Crisi al Comune, la maggioranza non decide

Sindaco e partiti restano distanti e anche Mazzarella lascia la commissione

mercoledì 14 maggio 2014 9.24
A cura di Antonella Testini
Dovevano lasciar passare la Pasqua e poi anche la Fiera. Archiviati i due appuntamenti di primavera, sindaco e partiti si sarebbero dovuti riunire intorno ad un tavolo e siglare l'accordo politico con cui chiudere, definitivamente, la verifica ammnistrativa, sottoscrivere un documento politico e ripartire con nuovo entusiasmo.

Ma gli ingranaggi del sistema politico- amministrativo stentano a girare e dell'accordo non c'è ancora traccia.
Intanto dopo le dimissioni infocate dalla commissione per i servizi sociali da parte di Michele Tedesco, un altro consigliere lascia la commissione comunale d'appartenenza. Questa volta a protocollare la lettera indirizzata al primo cittadino è stato Vito Mazzarella, esponente di primo piano dell'Udc locale, autosospeso dalla IV commissione che si occupa di edilizia e urbanistica. Ufficialmente Mazzarella adduce "problemi strettamente personali" a motivare le cause dell'abbandono, salvo poi spiegare che: "Da imprenditore qual sono, non sono abituato a perdere tempo. Nella commissione invece da troppo tempo siamo fermi perché impossibilitati ad avere l'aiuto di un segretario, che sia ovviamente un tecnico, con cui studiare a approntare dei progetti".
La sfilettata sembra diretta ai dipendenti comunali ma Mazzarella prontamente chiarisce: "Il problema non sono i dipendenti dell'ufficio tecnico che, invece, sono sempre disponibili sebbene oberati di lavoro, ma c'è un problema strutturale che solo l'organo politico può sistemare". Un "problema" non meglio precisato e su cui il consigliere preferisce non aggiungere altro, rinviando ulteriori determinazioni ai prossimi giorni.
In pratica l'ultimo secchio di benzina su una maggioranza che si è data fuoco da sola e che da troppi mesi non riesce a trovare un accordo per tenere tutti contenti e soprattutto uniti.

Tra i banchi della coalizione guidata dallo stesso Valente, nonostante le rassicurazioni del sindaco, nessuno ha voglia di parlare. Cellulari staccati e alzate di spalle sono sintomatiche della situazione politico amministrativa che governa la città, con un sindaco deciso a dettare le proprie regole, compresa quella di lasciare in carica gli stessi assessori salvo rivedere la distribuzione delle deleghe, e i partiti che vorrebbero volti nuovi, deleghe nuove e pesi specifici diversi.
Su tutti, pesa l'ombra di una decina di consiglieri pronti a dimettersi dinanzi ad un notaio per mettere fine al governo Valente con l'ennesima pugnalata alle spalle non di un sindaco ma di un'intera comunità, già collaudata con le due precedenti amministrazioni.
Possibilità su cui tutti scommettano ma che nessuno conferma.

A domanda precisa i diretti interessati negano, salvo poi abbassare lo sguardo.