Ciccio e Tore, riaprire le indagini per accertare nuove responsabilità

Nuove verifiche nella casa delle Cento Stanze disposte dai legali di Pappalardi

venerdì 18 maggio 2018
Valutare dagli atti se ci sono elementi per chiedere alla magistratura una eventuale riapertura delle indagini sul fronte di ipotetiche responsabilità da parte di terzi sino ad oggi non emersi.

Questo l'obiettivo dichiarato dei legali di Filippo Pappalardi, padre dei due fratellini Ciccio e Tore, scomparsi il 5 giugno 2006 e ritrovati morti nella cisterna della antica costruzione ribattezzata Casa delle Cento Stanze.
I legali hanno chiesto alla magistratura barese di riaprire l'inchiesta sul decesso dei figli di Pappalardi per accertare ipotetiche responsabilità di altre persone.
Per la morte di Ciccio e Tore, Filippo Pappalardi fu arrestato per errore con l'accusa di aver ucciso e nascosto i cadaveri dei ragazzini, quindi scarcerato e risarcito per l'ingiusta detenzione. Ora lo stesso Pappalardi ha ingaggiato un pool di investigatori tra cui il generale Luciano Garofano, ex comandante dei carabinieri del Ris, a cui sono affidate indagini scientifiche alla ricerca di particolari che possano dare nuovo impulso all'inchiesta. Secondo quanto riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno nell'antica costruzione gli investigatori hanno percorso tutti i cunicoli, verificato le possibili vie di accesso alla cisterna, fatto riprese, scattato foto, effettuato misurazioni.

Dati che saranno confrontati con le testimonianze nuove e vecchie. L'ipotesi è che altre persone abbiano visto o saputo qualcosa e abbiano deciso di tacere.
In realtà, sempre la Gazzetta ricorda che un'altra inchiesta condotta dalla Procura per i minori di Bari avviata con una denuncia di Rosa Carlucci, mamma dei fratellini, in cui si ipotizzava la presenza di altri ragazzini che non aiutarono Ciccio e Tore, si è chiusa con l'archiviazione.

La speranza di Pappalardi è legata alle nuove tecnologie che potrebbero aiutare a rileggere alcuni elementi dell'indagine.