Caporale all'attacco: "Noi vittime di un errore"
Debenedictis: "Nessuna irregolarità. Lavori a norma". E sull'ordinanza: "Stasi ha preso un abbaglio".
sabato 13 luglio 2013
00.05
E' arrabbiato, Salvatore Debenedictis, destinatario di una ordinanza di demolizione di parte della costruzione di corso Di Vittorio, inviata dell'ufficio tecnico comunale. Contattato telefonicamente a poche ore dalla pubblicazione del provvedimento, non riesce a trattenere la rabbia. "Io sono una persona per bene", ripete, "e invito tutti i gravinesi a venire sul cantiere per constatare di persona che i lavori sono tutti regolari".
Caporale è convinto di essere vittima "dell'ennesimo abbaglio da parte del dirigente Stasi, il quale pur essendo dirigente non ha mai avuto il coraggio di assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Non è mai stato capace di decidere per un sì o per un no. Se il progetto non era conforme alle regole, allora perché non è stato bloccato? Perché mi hanno dato la possibilità di lavorare con la formula del silenzio assenso?" Domande a cui risponde egli stesso: "La verità è che non hanno gli strumenti per bloccare il mio cantiere, perché altrimenti lo avrebbero già fatto. Ma non è tutto: "Sono venuti qui sia dall'ufficio tecnico che dalla Polizia Municipale e non hanno mai riscontrato nessuna difformità. Intanto mi dicono che vogliono altri documenti, altri chiarimenti".
Il Debenedictis imprenditore diventa cauto quando gli si chiede in che modo intenda opporsi a questa ordinanza: "Mi confronterò con i mie tecnici e poi decideremo come agire". Non ha invece bisogno di confronti o di consultazioni il Debenedictis consigliere comunale: "Sono nauseato da questo modo di fare, dall'invidia che sta uccidendo i pochi imprenditori che hanno ancora voglia di investire e di creare lavoro in questo paese". Il suo obiettivo, tuttavia, anche se sotto un'altra veste, non cambia: "Purtroppo qui abbiamo un ufficio tecnico che non è affatto tecnico, perché chi ci lavora non conosce le regole e lasciamo che l'edilizia resti bloccata". "In questo paese c'è bisogno di aria nuova, di un cambiamento politico e culturale", continua Debenedictis, che aggiunge: "Tra l'altro sono presidente della commissione edilizia ma sono sei mesi che non facciamo una commissione semplicemente perché non abbiamo un segretario. Non si più andare avanti così. E poi la gente si chiede come mai non vado più a Palazzo di città".
Caporale è convinto di essere vittima "dell'ennesimo abbaglio da parte del dirigente Stasi, il quale pur essendo dirigente non ha mai avuto il coraggio di assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Non è mai stato capace di decidere per un sì o per un no. Se il progetto non era conforme alle regole, allora perché non è stato bloccato? Perché mi hanno dato la possibilità di lavorare con la formula del silenzio assenso?" Domande a cui risponde egli stesso: "La verità è che non hanno gli strumenti per bloccare il mio cantiere, perché altrimenti lo avrebbero già fatto. Ma non è tutto: "Sono venuti qui sia dall'ufficio tecnico che dalla Polizia Municipale e non hanno mai riscontrato nessuna difformità. Intanto mi dicono che vogliono altri documenti, altri chiarimenti".
Il Debenedictis imprenditore diventa cauto quando gli si chiede in che modo intenda opporsi a questa ordinanza: "Mi confronterò con i mie tecnici e poi decideremo come agire". Non ha invece bisogno di confronti o di consultazioni il Debenedictis consigliere comunale: "Sono nauseato da questo modo di fare, dall'invidia che sta uccidendo i pochi imprenditori che hanno ancora voglia di investire e di creare lavoro in questo paese". Il suo obiettivo, tuttavia, anche se sotto un'altra veste, non cambia: "Purtroppo qui abbiamo un ufficio tecnico che non è affatto tecnico, perché chi ci lavora non conosce le regole e lasciamo che l'edilizia resti bloccata". "In questo paese c'è bisogno di aria nuova, di un cambiamento politico e culturale", continua Debenedictis, che aggiunge: "Tra l'altro sono presidente della commissione edilizia ma sono sei mesi che non facciamo una commissione semplicemente perché non abbiamo un segretario. Non si più andare avanti così. E poi la gente si chiede come mai non vado più a Palazzo di città".