Crisi amministrativa: tanto dialogo ma poche soluzioni
Fli prudente resta in maggioranza. Tra i banchi dell'opposizione tre osservati speciali
mercoledì 12 novembre 2014
16.57
Parola d'ordine: mai fare la prima mossa.
Nonostante il gran parlare di questi giorni e il susseguirsi di incontri più o meno ufficiali, la crisi politico amministrativa in corso da sempre e ufficialmente da poco più di un mese è tutt'altro che ad una svolta.
Maggioranza e opposizione si studiano da lontano, quasi a dire che gli incontro politici sono solo un grande bluff, accumunati solo dalla mancanza di una linea decisa, unica e condivisa.
Risale a questa mattina l'ennesima velina di radio politica secondo cui ben tre consiglieri di opposizione avrebbero ufficializzato il salto della quaglia. Secondo i ben informati nella serata di ieri, durante un incontro decisivo con le colombe inviate da Valente, Salvatore Debenedictis, Mimmo Calderoni e Salvatore Angellotti si sarebbero convinti a dare pieno sostegno al primo cittadino rompendo i rapporti con il gruppo "per Gravina" con cui da settimane il dialogo era diventato difficile.
I tre interpellati in prima persona smentiscono.
Salvatore Debenedicits taccia queste ultime voci come "chiacchiere da bar" e si dice "convintamente schierato con gli altri 8 consiglieri anche se sono in attesa di conoscere cosa è stato deciso nell'ultimo incontro tra il primo cittadino e il gruppo di Sinistra ecologia e libertà, perché – continua il consigliere - siamo stati chiari: o si entra tutti in maggioranza o non entra nessuno. Quindi se il sindaco riesce a trovare un accordo con Sel allora parleremo di centro sinistra. In caso contrario io non ci sto".
Sulla stessa linea d'onda anche Mimmo Calderoni che, preso da tanti impegni, si limita a rispondere con un secco "No. È tutto falso".
Più loquace Salvatore Angellotti il quale conferma di essere schierato sulle stesse posizioni degli otto consiglieri di minoranza sebbene, in coda, si definisce una persona responsabile: "Sono convinto che non conviene a nessuno mandare questa amministrazione a casa. Politicamente hanno fallito su tutti i fronti – aggiunge – ma è anche vero che un eventuale venuta del commissario significherebbe un anno di immobilismo per Gravina e con la crisi economica che stiamo vivendo non ce lo possiamo permettere".
In chiusura: "Resto in attesa di conoscere quale è il programma che il sindaco ci propone. Spero un insieme di 10 punti fattibili e subito realizzabili perché non darò il mio consenso ad un eventuale libro dei sogni spacciato per programma amministrativo".
Dunque nonostante le note stonate e le fucilate amiche che in questi giorni si sprecano anche sui social network, i tre osservati speciali tra le fila dell'opposizione smentiscono un avvicinamento delle ultime ore alla maggioranza anche se non risparmiano critiche a qualche "collega".
Il premio prudenza, però, oggi è tutto per Aldo Dibattista e degli esponenti di Futuro e Libertà.
Il segretario di Fli interrogato su un possibile allargamento della maggioranza anche alle forze di centro sinistra e di una possibile uscita del Fli dalla maggioranza sostiene di non essere a conoscenza degli ultimi sviluppi politici.
"Non siamo stati informati di nulla e non mi risulta che il mio partito sia fuori dalla coalizione. Tuttavia non abbiamo apprezzato le dimissioni del primo cittadino che a nostro modo di vedere sono state del tutto inutili. Come ha avuto modo di spiegare lo stesso Lorenzo Carbone in consiglio comunale, le dimissioni del sindaco non hanno senso perché la maggioranza composta da 13 consiglieri era pronta a sostenere il primo cittadino e ad andare avanti seguendo un percorso avviato nel 2012".
Dibattista, consapevole di avere ancora qualche parola da spendere prima che i giochi siano decisi, non si scandalizza dinanzi ad una possibile coalizione che possa includere tanto Fli quanto Sel: "Per quel che riguarda il mio partito, grazie anche alla delega di Francesco Santomasi ci siano sempre impegnati per realizzare le opere pubbliche, dal campo di calcio all'efficientamento energetico nelle scuole sino alla piazza di via Genova e alla ripresa delle trattative per la piscina. Ritengo siano progetti che non hanno colore politico ma che vanno solo nell'interesse della città".
Da ultima una risposta, o meglio un messaggio agli alleati: " Francamente non ci interessa il tiro al piccione. Queste chiacchere da bar le lascio fare agli altri. Certo se Fli che è l'espressione del 10% dell'elettorato che ha votato Valente e che al momento conta uno dei gruppi consiliari più numerosi, dovesse essere messo fuori dalla maggioranza allora qualcuno dovrà dare delle spiegazioni. Prima di tutto ai suoi elettori".
Bocce ferme, dunque, almeno in attesa del prossimo 25 novembre ovvero dello scadere dei 20 giorni a disposizione del primo cittadino per ricomporre un governo che sia espressione del centro sinistra o, in mancanza di un accordo, la riproposizione della vecchia coalizione. Sempre che la situazione non esploda nelle amni del sindaco e dell'intero Partito democratico.
