Consorzio di bonifica: sottratti 300mila euro
Impiegato condannato al risarcimento
mercoledì 11 gennaio 2012
10.00
E' stato condannato dalla Corte dei conti a risarcire il Consorzio di bonifica "Terre d'Apulia" di circa 300mila euro, soldi da lui riscossi dagli utenti e mai versati nelle casse dell'ente. Questa è la storia del 48enne gravinese Luigi Loizzo dipendente dell'ufficio distaccato del Consorzio con sede a Gravina.
Dall'istruttoria contabile condotta internamente al Consorzio - confluita in una denuncia presentata alla procura della Repubblica nel 2008 - è emerso che Luigi Loizzo si sarebbe impossessato di una serie di somme negli anni 2005, 2006 e 2007 e, da un'indagine supplementare, anche di partite nel triennio 2002-2004.
Dalla sentenza della Corte dei conti è venuto fuori che prima in qualità di "agente contabile" e successivamente come responsabile amministrativo, si sarebbe impossessato di numerose somme corrispondenti ai pagamenti di diversi utenti per i consumi idrici degli acquedotti rurali della Murgia.
Sarebbe stata proprio una verifica sulla situazione delle morosità eccedenti i 100 euro avviata nel 2007 a far venire a galla l'ammanco di denaro ed una serie di "irregolarità" su alcune partite contabili.
In particolare, quando un noto ristorante di Altamura si è visto recapitare un avviso di recupero arretrati non solo ha respinto al mittente la richiesta, ma ha allegato anche una serie di fatture quietanzate come "pagamento in contanti" ma non risultanti nella contabilità ufficiale dell'ente.
Dall'istruttoria contabile condotta internamente al Consorzio - confluita in una denuncia presentata alla procura della Repubblica nel 2008 - è emerso che Luigi Loizzo si sarebbe impossessato di una serie di somme negli anni 2005, 2006 e 2007 e, da un'indagine supplementare, anche di partite nel triennio 2002-2004.
Dalla sentenza della Corte dei conti è venuto fuori che prima in qualità di "agente contabile" e successivamente come responsabile amministrativo, si sarebbe impossessato di numerose somme corrispondenti ai pagamenti di diversi utenti per i consumi idrici degli acquedotti rurali della Murgia.
Sarebbe stata proprio una verifica sulla situazione delle morosità eccedenti i 100 euro avviata nel 2007 a far venire a galla l'ammanco di denaro ed una serie di "irregolarità" su alcune partite contabili.
In particolare, quando un noto ristorante di Altamura si è visto recapitare un avviso di recupero arretrati non solo ha respinto al mittente la richiesta, ma ha allegato anche una serie di fatture quietanzate come "pagamento in contanti" ma non risultanti nella contabilità ufficiale dell'ente.