Consegna delle chiavi della città a San Michele
Sindaco e Vescovo consegnano le chiavi di Gravina al santo protettore
venerdì 30 settembre 2022
10.29
La prima volta di Fedele Lagreca da sindaco alla festa di San Michele è segnata da una certa emozione e la si evince dalle parole del primo cittadino nel corso della tradizionale cerimonia di consegna delle chiavi della città al santo protettore di Gravina, per mano del Vescovo della diocesi Mons. Giovanni Ricchiuti.
Una festa dedicata a San Michele che ha quasi 350 anni. Infatti, il culto micaelico lo si deve ad una richiesta che Mons. Domenico Cennini fece a papa Clemente X, che con una bolla 1674 che fisso come patrono di Gravina l'arcangelo Gabriele.
Un avvenimento che coinvolge tutta la comunità, con il trasporto che il sindaco, con orgoglio, ha voluto ricordare, ringraziando tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita dell'evento.
"Devo confessare la mia umana emozione" - ha detto Lagreca, che ha avuto ricordare l'importanza di una festa che rappresenta una sorta di ripartenza. "Sotto la protezione dei due santi patroni (San Michele e San Filippo Neri) affido il futuro della città che purtroppo non è uscita indenne dalla recente pandemia, che ha mietuto diverse vittime, a cui va il ricordo e il pensiero, ma che saprà riscattarsi e riprendere il cammino della rinascita morale, sociale e religiosa"- ha affermato Lagreca, aggiungendo come la consegna delle chiavi rappresenti una sorta di sigillo della condivisione con la chiesa e con il Santo "affinchè diventino in chiavi per aprire i nostri cuori e le nostre menti ad un processo armonico di sviluppo rivolto, dedicato e destinato principalmente alle nuove generazioni e a tutti i figli di questo popolo generoso".
Nel suo discorso il primo cittadino ha avuto anche un pensiero per chi non avrà lo stato d'animo giusto per vivere a pieno i festeggiamenti. "Vorrei rivolgere un pensiero affettuoso agli ammalati, ai meno abbienti, agli anziani, alle persone sole, che per ovvie ragioni non potranno vivere a pieno il clima gioioso che si vive in questi giorni, affinché nel sorriso di un amico, un parente o persona cara possano ritrovare quella serenità e solidarietà che questa ricorrenza sa offrire".
Parole che non hanno lasciato indifferente Mons. Giovanni Ricchiuti che si è unito ai saluti alla città e che ha sottolineato come il gesto della consegna delle chiavi sia denso di significato poiché "segna l'affidamento di tutta la città a questa antichissima radice cristiana di Gravina".
"Riprendendo la tradizione della processione, dopo la sosta di due anni per la pandemia, vorremmo che san Michele, ripercorrendo le strade della città, le trovi nei suoi abitanti, rinnovati nei cuori e nelle menti, perché questa sia veramente una città solidale, dalle porte sempre aperte a quanti troveranno in Gravina accoglienza e o pacifica convivenza" - ha concluso Don Ricchiuti.
(Foto Carlo Centonze)
Una festa dedicata a San Michele che ha quasi 350 anni. Infatti, il culto micaelico lo si deve ad una richiesta che Mons. Domenico Cennini fece a papa Clemente X, che con una bolla 1674 che fisso come patrono di Gravina l'arcangelo Gabriele.
Un avvenimento che coinvolge tutta la comunità, con il trasporto che il sindaco, con orgoglio, ha voluto ricordare, ringraziando tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita dell'evento.
"Devo confessare la mia umana emozione" - ha detto Lagreca, che ha avuto ricordare l'importanza di una festa che rappresenta una sorta di ripartenza. "Sotto la protezione dei due santi patroni (San Michele e San Filippo Neri) affido il futuro della città che purtroppo non è uscita indenne dalla recente pandemia, che ha mietuto diverse vittime, a cui va il ricordo e il pensiero, ma che saprà riscattarsi e riprendere il cammino della rinascita morale, sociale e religiosa"- ha affermato Lagreca, aggiungendo come la consegna delle chiavi rappresenti una sorta di sigillo della condivisione con la chiesa e con il Santo "affinchè diventino in chiavi per aprire i nostri cuori e le nostre menti ad un processo armonico di sviluppo rivolto, dedicato e destinato principalmente alle nuove generazioni e a tutti i figli di questo popolo generoso".
Nel suo discorso il primo cittadino ha avuto anche un pensiero per chi non avrà lo stato d'animo giusto per vivere a pieno i festeggiamenti. "Vorrei rivolgere un pensiero affettuoso agli ammalati, ai meno abbienti, agli anziani, alle persone sole, che per ovvie ragioni non potranno vivere a pieno il clima gioioso che si vive in questi giorni, affinché nel sorriso di un amico, un parente o persona cara possano ritrovare quella serenità e solidarietà che questa ricorrenza sa offrire".
Parole che non hanno lasciato indifferente Mons. Giovanni Ricchiuti che si è unito ai saluti alla città e che ha sottolineato come il gesto della consegna delle chiavi sia denso di significato poiché "segna l'affidamento di tutta la città a questa antichissima radice cristiana di Gravina".
"Riprendendo la tradizione della processione, dopo la sosta di due anni per la pandemia, vorremmo che san Michele, ripercorrendo le strade della città, le trovi nei suoi abitanti, rinnovati nei cuori e nelle menti, perché questa sia veramente una città solidale, dalle porte sempre aperte a quanti troveranno in Gravina accoglienza e o pacifica convivenza" - ha concluso Don Ricchiuti.
(Foto Carlo Centonze)