Nonostante il gran parlare di questi giorni e il susseguirsi di incontri più o meno ufficiali, la crisi politico amministrativa in corso da sempre e ufficialmente da poco più di un mese è tutt'altro che ad una svolta.
Maggioranza e opposizione si studiano da lontano, quasi a dire che gli incontro politici sono solo un grande bluff, accumunati solo dalla mancanza di una linea decisa, unica e condivisa.
Risale a questa mattina l'ennesima velina di radio politica secondo cui ben tre consiglieri di opposizione avrebbero ufficializzato il salto della quaglia. Secondo i ben informati nella serata di ieri, durante un incontro decisivo con le colombe inviate da Valente, Salvatore Debenedictis, Mimmo Calderoni e Salvatore Angellotti si sarebbero convinti a dare pieno sostegno al primo cittadino rompendo i rapporti con il gruppo "per Gravina" con cui da settimane il dialogo era diventato difficile.
I tre interpellati in prima persona smentiscono.
Salvatore Debenedicits taccia queste ultime voci come "chiacchiere da bar" e si dice "convintamente schierato con gli altri 8 consiglieri anche se sono in attesa di conoscere cosa è stato deciso nell'ultimo incontro tra il primo cittadino e il gruppo di Sinistra ecologia e libertà, perché – continua il consigliere - siamo stati chiari: o si entra tutti in maggioranza o non entra nessuno. Quindi se il sindaco riesce a trovare un accordo con Sel allora parleremo di centro sinistra. In caso contrario io non ci sto".
Sulla stessa linea d'onda anche Mimmo Calderoni che, preso da tanti impegni, si limita a rispondere con un secco "No. È tutto falso".
Più loquace Salvatore Angellotti il quale conferma di essere schierato sulle stesse posizioni degli otto consiglieri di minoranza sebbene, in coda, si definisce una persona responsabile: "Sono convinto che non conviene a nessuno mandare questa amministrazione a casa. Politicamente hanno fallito su tutti i fronti – aggiunge – ma è anche vero che un eventuale venuta del commissario significherebbe un anno di immobilismo per Gravina e con la crisi economica che stiamo vivendo non ce lo possiamo permettere".
In chiusura: "Resto in attesa di conoscere quale è il programma che il sindaco ci propone. Spero un insieme di 10 punti fattibili e subito realizzabili perché non darò il mio consenso ad un eventuale libro dei sogni spacciato per programma amministrativo".
Dunque nonostante le note stonate e le fucilate amiche che in questi giorni si sprecano anche sui social network, i tre osservati speciali tra le fila dell'opposizione smentiscono un avvicinamento delle ultime ore alla maggioranza anche se non risparmiano critiche a qualche "collega".
Il premio prudenza, però, oggi è tutto per Aldo Dibattista e degli esponenti di Futuro e Libertà.
Il segretario di Fli interrogato su un possibile allargamento della maggioranza anche alle forze di centro sinistra e di una possibile uscita del Fli dalla maggioranza sostiene di non essere a conoscenza degli ultimi sviluppi politici.
"Non siamo stati informati di nulla e non mi risulta che il mio partito sia fuori dalla coalizione. Tuttavia non abbiamo apprezzato le dimissioni del primo cittadino che a nostro modo di vedere sono state del tutto inutili. Come ha avuto modo di spiegare lo stesso Lorenzo Carbone in consiglio comunale, le dimissioni del sindaco non hanno senso perché la maggioranza composta da 13 consiglieri era pronta a sostenere il primo cittadino e ad andare avanti seguendo un percorso avviato nel 2012".
Dibattista, consapevole di avere ancora qualche parola da spendere prima che i giochi siano decisi, non si scandalizza dinanzi ad una possibile coalizione che possa includere tanto Fli quanto Sel: "Per quel che riguarda il mio partito, grazie anche alla delega di Francesco Santomasi ci siano sempre impegnati per realizzare le opere pubbliche, dal campo di calcio all'efficientamento energetico nelle scuole sino alla piazza di via Genova e alla ripresa delle trattative per la piscina. Ritengo siano progetti che non hanno colore politico ma che vanno solo nell'interesse della città".
Da ultima una risposta, o meglio un messaggio agli alleati: " Francamente non ci interessa il tiro al piccione. Queste chiacchere da bar le lascio fare agli altri. Certo se Fli che è l'espressione del 10% dell'elettorato che ha votato Valente e che al momento conta uno dei gruppi consiliari più numerosi, dovesse essere messo fuori dalla maggioranza allora qualcuno dovrà dare delle spiegazioni. Prima di tutto ai suoi elettori".
Bocce ferme, dunque, almeno in attesa del prossimo 25 novembre ovvero dello scadere dei 20 giorni a disposizione del primo cittadino per ricomporre un governo che sia espressione del centro sinistra o, in mancanza di un accordo, la riproposizione della vecchia coalizione. Sempre che la situazione non esploda nelle amni del sindaco e dell'intero Partito democratico.