Consiglio comunale, manca il numero legale. Sfiducia rinviata a questa sera
E Valente disse: “Allora come si fa ad andare in seconda convocazione?”
mercoledì 5 novembre 2014
12.58
Coup de théâtre. Dinanzi ad un pubblico non pagante e che alla fine invece degli applausi, ha preferito elargire fischi.
Nella serata di martedì, termine ultimo per la discussione in consiglio comunale della mozione di sfiducia presentata dall'opposizione nei confronti del sindaco, è andato in scena l'ennesimo psicodramma della maggioranza targata Valente.
L'assise prende il via ben oltre l'ora di tolleranza e solo dopo le proteste del pubblico e dell'opposizione forse perchè, nonostante l'arrivo in aula dei consiglieri di maggioranza, le trattative sono tutt'altro che concluse e l'espressione con cui il primo cittadino si accomoda al suo posto è più eloquente di mille parole.
La seduta prende il via. Giusto il tempo di approvare la surroga del consigliere Rino Vendola, a cui Angelo Petrara prima e il presidente Giacinto Lupoli poi rivolgono parole di stima e di ringraziamento, e di applaudire l'ingresso di Mimmo Leanza in aula, che arriva il colpo di scena.
Tocca a Lorenzo Carbone, consigliere nelle fila di Futuro e libertà e protagonista di una staffetta con Francesco Santomasi alla guida dell'assessorato ai lavori pubblici, chiedere dieci minuti di sospensione.
In aula scende il gelo mentre il consigliere Petrara chiede le motivazioni di questa ennesima pausa a pochi minuti dall'inizio. Richiesta che non troverà alcuna risposta visto che i consiglieri di maggioranza, forti del sostegno dei quattro dissidenti del Gruppo misto votano per la sospensione. Il resto è un copione visto mille volte: passati oltre 30 minuti il presidente ripropone l'appello ma in aula sono presenti solo 11 consiglieri. Manca il numero legale e si torna tutti a casa.
Dai banchi del pubblico la parola più gettonata è "vergogna" mentre l'opposizione raccoglie fogli e cocci di questa ennesima discussione rimasta in gola e la maggioranza torna a trincerarsi nelle segrete stanze per riprendere li dove erano rimasti: la spartizione degli assessorati.
In tarda serata il sindaco compila il quotidiano pensiero della sera: "Mi vergogno di questo spettacolo politico che abbiamo offerto alla città disertando il Consiglio Comunale. Vengo da una famiglia contadina di cui vado fiero e conosco la fatica. E quando ho una convinzione dono tutto me stesso. Finora ho dato tutto me stesso. Sono sereno con la mia coscienza. Non so se tutti sono sereni".
Un sindaco che scrive, evidentemente incurante del fatto che un microfono acceso e una telecamera pronta per la diretta streaming abbiano registrato uno scambio di batture con il segretario comunale a cui lo stesso Valente chiede: "Allora segretario come facciamo ad andare in seconda convocazione. Lui deve fare la proposta di andare in seconda…".
E stasera si replica. Colombe e falchi sono a lavoro da questa mattina per riprendere le trattative e stringere, si spera, un ultimo accordo. Chiuso il dialogo con l'opposizione che ora più che mai chiede le dimissioni del sindaco, la disputa è tutta interna alla maggioranza. Se da una parte il primo cittadino deve mantenere gli impegni assunti con i suoi assessori a cui aveva promesso, in mancanza di un allargamento della maggioranza, la riconferma per tutti e con le medesime deleghe, dall'altra Valente è schiacciato dalle richieste dei partiti, quelli rimasti "fedeli" che adesso pretendono una ricompensa. A fare la voce da leone sarebbero gli esponenti del Fli, ovvero coloro da sacrificare in vista un accordo Vendola- Valente, e che ora, saltata l'intesa con l'opposizione pretendono due assessorati, oppure di dare un volto al vice sindaco o in alternativa di aggiungere al già nutrito gruzzoletto di deleghe detenuto da Santomasi anche l'assessorato all'urbanistica attualmente nelle mani del sindaco. Fli e non solo. Perché in una maggioranza risicata e legata agli umori dei singoli consiglieri basta un mal di testa per far saltare il banco.
Stasera, intanto per le ore 20 i consiglieri dovranno rispondere alla seconda chiamata del consiglio comunale. Da una parte la minoranza decisa a discutere in aula la crisi politica e a sbugiardare il primo cittadino. Dall'altra la maggioranza costretta a blindare il suo leader mai così debole come in questo momento. Di mezzo Alesio Valente che "sta come d'autunno sugli alberi, le foglie". Per sua stessa ammissione.
