Chiuso il “Museo etnografico della civiltà contadina”
Sarà riallestito nell'ex convento di Santa Sofia probabilmente ad inizio 2016.
domenica 19 aprile 2015
9.37
Resta senza dimora il "Museo etnografico della civiltà contadina", in attesa del completamento dei lavori, iniziati da poco più di un mese, presso l'ex convento di Santa Sofia, che diverrà la nuova sede della collezione probabilmente dai primi mesi del prossimo anno.
Andavano necessariamente sgombrati i locali dell'ex orfanotrofio di piazza Cavour che fino a qualche giorno fa ospitavano il museo, per lasciar spazio ai lavori di ammodernamento dell'intera struttura. L'orfanotrofio è destinatario infatti di un finanziamento regionale da 810 mila euro che permetterà di trasformare gli ambienti in un centro diurno per minori.
Per almeno otto mesi dunque la città resterà priva dell'ormai nota raccolta di oggetti antichi da lavoro e di uso quotidiano che, grazie a diverse collaborazioni con le università di Bari e di Matera, è diventato un prestigioso punto di riferimento per tutti coloro che si apprestano allo studio della tradizione popolare.
Intanto i 1300 reperti e gli oltre 1500 libri destinati alla creazione di una biblioteca sono ora custoditi presso locali di proprietà comunale, in attesa di essere prima catalogati e poi risistemati in quello che sarà il Centro servizi di Santa Sofia, in ambienti quindi più consoni e ampi.
"Non si tratta di una semplice esposizione", spiegano dal 'Centro studi e Documentazione della Civiltà contadina', "sono oggetti che parlano di tradizioni passate alle giovani generazioni. Un patrimonio immenso e che va salvato ora".
Andavano necessariamente sgombrati i locali dell'ex orfanotrofio di piazza Cavour che fino a qualche giorno fa ospitavano il museo, per lasciar spazio ai lavori di ammodernamento dell'intera struttura. L'orfanotrofio è destinatario infatti di un finanziamento regionale da 810 mila euro che permetterà di trasformare gli ambienti in un centro diurno per minori.
Per almeno otto mesi dunque la città resterà priva dell'ormai nota raccolta di oggetti antichi da lavoro e di uso quotidiano che, grazie a diverse collaborazioni con le università di Bari e di Matera, è diventato un prestigioso punto di riferimento per tutti coloro che si apprestano allo studio della tradizione popolare.
Intanto i 1300 reperti e gli oltre 1500 libri destinati alla creazione di una biblioteca sono ora custoditi presso locali di proprietà comunale, in attesa di essere prima catalogati e poi risistemati in quello che sarà il Centro servizi di Santa Sofia, in ambienti quindi più consoni e ampi.
"Non si tratta di una semplice esposizione", spiegano dal 'Centro studi e Documentazione della Civiltà contadina', "sono oggetti che parlano di tradizioni passate alle giovani generazioni. Un patrimonio immenso e che va salvato ora".