Città del Crocifisso: Gravina ospita i comuni della rete

Il vescovo Paciello: “Occasione di unità spirituale e culturale”. Mons. Sigalini: "I politici abbiano la vocazione del cireneo".

mercoledì 12 dicembre 2012 13.00
A cura di Francesco Mastromatteo
L'identità religiosa, storica e culturale delle comunità legate dal culto del Santissimo Crocifisso unisce sempre più territori diversi e lontani tra loro, facendo del patrimonio religioso e della pietà popolare un possibile volano del turismo e degli scambi culturali ed economici.

E' questo il senso della manifestazione organizzata dall'Associazione "Città del SS. Crocifisso", in collaborazione con il Comune e con la parrocchia del Santissimo Crocifisso di Gravina, con una celebrazione religiosa e una conferenza organizzate nell'ambito dell'Anno della Fede promosso da Papa Benedetto XVI.

Dopo i saluti di rito del presidente della Provincia Francesco Schittulli e del sindaco Alesio Valente, che ha esaltato la sinergia tra i comuni di cui Gravina è capofila, è toccato alla vicepresidente della Regione, Loredana Capone, accogliere i presenti in qualità di madrina dell'iniziativa: "La Croce è simbolo della sofferenza umana – ha dichiarato – ma ci dà anche un messaggio di speranza, che ci spinge ad agire in favore dei malati, dei più deboli e delle famiglie in difficoltà". A salutare a nome della chiesa locale i sindaci delle città del Crocifisso, presenti insieme a una rappresentanza della giunta cittadina, è stato il vescovo Mario Paciello: "Il Mistero della Croce riguarda la fede, ma questa comunanza di tradizioni deve anche essere occasione di unità culturale che porti anche ad un allargamento dell'associazione".

Denso di profondi significati teologici e pastorali l'intervento di monsignor Domenico Sigalini, vescovo della diocesi suburbicaria di Palestrina e assistente generale dell'Azione Cattolica, ospite d'onore della manifestazione, incentrato sul tema centrale del simbolismo della Croce nel 50° anniversario del Concilio Vaticano II: "Dio non è lontano ma parla al cuore dell'uomo – ha rilevato il presule – e la dolcezza della Parola e dell'Amore trinitario, di cui Cristo è compimento definitivo, si coglie solo ai piedi della Croce, a contatto con Gesù sofferente per la nostra salvezza, come testimoniato da Maria di Magdala, Giovanni e soprattutto la Madonna, madre di tutti e specie di chi è alle prese con il dolore". Infine, cogliendo spunto dal racconto evangelico della Passione, un monito ai politici: "La vostra vocazione sia quella del Cireneo: portare la croce in prima persona, senza metterla addosso agli altri".
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