Nella serata di martedì, termine ultimo per la discussione in consiglio comunale della mozione di sfiducia presentata dall'opposizione nei confronti del sindaco, è andato in scena l'ennesimo psicodramma della maggioranza targata Valente.
L'assise prende il via ben oltre l'ora di tolleranza e solo dopo le proteste del pubblico e dell'opposizione forse perchè, nonostante l'arrivo in aula dei consiglieri di maggioranza, le trattative sono tutt'altro che concluse e l'espressione con cui il primo cittadino si accomoda al suo posto è più eloquente di mille parole.
La seduta prende il via. Giusto il tempo di approvare la surroga del consigliere Rino Vendola, a cui Angelo Petrara prima e il presidente Giacinto Lupoli poi rivolgono parole di stima e di ringraziamento, e di applaudire l'ingresso di Mimmo Leanza in aula, che arriva il colpo di scena.
Tocca a Lorenzo Carbone, consigliere nelle fila di Futuro e libertà e protagonista di una staffetta con Francesco Santomasi alla guida dell'assessorato ai lavori pubblici, chiedere dieci minuti di sospensione.
In aula scende il gelo mentre il consigliere Petrara chiede le motivazioni di questa ennesima pausa a pochi minuti dall'inizio. Richiesta che non troverà alcuna risposta visto che i consiglieri di maggioranza, forti del sostegno dei quattro dissidenti del Gruppo misto votano per la sospensione. Il resto è un copione visto mille volte: passati oltre 30 minuti il presidente ripropone l'appello ma in aula sono presenti solo 11 consiglieri. Manca il numero legale e si torna tutti a casa.
Dai banchi del pubblico la parola più gettonata è "vergogna" mentre l'opposizione raccoglie fogli e cocci di questa ennesima discussione rimasta in gola e la maggioranza torna a trincerarsi nelle segrete stanze per riprendere li dove erano rimasti: la spartizione degli assessorati.
In tarda serata il sindaco compila il quotidiano pensiero della sera: "Mi vergogno di questo spettacolo politico che abbiamo offerto alla città disertando il Consiglio Comunale. Vengo da una famiglia contadina di cui vado fiero e conosco la fatica. E quando ho una convinzione dono tutto me stesso. Finora ho dato tutto me stesso. Sono sereno con la mia coscienza. Non so se tutti sono sereni".
Un sindaco che scrive, evidentemente incurante del fatto che un microfono acceso e una telecamera pronta per la diretta streaming abbiano registrato uno scambio di batture con il segretario comunale a cui lo stesso Valente chiede: "Allora segretario come facciamo ad andare in seconda convocazione. Lui deve fare la proposta di andare in seconda…".
E stasera si replica. Colombe e falchi sono a lavoro da questa mattina per riprendere le trattative e stringere, si spera, un ultimo accordo. Chiuso il dialogo con l'opposizione che ora più che mai chiede le dimissioni del sindaco, la disputa è tutta interna alla maggioranza. Se da una parte il primo cittadino deve mantenere gli impegni assunti con i suoi assessori a cui aveva promesso, in mancanza di un allargamento della maggioranza, la riconferma per tutti e con le medesime deleghe, dall'altra Valente è schiacciato dalle richieste dei partiti, quelli rimasti "fedeli" che adesso pretendono una ricompensa. A fare la voce da leone sarebbero gli esponenti del Fli, ovvero coloro da sacrificare in vista un accordo Vendola- Valente, e che ora, saltata l'intesa con l'opposizione pretendono due assessorati, oppure di dare un volto al vice sindaco o in alternativa di aggiungere al già nutrito gruzzoletto di deleghe detenuto da Santomasi anche l'assessorato all'urbanistica attualmente nelle mani del sindaco. Fli e non solo. Perché in una maggioranza risicata e legata agli umori dei singoli consiglieri basta un mal di testa per far saltare il banco.
Stasera, intanto per le ore 20 i consiglieri dovranno rispondere alla seconda chiamata del consiglio comunale. Da una parte la minoranza decisa a discutere in aula la crisi politica e a sbugiardare il primo cittadino. Dall'altra la maggioranza costretta a blindare il suo leader mai così debole come in questo momento. Di mezzo Alesio Valente che "sta come d'autunno sugli alberi, le foglie". Per sua stessa ammissione.