Castello, Graffiti nell’ipogeo
Importante scoperta nel maniero di Federico II
venerdì 24 maggio 2024
9.14
Il castello svevo scrigno che nasconde segreti e segni della storia. Un luogo magico, ricco di mistero, anche nel sottosuolo, che nei giorni scorsi è stato oggetto di indagini da parte della dott.ssa Sabrina Centonze dell'Università degli Studi "G. D'Annunzio" di Chieti-Pescara. L'equipe dell'università ha effettuato delle analisi autoptiche e dei rilievi fotografici sui graffiti ritrovati in un pozzo ipogeo del Castello voluto da Federico II di Svevia a Gravina. In questo sopralluogo la squadra universitaria è stata accompagnata dal gruppo speleologico CARS di Altamura, che ha coordinato la sicurezza; e da Renato Gonsalvo e Giuseppe Lorusso del centro studi federiciani per il supporto logistico.
Uno studio che rientra nel progetto "Graff-IT: Writing on the Margins. Graffiti in Italy 7th-16th c.", finanziato dall'European Research Council del quale Carlo Tedeschi, Professore Ordinario di Paleografia presso l'ateneo di Chieti- Pescara, è il responsabile scientifico.
Un lavoro che prevede la schedatura dei graffiti di epoca medievale della penisola, allo scopo di creare un database dei graffiti italiani per certificare la cultura scritta, trasmessa da fonti testuali e figurative a carattere "non ufficiale".
Tra questi luoghi monitorati dal team universitario rientra anche il castello di Gravina, dove nell'ipogeo sono state ritrovati segni scientificamente rilevanti, come spiega la dott.ssa Centonze.
"Il Castello federiciano di Gravina è un caso di studio molto interessante, in quanto possiede dei graffiti eseguiti a "sanguigna" in una cisterna ipogea. Nello specifico dovrebbe trattarsi di un pigmento di ocra rossa che abbonda nelle aree carsiche murgiane, steso sulle pareti dell'ipogeo nel momento in cui la sua funzione come scorta d'acqua a servizio del Castello era cessata. La rappresentazione di segni alfabetici, figurativi e stemmi araldici è complessa e articolata, e sarà ora sottoposta ad analisi paleografica e iconologica».
Una interessante scoperta, dunque, che potrà rivelare ulteriori notizie sul maniero federiciano, donandogli un fascino ancor più elevato.
Uno studio che rientra nel progetto "Graff-IT: Writing on the Margins. Graffiti in Italy 7th-16th c.", finanziato dall'European Research Council del quale Carlo Tedeschi, Professore Ordinario di Paleografia presso l'ateneo di Chieti- Pescara, è il responsabile scientifico.
Un lavoro che prevede la schedatura dei graffiti di epoca medievale della penisola, allo scopo di creare un database dei graffiti italiani per certificare la cultura scritta, trasmessa da fonti testuali e figurative a carattere "non ufficiale".
Tra questi luoghi monitorati dal team universitario rientra anche il castello di Gravina, dove nell'ipogeo sono state ritrovati segni scientificamente rilevanti, come spiega la dott.ssa Centonze.
"Il Castello federiciano di Gravina è un caso di studio molto interessante, in quanto possiede dei graffiti eseguiti a "sanguigna" in una cisterna ipogea. Nello specifico dovrebbe trattarsi di un pigmento di ocra rossa che abbonda nelle aree carsiche murgiane, steso sulle pareti dell'ipogeo nel momento in cui la sua funzione come scorta d'acqua a servizio del Castello era cessata. La rappresentazione di segni alfabetici, figurativi e stemmi araldici è complessa e articolata, e sarà ora sottoposta ad analisi paleografica e iconologica».
Una interessante scoperta, dunque, che potrà rivelare ulteriori notizie sul maniero federiciano, donandogli un fascino ancor più elevato.