Case Bianche, via l'asfalto non autorizzato
Arriva l'ordine del dirigente e la vicenda finisce in Procura
lunedì 3 febbraio 2014
9.05
Per la serie tutto ha un limite, compresa la pazienza di un dirigente comunale.
La pazienza di Michele Stasi è finita il 31 gennaio quando, presa carta e penna, ha inviato un'ordinanza di "ripristino dello stato dei luoghi in corrispondenza degli attraversamenti stradali interessanti il tratturo Melfi Castellaneta posizionati lungo Via Falcone e Borsellino".
Il destinatario dell'ordine perentorio, inviato anche alla Procura della Repubblica, è Antonio Cirilli, legale rappresentante della ditta CIRFER che mesi fa, in occasione dei lavori di manutenzione straordinaria dell'asse viario di viale Falcone e Borsellino, compreso fra la rotatoria con via Salvatore Vicino ed il sottopasso ferroviario, aveva steso due lingue di asfalto in prossimità degli accessi alle così dette Case Bianche.
Il responsabile dell'impresa all'epoca dei lavori si è giustificato dicendo che aveva semplicemente risposto alle richieste di alcuni amici residenti in quegli appartamenti, coprendo con l'asfalto delle profonde buche. Un favore che non è piaciuto a chi da anni si batte per reclamare il vincolo paesaggistico che insite sul tratturo Melfi– Castellaneta. E infatti, dopo appena pochi giorni, la vicenda è finita all'attenzione dell'autorità giudiziaria prima di approdare sul tavolo della Soprintendenza di Bari.
Stasi dal canto suo ha provato più volte a far rimuovere quei lembi di asfalto, ma senza esito. La prima volta, a giugno dello scorso anno quando le ruspe dell'impresa Cirilli intende a eseguire l'ordine di servizio, furono bloccate da un folto gruppo di residenti, mentre il secondo ordine porta la data del 8 ottobre 2013, ma anche questa volta la richiesta di "ripristinare la stato dei luoghi in corrispondenza dei suddetti accessi, rimuovendo il manto d'asfalto eseguito in maniera difforme dal progetto" è rimasta inascoltata.
E nemmeno i solleciti della Soprintendenza, che prima per iscritto e poi con un sopralluogo congiunto con i tecnici comunali e con un archeologo hanno sortito alcun effetto. Almeno sino a pochi giorni fa.
Dopo aver aspettato diversi mesi, infatti, il dirigente Stasi ha emesso nei confronti dell'impresa un'ordinanza con la precisa richiesta "di procedere, a ripristinare lo stato dei luoghi in corrispondenza degli attraversamenti stradali interessanti il tratturo Melfi Castellaneta posizionati lungo Via Falcone e Borsellino" fissando l'inizio del lavori "a partire dalle ore 9 dell'11 febbraio prossimo".
Contestualmente il dirigente, che ha inviato il documento anche alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Bari, oltre che alla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia, ha dato mandato al Comando di polizia municipale di vigilare sull'esecuzione dei lavori e, in caso di inosservanza entro i termini stabiliti, "il locale Comando di Polizia Municipale è sin d'ora delegato a notiziare la Procura della Repubblica".
La pazienza di Michele Stasi è finita il 31 gennaio quando, presa carta e penna, ha inviato un'ordinanza di "ripristino dello stato dei luoghi in corrispondenza degli attraversamenti stradali interessanti il tratturo Melfi Castellaneta posizionati lungo Via Falcone e Borsellino".
Il destinatario dell'ordine perentorio, inviato anche alla Procura della Repubblica, è Antonio Cirilli, legale rappresentante della ditta CIRFER che mesi fa, in occasione dei lavori di manutenzione straordinaria dell'asse viario di viale Falcone e Borsellino, compreso fra la rotatoria con via Salvatore Vicino ed il sottopasso ferroviario, aveva steso due lingue di asfalto in prossimità degli accessi alle così dette Case Bianche.
Il responsabile dell'impresa all'epoca dei lavori si è giustificato dicendo che aveva semplicemente risposto alle richieste di alcuni amici residenti in quegli appartamenti, coprendo con l'asfalto delle profonde buche. Un favore che non è piaciuto a chi da anni si batte per reclamare il vincolo paesaggistico che insite sul tratturo Melfi– Castellaneta. E infatti, dopo appena pochi giorni, la vicenda è finita all'attenzione dell'autorità giudiziaria prima di approdare sul tavolo della Soprintendenza di Bari.
Stasi dal canto suo ha provato più volte a far rimuovere quei lembi di asfalto, ma senza esito. La prima volta, a giugno dello scorso anno quando le ruspe dell'impresa Cirilli intende a eseguire l'ordine di servizio, furono bloccate da un folto gruppo di residenti, mentre il secondo ordine porta la data del 8 ottobre 2013, ma anche questa volta la richiesta di "ripristinare la stato dei luoghi in corrispondenza dei suddetti accessi, rimuovendo il manto d'asfalto eseguito in maniera difforme dal progetto" è rimasta inascoltata.
E nemmeno i solleciti della Soprintendenza, che prima per iscritto e poi con un sopralluogo congiunto con i tecnici comunali e con un archeologo hanno sortito alcun effetto. Almeno sino a pochi giorni fa.
Dopo aver aspettato diversi mesi, infatti, il dirigente Stasi ha emesso nei confronti dell'impresa un'ordinanza con la precisa richiesta "di procedere, a ripristinare lo stato dei luoghi in corrispondenza degli attraversamenti stradali interessanti il tratturo Melfi Castellaneta posizionati lungo Via Falcone e Borsellino" fissando l'inizio del lavori "a partire dalle ore 9 dell'11 febbraio prossimo".
Contestualmente il dirigente, che ha inviato il documento anche alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Bari, oltre che alla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia, ha dato mandato al Comando di polizia municipale di vigilare sull'esecuzione dei lavori e, in caso di inosservanza entro i termini stabiliti, "il locale Comando di Polizia Municipale è sin d'ora delegato a notiziare la Procura della Repubblica".