Contrabbando olio lubrificante, stroncato grosso traffico internazionale

Maxi evasione fiscale per cinque ditte altamurane. Nella rete degli investigatori anche due gravinesi

mercoledì 21 maggio 2014 10.17
A cura di Angela Colonna
Un'operazione condotta a tutto fiato con una vera e propria organizzazione di dettagli. Ma sgominata dalla operatività della Tenenza della Guardia di Finanza di Altamura. Si tratta di contrabbando internazionale di olio lubrificante. 20 milioni di euro di ricavi non dichiarati al fisco, circa 6 milioni di euro di Iva non versati e 2 milioni di euro di imposta sul consumo (accise) evitati. Questi i numeri evidenziati nell'indagine.

Un'associazione avente il proprio centro operativo ad Altamura ma le cui ramificazioni si estendevano su tutto il territorio nazionale, spingendosi anche oltre i confini italiani verso diversi Paesi europei. Si tratta di frode fiscale da parte dei soggetti interessati che hanno operato per diverso tempo sia importando illecitamente diversi milioni di chili di olio lubrificante sia dichiarando la falsa esportazione di altri ulteriori ingenti quantitativi di lubrificanti.

L'operazione, denominata "Lubrificanti senza frontiere", ha portato alla luce un'associazione a delinquere composta da sei persone, quattro di Altamura (di anni 24, 39, 37 e 36), due di Gravina in Puglia (di anni 42 e 45) , che gestivano cinque imprese aventi sede in Altamura e diverse imprese in Bulgaria e Polonia collegate tra loro che operavano nel campo della commercializzazione di oli lubrificanti. Le imprese sono quattro ditte individuali e una s.r.l.

Gli stessi soggetti sono stati deferiti all'Autorità Giudiziaria per il reato di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e al contrabbando di olio lubrificante.

Le complesse indagini finanziarie e patrimoniali compiute dai militari, attuate anche attraverso la collaborazione delle Autorità dei diversi Paesi comunitari coinvolti (Belgio, Slovenia, Bulgaria, Polonia, Francia e Romania), hanno permesso di individuare due meccanismi di frode, in particolare: il primo veniva posto in essere con l'acquisto di ingenti quantitativi di lubrificanti da Paesi comunitari senza provvedere alle comunicazioni previste e senza indicare gli stessi acquisti nelle previste dichiarazioni fiscali, quindi omettendo di pagare l'I.V.A. e l'imposta sul Consumo (accise); il secondo era ottenuto mediante la fittizia cessione di olio lubrificante in esenzione da parte di aziende nazionali compiacenti, verso aziende comunitarie create appositamente dall'organizzazione criminale per fungere da destinazione formale dei lubrificanti, ma senza che di fatto vi giungesse l'olio, destinato, invece, alle imprese altamurane. Si operava, dunque, in un regime di contrabbando in completa evasione di imposta, arrecando alle casse dell'Erario un gravissimo nocumento.

Gli imprenditori, autori e fautori di questi articolati meccanismi di frode, dopo aver effettuato gli acquisti dei lubrificanti dai Paesi comunitari o da aziende italiane in esenzione, provvedevano alla rivendita degli stessi prodotti ad operatori italiani compiacenti. Il tutto anche in questo caso avveniva operando in completa evasione d'imposta. Ciò permetteva agli autori della frode di praticare un prezzo di commercializzazione di tali prodotti notevolmente inferiore al normale prezzo di mercato comunemente adottato.

La vasta indagine ha permesso, inoltre, di individuare e segnalare centinaia di operatori commerciali dislocati in Puglia e nelle regioni limitrofe che avevano effettuato gli acquisti di olio lubrificante in totale evasione di imposta dalle aziende altamurane oggetto della frode.

L'intervento dei Finanzieri, ponendo fine all'operato dell'organizzazione criminale ha fatto sì che venissero tutelati tutti gli imprenditori onesti operanti nello stesso settore, che si vedevano colpiti dalla concorrenza sleale posta in essere dalle aziende altamurane, le quali, sfruttando gli articolati meccanismi di frode praticavano prezzi notevolmente inferiori a quelli normali di mercato.