Consorzi di bonifica, si lavora per bloccare le cartelle
Il Pd chiede una moratoria intanto la Confconsumatori avvia azioni legali
martedì 26 gennaio 2016
9.19
La vicenda dei consorzi di bonifica continua a tenere banco tra gli agricoltori dell'Alta Murgia e a stimolare il dibattito politico in consiglio regionale. Nei giorni scorsi, per tentare di sbrogliare la matassa e dare risposte certe ai cittadini i responsabili della Confconsumatori di Altamura e Gravina e i rappresentanti della C.I.A. (Confederazione Italiana Agricoltori) locali e provinciali hanno organizzato un incontro in riferimento ai solleciti di pagamento emessi dalla società Soget, per conto del consorzio di bonifica "Terra d'Apulia".
Avvisi di pagamento poco chiari e privi degli elementi descrittivi che non chiariscono quali opere o quali servizi i cittadini debbano pagare in piena violazione della normativa prevista dallo "Statuto dei diritti del contribuente" poiché prive dei fondamentali elementi di trasparenza previsti.
"Ciò sta creando molta confusione ed innumerevoli disagi non solo interpretativi, ma anche economici nei contribuenti che considerano tali richieste di pagamento assolutamente ingiustificate sia per l'assoluta mancanza del servizio fornito che per la mancanza di qualsiasi confronto e chiarezza da parte delle istituzioni preposte" denunciano dall'associazione da dove è partita la decisione di intraprendere una serie di azioni legali collettive nell'intento di annullare le "cartelle pazze" in questione mettendo a disposizione, già dalla prossima settimana, le sedi locali della Confconsumatori nonché gli uffici della C.I.A., per valutare, caso per caso, la possibilità di intraprendere azioni legali ed amministrative.
A raccogliere l'allarme di Confconsumatori è il consigliere regionale Gianni Stea che senza troppi giri di parole parla di Cartelle pazze, sollecitando "un pronto e opportuno intervento dell'assessore all'Agricoltura Leonardo Di Gioia, per fare luce su quanto sta accadendo e per tutelare agricoltori e semplici cittadini, sempre più disincentivati dall'investire e operare in un comparto di vitale importanza per l'economia pugliese".
Inevitabili i risvolti politici che la vicenda sta scatenando soprattutto a livello regionale. Ignazio Zullo dei Conservatori e Riformisti propone di avviare una commissione di inchiesta sulla gestione dei Consorzi i cui bilanci fanno registrare un passivo di 233 milioni di euro. Una richiesta che sembra aver incontrato il favore del presidente del Consiglio regionale, Mario Loizzo, che sta provvedendo a istituirla. "Confidiamo nel lavoro dei colleghi che saranno richiamati al delicato ruolo affinché sui Consorzi di Bonifica si possa davvero ipotizzare un cambio di marcia" conclude Zullo.
"Non possiamo più continuare a giocare con i Consorzi di Bonifica. La situazione debitoria è pesantissima, 223 milioni di euro di debito e di questi più della metà dei contratti con la Regione che mai li recupererà" rimarca il consigliere regionale del M5S, Cristian Casili.
Secondo il pentastellato si tratta di: "Uno svernamento pauroso di soldi pubblici che si unisce al declino del territorio pugliese afflitto da problemi di dissesto idrogeologico anche in pianura. Canali sporchi, inquinati e ostruiti, reti irrigue che sono un colabrodo, allagamenti nelle aree periurbane. Invasi, pozzi, depuratori e parti di acquedotto fatiscenti e malfunzionanti. Situazioni che - prosegue - mettono a rischio la salute e l'incolumità dei cittadini pugliesi. Se da una parte ci si lamenta per il mancato introito dei tributi dal 2003 necessari per far ripartire le manutenzioni e la gestione ordinaria, dall'altra oggi si chiede uno sforzo ai cittadini e agli agricoltori obbligandoli al pagamento di tributi a seguito dell'ultima rimodulazione dei piani di classifica e per servizi mai erogati".
