Convento Santa Sofia: ristrutturato, inaugurato e chiuso

Le consigliere cinque stelle vogliono vederci chiaro

martedì 8 maggio 2018
Matera 2019 è alle porte e ancora prima l'appuntamento è con la prossima stagione estiva periodo in cui si registra il picco delle visite turistiche in città. E con la gran parte dei siti turistici chiusi al pubblico diventa difficile capire cosa la città di Gravina può ufficialmente offrire ai visitatori. Delle troppe difficoltà registrate in città si stanno occupando le consigliere comunali del Movimento Cinque stelle impegnate a tracciare una mappa dei siti ristrutturati, inaugurati e chiusi al pubblico.
Partendo dal museo archeologico affidato da due anni alla Fondazione Santomasi è ancora a secco di reperti e guide, passando per il castello svevo, uno dei pochi manieri federiciani rimasti ancora in piedi, per arrivare al Convento di Santa Sofia oggetto di due distinti finanziamenti regionali, inaugurato in grande stile la scorsa primavera e chiuso poco dopo.

Una costruzione del 1600 di rarissima bellezza, trasformata dopo dieci anni di studi e lavori di restauro in un contenitore turistico e culturale.
Il recupero tecnico-funzionale dell'immobile si è concretizzato grazie a due diversi finanziamenti.
Il primo risale al 2007 nell'ambito del P.O. FESR puglia 2007-2013 per un totale di 3.047,098 euro destinati a finanziare il recupero tecnico funzionale dell'ex convento di Santa Sofia per la realizzazione di un centro servizi e sviluppo del turismo e per la valorizzazione del patrimonio culturale.

Il secondo finanziamento, invece, arrivato pochi anni dopo è destinato al recupero tecnico funzionale e al completamento dell'ex convento per un importo complessivo di 2.146,544.
Opere portate a termine e inaugurate con lo scorso anno con la promessa di procedere quanto prima al recupero degli ipogei scoperti nel corso del restauro che hanno riportato alla luce ambienti antichi e sepolture di raro interesse storico.
Qualcosa tuttavia non torna e la consigliera Cinque stelle, Raffaella Colavito, membro della commissione cultura vuole vederci chiaro non solo per capire i motivi che tengono ancora chiusi i portoni di Santa Sofia e di altri siti monumentali ma anche per ricostruire la rendicontazione economica dei lavori effettuati a Santa Sofia.

"Nel corso dei lavori di restauro – pone come prima questione la consigliera pentastellata - si sono verificati atti vandalici con gravi danni alla struttura per l'importo complessivo di 245.000 mila euro per i quali è stato chiesto un mutuo alla cassa DD.PP".
Un prestito oggetto anche esso di interrogazione consiliare lo scorso novembre in ordine alla sicurezza e all'impegno sul contrasto alla criminalità nel nostro territorio "preso atto – sottolinea Colavito - delle ricadute economiche per la pubblica amministrazione per il ripristino dei luoghi" e per verificare con certezza a chi spettava accollarsi le spese per il ripristino dei luoghi se al Municipio o alla società impegnata nei lavori di restauro.

Richieste di chiarimento depositate lo scorso novembre e che da allora attendono risposte. Intanto la bella stagione è alle porte e uno dei siti più belli della città resta inaccessibile senza che nessuno offra spiegazioni.
A rassicurare gli animi però ci pensa Pino Topputo presidente del Consorzio turistico che ha in gestione una parte del Convento e che assicura la riapertura del sito entro pochi giorni, "il tempo di completare i lavori di ripristino dell'impianto di energia elettrica oggetto di furto alcuni anni fa".