Compie 20 anni il liquorificio più antico di Gravina
Da Amari&rosoli ricerca e passione per la ricetta vincente nel rispetto delle erbe del territorio. Da Amari&rosoli ricerca e passione per la ricetta vincente nel rispetto delle erbe del territorio
lunedì 16 dicembre 2024
9.55
La Murgia nel sangue. Il territorio murgiano con i suoi profumi e i suoi colori. Una passione che Michele Lafronza ha coltivato fin da ragazzo, quando negli anni settanta calcava il terreno aspro e roccioso della Murgia a caccia di erbe aromatiche. Erbe che hanno ispirato una intuizione. Con quelle erbe Michele aveva in mente di realizzare un sogno: imbrigliare in una bottiglia gli odori della Murgia, attraverso la realizzazione di un liquore che potesse diventare rappresentativo di un territorio. Un luogo per molti avaro, ma in realtà ricco di biodiversità, visto che- ci racconta Michele-circa il 25% delle botaniche italiane si trovano sulla Murgia.
Con queste prerogative Michele inizia a sperimentare, a livello amatoriale, accostamenti e proporzioni per realizzare il suo liquore. "All'inizio lo imbottigliavo in recipienti di fortuna: bottiglie di recupero che omaggiavo ad amici e parenti. E proprio loro sono stati i primi a spingermi ad iniziare questa attività" - dice il fondatore di Amari&rosoli, che porta avanti l'attività insieme alla seconda generazione, suo figlio Ignazio.
Ma per raggiungere i risultati sperati Michele ci ha messo trent'anni. Anche perché la particolarità dei liquori che si producono nell'azienda sta nel fatto che le erbe selvatiche adoperate sono lavorate a freddo e utilizzate fresche e non secche, per cui va seguita la stagionalità e non si può fare una produzione di tipo industriale. Una caratteristica che ha rallentato anche la sperimentazione e che ha fatto sì che per la ricetta definitiva ci volessero 30 anni.
E così, tra il 2003 e il 2004, l'azienda prende vita con il brevetto della ricetta e l'apertura del punto vendita di via Meucci 6/b, dove si trova anche il laboratorio dell'azienda.
"Un compleanno che condividiamo con il parco dell'alta Murgia" - sottolinea Ignazio, che racconta come agli inizi si vendesse solo il Gariga (nome scelto per il liquore simbolo dell'azienda, che richiama il territorio carsico e la pseudo-steppa della Murgia). "È nella Gariga che le erbe aromatiche che usiamo hanno trovato il loro habitat naturale". Erbe come il timo serpillo, la santoreggia, il finocchietto e i mentastri selvatici che hanno beneficiato dell'istituzione del Parco dell'Alta Murgia per lasciare il territorio incontaminato e protetto.
Nel tempo la produzione degli amari e dei rosoli si è allargata. Adesso non si produce più solo la Gariga, ma c'è una selezione di liquori alla frutta e alle erbe digestive. Sono passati vent'anni dall'apertura e al timone dell'azienda a papà Michele è subentrato Ignazio, anche lui innamorato della terra murgiana tanto da aver incentrato il suo percorso di studi dapprima all'istituto agrario e poi alla facoltà di Agraria di Bari, dove ha terminato gli studi con il massimo dei voti, specializzandosi in scienze e tecnologie alimentari.
Nuova generazione e nuove idee per portare la Amari&rosoli nel terzo millennio, apportando migliorie tecniche ai prodotti già esistenti e al ciclo produttivo, ma anche dal punto di vista della comunicazione aziendale e del marketing. Una operazione di restyling appena iniziata, con in cantiere diverse novità per riuscire ad intercettare i gusti delle nuove generazioni di consumatori, sempre nel solco della tradizione: una missione appena avviata che, viste le premesse, lascia ben sperare.
Con queste prerogative Michele inizia a sperimentare, a livello amatoriale, accostamenti e proporzioni per realizzare il suo liquore. "All'inizio lo imbottigliavo in recipienti di fortuna: bottiglie di recupero che omaggiavo ad amici e parenti. E proprio loro sono stati i primi a spingermi ad iniziare questa attività" - dice il fondatore di Amari&rosoli, che porta avanti l'attività insieme alla seconda generazione, suo figlio Ignazio.
Ma per raggiungere i risultati sperati Michele ci ha messo trent'anni. Anche perché la particolarità dei liquori che si producono nell'azienda sta nel fatto che le erbe selvatiche adoperate sono lavorate a freddo e utilizzate fresche e non secche, per cui va seguita la stagionalità e non si può fare una produzione di tipo industriale. Una caratteristica che ha rallentato anche la sperimentazione e che ha fatto sì che per la ricetta definitiva ci volessero 30 anni.
E così, tra il 2003 e il 2004, l'azienda prende vita con il brevetto della ricetta e l'apertura del punto vendita di via Meucci 6/b, dove si trova anche il laboratorio dell'azienda.
"Un compleanno che condividiamo con il parco dell'alta Murgia" - sottolinea Ignazio, che racconta come agli inizi si vendesse solo il Gariga (nome scelto per il liquore simbolo dell'azienda, che richiama il territorio carsico e la pseudo-steppa della Murgia). "È nella Gariga che le erbe aromatiche che usiamo hanno trovato il loro habitat naturale". Erbe come il timo serpillo, la santoreggia, il finocchietto e i mentastri selvatici che hanno beneficiato dell'istituzione del Parco dell'Alta Murgia per lasciare il territorio incontaminato e protetto.
Nel tempo la produzione degli amari e dei rosoli si è allargata. Adesso non si produce più solo la Gariga, ma c'è una selezione di liquori alla frutta e alle erbe digestive. Sono passati vent'anni dall'apertura e al timone dell'azienda a papà Michele è subentrato Ignazio, anche lui innamorato della terra murgiana tanto da aver incentrato il suo percorso di studi dapprima all'istituto agrario e poi alla facoltà di Agraria di Bari, dove ha terminato gli studi con il massimo dei voti, specializzandosi in scienze e tecnologie alimentari.
Nuova generazione e nuove idee per portare la Amari&rosoli nel terzo millennio, apportando migliorie tecniche ai prodotti già esistenti e al ciclo produttivo, ma anche dal punto di vista della comunicazione aziendale e del marketing. Una operazione di restyling appena iniziata, con in cantiere diverse novità per riuscire ad intercettare i gusti delle nuove generazioni di consumatori, sempre nel solco della tradizione: una missione appena avviata che, viste le premesse, lascia ben sperare.