Consiglio comunale sul silos, è di nuovo polemica

Dopo la nota della Prefettura

sabato 24 aprile 2021 15.40
"Gli argomenti, ancorché non appaiano di competenza del Consiglio, dovranno essere affrontati in tale assise sotto forma di informazione ai Consiglieri, doverosa ai sensi del disposto normativo di cui all'art. 43 del citato Tuel".

Questa la risposta del Prefetto di Bari, Antonia Bellomo ad alcuni consiglieri comunali di opposizione che avevano interpellato la massima autorità dello Stato in terra di Bari per la mancata concessione alla richiesta di tenere una seduta monotematica per parlare del Silos di Via Spinazzola. Il presidente del consiglio Maria Pina Digiesi aveva definito, nel rifiuto alla richiesta pervenuta dalle fila della minoranza, "manifestatamente estranea alle competenze del consiglio comunale" la questione del silos. In risposta alle sollecitazioni giunte dalle minoranze, il Prefetto ha inteso richiamare il presidente Digiesi alle sue responsabilità, invitandola a convocare formalmente il consiglio comunale nei termini e come previsto dall'art. 39 del decreto legislativo 267/2000.

Soddisfatti dall'opposizione attaccano. "E moooo? Come la mettiamo?" - si legge in un comunicato sottoscritto dai consiglieri Ignazio Lovero, Ezio Simone, Michele Lorusso, Vincenzo Varrese, Giovanni De Pascale, Ketty Lorusso, Raffaella Colavito, Rosa Cataldi. "Era necessario, cara presidente, incaponirsi su una assurda posizione e negare una democratica discussione su un bene che seppur privato, rappresenta un pezzo di storia della nostra comunità?" - si chiedono i consiglieri di minoranza, che attaccano il presidente Digiesi, rea -a loro dire- di aver bollato come "irricevibili" delle legittime richieste.Secondo i consiglieri di opposizione, con la sua risposta il Prefetto ha ribadito che "in una pubblica amministrazione non esistono argomenti che non possono essere discussi quando riguardano la comunità, oltre a ribadire che i consiglieri hanno diritto ad essere informati" e quindi- scrivono dalla minoranza- "che non ci sono e non devono esserci segreti a Palazzo di Città dove il confronto deve essere sempre promosso e non evitato".

Un attacco dritto verso il Presidente Digiesi, non risparmiando neppure la segretaria Comunale Teresa Gentile. "Preannunciamo l'ennesima sfiducia nei confronti di un presidente che giorno dopo giorno rappresenta sempre meno l'intero consiglio comunale, auspicando l'immediata emigrazione di un segretario comunale che con questi ultimi atti, e non solo, annichilisce il dibattito democratico, dimostrando tutta la sua incapacità" - si legge in chiusura del comunicato, nel quale si torna a chiedere la data prevista per la seduta dell'assise comunale sulla questione del Silos di Via Spinazzola.

Replica
«Si strumentalizzano, in maniera ignobile, persino le parole del Prefetto». Lo dice il presidente del consiglio comunale, Maria Filippa Digiesi. «Erroneamente e con sprezzo del ridicolo – osserva il presidente Digiesi – si ha il coraggio di sostenere che il Prefetto avrebbe sconfessato l'operato dell'Ufficio di Presidenza, che da sempre, sulla questione va sostenendo una posizione chiara, frutto di leggi e regolamenti: la questione non può essere trattata sotto forma di specifico punto da iscriversi all'ordine del giorno, perché la stessa attiene a materia esulante dalle competenze dell'assemblea consiliare. Al contrario, essa può essere trattata come oggetto di specifica interpellanza. Lo ribadivamo pubblicamente anche il 23 Marzo scorso, con un comunicato che è facilmente reperibile online e che ognuno può consultare, per farsi un'idea. Evidentemente, si preferisce ignorare la realtà per mascherare la mancata conoscenza delle norme, con gravi danni per la credibilità delle istituzioni».

Precisa il presidente Digiesi: «Nella nota in oggetto il Prefetto richiama il diritto dei consiglieri ad accedere agli atti, mai negato. Inoltre, sottolinea come la tematica possa essere affrontata in sede consiliare secondo quanto previsto dall'articolo 43 del Regolamento, e dunque attraverso interrogazioni e interpellanze. È quello che da sempre l'Ufficio di Presidenza sostiene, nell'esercizio di un diritto mai disconosciuto eppure, sin qui, mai attivato dagli interessati».