Confiscati beni archeologici in terracotta
Erano illecitamente detenuti in un'abitazione di Gravina
mercoledì 16 giugno 2021
10.50
Reperti archeologici illecitamente detenuti da un uomo di Gravina sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza. Erano esposti in una vetrinetta, nell'abitazione della persona denunciata che non ne ha mai denunciato il possesso, venendo meno così all'obbligo di legge.
Si tratta di 19 manufatti in terracotta provenienti da contesti tombali, datati tra la fine del V secolo e l'inizio del IV secolo avanti Cristo. Il ritrovamento è avvenuto nell'ambito di un'attività di servizio di natura fiscale ad un'associazione (la persona denunciata è il rappresentante legale). Quindi è stata effettuata una perizia da parte di un esperto che ne ha attestato l'interesse culturale e archeologico e sono stati catalogati quali ''2 kothon a fascia monoansata, ciotola rotolo convessa monoansata, coppetta ad alto piede a fascia, piatto ad alto piede a motivi fitomorfi di composto, 2 pentolini rituali, stabnoss a decorazione lineare con coperchio, olpetta a vernice bruna, 2 brocchette monoansate a decorazione lineare, piatto su piede ad anello a decorazione lineare, kylix ad alto piede a vernice rossa, brocca a fascia monoansata, piatto su piede a fascia bicroma rossonera, piatto monocromo con vernice caduta, calice a fasce ad alto piede, frammento di labbro con ansa riferibile a brocca, frammento di base di calice''.
Il detentore dei reperti non è stato in grado di dimostrare la legittimità dell'acquisto ed è stato denunciato per violazione delle disposizioni contenute nel codice dei beni culturali e paesaggio. Si ipotizza che i reperti siano frutto di scavi abusivi da parte di tombaroli della zona.
Inoltre, con il sequestro effettuato e poi convalidato dalla Procura della Repubblica di Bari (diretta dal Procuratore F.F. Roberto Rossi), l'uomo è stato privato dei beni detenuti illegittimamente. Il giudice per le indagini preliminari, dott.ssa Ilaria Casu, ha disposto la confisca dei beni e, su richiesta delle fiamme gialle, l'assegnazione del materiale archeologico al Museo nazionale di Altamura.
Presso il Museo altamurano, alla presenza della Direttrice Elena Silvana Saponaro, della sindaca di Altamura Rosa Melodia e dell'assessore alle culture Nunzio Perrone, i reperti sono stati consegnati dal capitano della Compagnia, Paolo Marzano. In tal modo sono stati restituiti alla collettività.
"L'attività di servizio rappresenta una chiara testimonianza della trasversalità dell'azione del Corpo, in questo caso a tutela del patrimonio indisponibile dello Stato", sottolineano le fiamme gialle.
Si tratta di 19 manufatti in terracotta provenienti da contesti tombali, datati tra la fine del V secolo e l'inizio del IV secolo avanti Cristo. Il ritrovamento è avvenuto nell'ambito di un'attività di servizio di natura fiscale ad un'associazione (la persona denunciata è il rappresentante legale). Quindi è stata effettuata una perizia da parte di un esperto che ne ha attestato l'interesse culturale e archeologico e sono stati catalogati quali ''2 kothon a fascia monoansata, ciotola rotolo convessa monoansata, coppetta ad alto piede a fascia, piatto ad alto piede a motivi fitomorfi di composto, 2 pentolini rituali, stabnoss a decorazione lineare con coperchio, olpetta a vernice bruna, 2 brocchette monoansate a decorazione lineare, piatto su piede ad anello a decorazione lineare, kylix ad alto piede a vernice rossa, brocca a fascia monoansata, piatto su piede a fascia bicroma rossonera, piatto monocromo con vernice caduta, calice a fasce ad alto piede, frammento di labbro con ansa riferibile a brocca, frammento di base di calice''.
Il detentore dei reperti non è stato in grado di dimostrare la legittimità dell'acquisto ed è stato denunciato per violazione delle disposizioni contenute nel codice dei beni culturali e paesaggio. Si ipotizza che i reperti siano frutto di scavi abusivi da parte di tombaroli della zona.
Inoltre, con il sequestro effettuato e poi convalidato dalla Procura della Repubblica di Bari (diretta dal Procuratore F.F. Roberto Rossi), l'uomo è stato privato dei beni detenuti illegittimamente. Il giudice per le indagini preliminari, dott.ssa Ilaria Casu, ha disposto la confisca dei beni e, su richiesta delle fiamme gialle, l'assegnazione del materiale archeologico al Museo nazionale di Altamura.
Presso il Museo altamurano, alla presenza della Direttrice Elena Silvana Saponaro, della sindaca di Altamura Rosa Melodia e dell'assessore alle culture Nunzio Perrone, i reperti sono stati consegnati dal capitano della Compagnia, Paolo Marzano. In tal modo sono stati restituiti alla collettività.
"L'attività di servizio rappresenta una chiara testimonianza della trasversalità dell'azione del Corpo, in questo caso a tutela del patrimonio indisponibile dello Stato", sottolineano le fiamme gialle.