Con la Pro Loco va in scena il dialetto gravinese
Una serata di canzoni, poesie e racconti in vernacolo. La manifestazione nell'ambito della giornata promossa dall'Umpli.
lunedì 21 gennaio 2013
15.15
Non solo poemi, proverbi, apologhi e stornelli della tradizione, ma anche musicalità e contaminazioni moderne.
La giornata nazionale del dialetto e delle lingue locali, organizzata dall'Umpli e tenutasi anche a Gravina presso le Officine Culturali "Impastato", rappresenta un contributo che autori ed autrici di opere dialettali di diverse generazioni vogliono offrire ai loro concittadini, in nome del recupero di un patrimonio culturale che non può e non deve andare perduto.
La manifestazione, che ha ripercorso le origini linguistiche di Gravina attraverso le parole e la musica degli artisti del vernacolo si collega alla tre giorni di studi linguistici tenutasi lo scorso novembre, promossa dal presidente della Pro Loco Fedele Raguso in collaborazione con l'associazione "Amici della Fondazione Pomarici-Santomasi".
Tanti gli interpreti della tradizione teatrale e musicale gravinese, tra cui gli storici mattatori Peppino Zuccaro, Ninì Gramegna, Ninì Langiulli e Tommaso Acquafresca, componente della "Compagnia gravinese '81", che ha letto componimenti in vernacolo, ed i giovani eredi Giorgio Zuccaro e Saverio Paternoster, che hanno portato in scena l'applauditissimo spettacolo "Il peggio del Piaggio", mentre il pianista Achille Granieri ha reinterpretato in chiave moderna alcuni stornelli sulla vita di Giuseppe Di Vittorio e Arcangelo Scacchi.
"Riscoprire le nostre radici dialettali – ha dichiarato il primo cittadino Alesio Valente portando il suo saluto alla manifestazione – è un modo per riallacciarci al passato per comprendere meglio il nostro presente". Il presidente della Pro Loco Fedele Raguso, che ha inserito la rassegna all'interno di un più vasto progetto di recupero delle tradizioni dialettali, con l'ambizione di pubblicare un dizionario etimologico dei lemmi gravinesi, ha sottolineato l'identità del vernacolo come lingua viva, aperta alle evoluzione storica tipica degli idiomi parlati.
La giornata nazionale del dialetto e delle lingue locali, organizzata dall'Umpli e tenutasi anche a Gravina presso le Officine Culturali "Impastato", rappresenta un contributo che autori ed autrici di opere dialettali di diverse generazioni vogliono offrire ai loro concittadini, in nome del recupero di un patrimonio culturale che non può e non deve andare perduto.
La manifestazione, che ha ripercorso le origini linguistiche di Gravina attraverso le parole e la musica degli artisti del vernacolo si collega alla tre giorni di studi linguistici tenutasi lo scorso novembre, promossa dal presidente della Pro Loco Fedele Raguso in collaborazione con l'associazione "Amici della Fondazione Pomarici-Santomasi".
Tanti gli interpreti della tradizione teatrale e musicale gravinese, tra cui gli storici mattatori Peppino Zuccaro, Ninì Gramegna, Ninì Langiulli e Tommaso Acquafresca, componente della "Compagnia gravinese '81", che ha letto componimenti in vernacolo, ed i giovani eredi Giorgio Zuccaro e Saverio Paternoster, che hanno portato in scena l'applauditissimo spettacolo "Il peggio del Piaggio", mentre il pianista Achille Granieri ha reinterpretato in chiave moderna alcuni stornelli sulla vita di Giuseppe Di Vittorio e Arcangelo Scacchi.
"Riscoprire le nostre radici dialettali – ha dichiarato il primo cittadino Alesio Valente portando il suo saluto alla manifestazione – è un modo per riallacciarci al passato per comprendere meglio il nostro presente". Il presidente della Pro Loco Fedele Raguso, che ha inserito la rassegna all'interno di un più vasto progetto di recupero delle tradizioni dialettali, con l'ambizione di pubblicare un dizionario etimologico dei lemmi gravinesi, ha sottolineato l'identità del vernacolo come lingua viva, aperta alle evoluzione storica tipica degli idiomi parlati.