Consorzi, no alla gestione affidata all'Aqp

Dura presa di posizione del consigliere Stea

mercoledì 30 novembre 2016
Sull'astensione dal voto in Commissione sulla legge per i Consorzi di bonifica, il consigliere regionale (gruppo Area popolare), Gianni Stea chiarisce: ""Una legge di riforma dei Consorzi di Bonifica va fatta. Ma resto assolutamente contrario all'ipotesi di gestione complessiva - e non limitata alla sola sezione acquedotti rurali - affidata all'Acquedotto Pugliese, realtà già investita da numerose problematiche anch'esse oggetto di attenzione e preoccupazione da parte dell'esecutivo e del consiglio regionale".

Il consigliere di Area popolare indica proprio recenti articolo di stampa. "Sappiamo che per esempio il 30 novembre i vertici Aqp, insieme al governatore Emiliano, saranno auditi nella commissione Affari Generali del consiglio regionale per discutere del futuro assetto del più grande acquedotto d'Europa e che circolano sui prossimi eventuali incarichi a quattro dirigenti, per un compenso totale di circa 1 milione di euro , unitamente all'incarico ad hoc ad alcune società per individuare i profili dei dirigenti, per circa 200mila euro. Mentre rimane sospeso il tema della concessione del sistema idrico integrato in scadenza nel 2018 e quello di un'eventuale privatizzazione dell'Ente, l'attuale management aziendale appare più orientato a una costosissima riorganizzazione aziendale. Si parla - aggiunge Stea - di consulenze esterne in corso d'opera (quattro per un importo complessivo di 570 mila euro), con una quinta in dirittura d'arrivo (405 mila euro in materia di gestione ambientale). Senza dimenticare la procedura, anch'essa in itinere, per l'assunzione di ben quattro dirigenti apicali, che graverebbero sulle casse di Aqp per circa un milione l'anno".

"A questo punto - conclude Stea - trovo alquanto singolare che un ente (Aqp) già pieno di problematiche gestionali si vada a sobbarcare di questioni ancora più gravi e complesse quali quelle che riguardano i Consorzi di bonifica pugliesi. Una soluzione davvero incomprensibile che rischia di arrecare ancora più danni piuttosto che benefici e che richiede, nell'aula consiliare, un ripensamento su questo punto fondamentale".