Case Bianche: no alla demolizione

Rigettato il ricorso dei proprietari dei suoli. Soddisfazione da palazzo di città

venerdì 10 ottobre 2014 9.15
Le Case Bianche non saranno abbattute.

A darne notizia è Palazzo di città che a pochi giorni dalla pubblicazione dell'ultima sentenza emessa sulla vicenda dal Consiglio di Stato, fa sapere che la Suprema Corte ha confermato la sentenza con cui nel 2010 il Tar Puglia aveva dato esecuzione ad altra precedente pronuncia del 2002 (passata in giudicato) attraverso la quale erano state riconosciute la carenza di una previa variante al Prg volta a disciplinare l'intero comparto e la mancanza di una maggiore superficie a standard connessa all'esistenza d'una zona a vincolo archeologico in relazione al tratturo Melfi-Castellaneta, con conseguente annullamento di diversi atti amministrativi sottesi al programma edilizio.
Ritenendo che la sentenza in questione, ovvero la numero 2251 del 4 giugno 2010, ledesse i propri diritti edificatori, i proprietari di alcuni dei terreni ricadenti nell'area delle Case Bianche erano ricorsi dinanzi al Consiglio di Stato chiedendo, tra le altre cose "quale attività esecutiva del giudicato, la necessaria demolizione dei volumi edificati o, in alternativa, l'avvio del procedimento ex art. 38 DPR 380/2001", ovvero l'applicazione di una sanzione pecuniaria pari al valore venale delle opere o loro parti abusivamente eseguite.
Richieste tuttavia respinte dalla Quarta Sezione del Consiglio di Stato, che con sentenza depositata in Cancelleria ha stabilito essere l'appello avanzato "destituito di fondamento giuridico e perciò da rigettarsi, con la conferma della sentenza di ottemperanza impugnata". Sancita, in proposito, la legittimità dell'operato del Comune, rappresentato in giudizio dall'avvocato Nino Matassa.

Nella pronuncia, infatti, si legge che: "Il Comune di Gravina, in esecuzione della sentenza del 2010, aderendo alla principale soluzione attuativa del giudicato, ha adottato, con deliberazione consiliare del 2010, e quindi approvato, con altra deliberazione consiliare del 2013, una variante con cui l'originario comparto è stato suddiviso in comparti tra loro autonomi. Dei gravami proposti avverso le richiamate deliberazioni il Collegio non può darsi carico nel presente grado di giudizio".
Una giudizio accolto con soddisfazione da palazzo di città da dove il sindaco Alesio Valente sottolinea che "Viene riconosciuta la giustezza del percorso seguito dell'amministrazione comunale in una vicenda che rischiava di veder andar in fumo i risparmi di una vita di tante famiglie, che avevano acquistato casa salvo poi ritrovarsi risucchiati in un vortice infernale".

"Proseguendo nell'iter intrapreso dalla precedente amministrazione comunale – continua Valente - lo scorso dicembre abbiamo dato veste esecutiva alle prescrizioni del Tar. Andremo avanti per completare l'iter: il verdetto del Consiglio di Stato certifica la correttezza di quanto fatto. Non possiamo che prenderne atto con favore".