chiede in che modo intenda opporsi a questa ordinanza: "Mi confronterò con i mie tecnici e poi decideremo come agire". Non ha invece bisogno di confronti o di consultazioni il Debenedictis consigliere comunale: "Sono nauseato da questo modo di fare, dall'invidia che sta uccidendo i pochi imprenditori che hanno ancora voglia di investire e di creare lavoro in questo paese". Il suo obiettivo, tuttavia, anche se sotto un'altra veste, non cambia: "Purtroppo qui abbiamo un ufficio tecnico che non è affatto tecnico, perché chi ci lavora non conosce le regole e lasciamo che l'edilizia resti bloccata". "In questo paese c'è bisogno di aria nuova, di un cambiamento politico e culturale", continua Debenedictis, che aggiunge: "Tra l'altro sono presidente della commissione edilizia ma sono sei mesi che non facciamo una commissione semplicemente perché non abbiamo un segretario. Non si più andare avanti così. E poi la gente si chiede come mai non vado più a Palazzo di città".