Intanto i responsabili della sezione del Partito democratico di Altamura, tra i primi a smuovere le acque in questa vicenda, hanno organizzato per i prossimi giorni un incontro con il consigliere regionale Pd, Fabiano Amati, presidente della Commissione Bilancio della Regione Puglia a cui spetterà il compito di fare chiarezza sulla vicenda e di valutare la possibilità di avviare "una moratoria sulla scadenza delle cartelle, in attesa di ristrutturare in maniera definitiva, i consorzi di bonifica stessi, e procedere dunque al riconoscimento degli effettivi debiti degli agricoltori, da riscuotere possibilmente in forma dilazionata.
Avvisi di pagamento poco chiari e privi degli elementi descrittivi che non chiariscono quali opere o quali servizi i cittadini debbano pagare in piena violazione della normativa prevista dallo "Statuto dei diritti del contribuente" poiché prive dei fondamentali elementi di trasparenza previsti.
"Ciò sta creando molta confusione ed innumerevoli disagi non solo interpretativi, ma anche economici nei contribuenti che considerano tali richieste di pagamento assolutamente ingiustificate sia per l'assoluta mancanza del servizio fornito che per la mancanza di qualsiasi confronto e chiarezza da parte delle istituzioni preposte" denunciano dall'associazione da dove è partita la decisione di intraprendere una serie di azioni legali collettive nell'intento di annullare le "cartelle pazze" in questione mettendo a disposizione, già dalla prossima settimana, le sedi locali della Confconsumatori nonché gli uffici della C.I.A., per valutare, caso per caso, la possibilità di intraprendere azioni legali ed amministrative.
A raccogliere l'allarme di Confconsumatori è il consigliere regionale Gianni Stea che senza troppi giri di parole parla di Cartelle pazze, sollecitando "un pronto e opportuno intervento dell'assessore all'Agricoltura Leonardo Di Gioia, per fare luce su quanto sta accadendo e per tutelare agricoltori e semplici cittadini, sempre più disincentivati dall'investire e operare in un comparto di vitale importanza per l'economia pugliese".
Inevitabili i risvolti politici che la vicenda sta scatenando soprattutto a livello regionale. Ignazio Zullo dei Conservatori e Riformisti propone di avviare una commissione di inchiesta sulla gestione dei Consorzi i cui bilanci fanno registrare un passivo di 233 milioni di euro. Una richiesta che sembra aver incontrato il favore del presidente del Consiglio regionale, Mario Loizzo, che sta provvedendo a istituirla. "Confidiamo nel lavoro dei colleghi che saranno richiamati al delicato ruolo affinché sui Consorzi di Bonifica si possa davvero ipotizzare un cambio di marcia" conclude Zullo.
"Non possiamo più continuare a giocare con i Consorzi di Bonifica. La situazione debitoria è pesantissima, 223 milioni di euro di debito e di questi più della metà dei contratti con la Regione che mai li recupererà" rimarca il consigliere regionale del M5S, Cristian Casili.
Secondo il pentastellato si tratta di: "Uno svernamento pauroso di soldi pubblici che si unisce al declino del territorio pugliese afflitto da problemi di dissesto idrogeologico anche in pianura. Canali sporchi, inquinati e ostruiti, reti irrigue che sono un colabrodo, allagamenti nelle aree periurbane. Invasi, pozzi, depuratori e parti di acquedotto fatiscenti e malfunzionanti. Situazioni che - prosegue - mettono a rischio la salute e l'incolumità dei cittadini pugliesi. Se da una parte ci si lamenta per il mancato introito dei tributi dal 2003 necessari per far ripartire le manutenzioni e la gestione ordinaria, dall'altra oggi si chiede uno sforzo ai cittadini e agli agricoltori obbligandoli al pagamento di tributi a seguito dell'ultima rimodulazione dei piani di classifica e per servizi mai erogati".
Intanto i responsabili della sezione del Partito democratico di Altamura, tra i primi a smuovere le acque in questa vicenda, hanno organizzato per i prossimi giorni un incontro con il consigliere regionale Pd, Fabiano Amati, presidente della Commissione Bilancio della Regione Puglia a cui spetterà il compito di fare chiarezza sulla vicenda e di valutare la possibilità di avviare "una moratoria sulla scadenza delle cartelle, in attesa di ristrutturare in maniera definitiva, i consorzi di bonifica stessi, e procedere dunque al riconoscimento degli effettivi debiti degli agricoltori, da riscuotere possibilmente in forma dilazionata.